Lorenzo Salvia, Corriere della Sera 10/05/2011, 10 maggio 2011
VIA AI TEST INVALSI NEI LICEI «UN PROF SU DIECI LI RIFIUTA» — I
Cobas promettono battaglia e il loro leader storico, Piero Bernocchi, dice che «è contrario il 10-15%degli insegnanti» . Il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, ribatte che a «contestare è solo una parte marginale dei docenti» . E rilancia, confermando che il sistema sarà «esteso dal prossimo anno agli esami di maturità» ed «allargato ad altre materie con l’inglese per l’esame di terza media e le scienze alle elementari» . Si avvicina l’estate e nella scuola comincia la stagione degli esami. Si parte oggi con la settimana dei test Invalsi, prove uguali in tutte le scuole d’Italia che hanno l’obiettivo di misurare la preparazione degli studenti in italiano e matematica a prescindere dal variabilissimo metro di giudizio dei loro insegnanti. Per la prima volta i test riguardano anche le superiori, al debutto proprio oggi con le seconde classi. E sempre per la prima volta, dopo anni di mugugni più o meno sotterranei, è scontro aperto sull’opportunità delle prove. Ci sono genitori e insegnanti che accusano i test di essere troppo difficili, specie quelli per i bambini delle elementari. Ma il nodo è tutto politico e riguarda la delicata questione degli stipendi. Dice Bernocchi, il leader dei Cobas: «Le prove saranno utilizzate per classificare le scuole, i docenti, gli studenti, e per differenziare le buste paga degli insegnanti» . Una lettura che il ministro Gelmini respinge: «La valutazione non serve per punire o premiare gli insegnanti. Ma per migliorare il livello degli studenti, come si fa in tutti i sistemi avanzati» . Proprio per questo i tecnici del ministro dell’Istruzione e dello stesso Invalsi stanno mettendo a punto i nuovi test che dovrebbero arrivare già il prossimo anno: quello per l’esame di maturità che riguarderà italiano e matematica pesando anche sull’ingresso nelle facoltà a numero chiuso, quello d’inglese per l’esame di terza media e quello di scienze per la quinta elementare. I Cobas dicono che con i test Invalsi i «docenti sono stati costretti in modo umiliante a trasformarsi in addestratori da quiz, con pratiche da scuola-guida per la patente» . Qualche eccesso c’è stato, in Italia come all’estero. Ma anche la variabilità del metro giudizio degli insegnanti è un dato di fatto. La Calabria ha il record di 100 e lode alla maturità ma poi i suoi studenti sono agli ultimi posti nella classifiche internazionali, che usano test standard molto simili a quelli Invalsi. Cosa succederà oggi nelle scuole italiane? Dal punto di vista disciplinare gli insegnanti che si rifiutano di distribuire le prove non rischiano nulla. Ma sono gli stessi Cobas a dire che «non tutti gli insegnanti contrari alla fine parteciperanno al boicottaggio, anche perché i presidi stanno facendo forti pressioni» .
Lorenzo Salvia