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 2011  maggio 10 Martedì calendario

APPUNTI, PER VOCE ARANCIO - NULLA

«Il senso del nulla mi ha invaso il cuore. Una leggera tensione mi avvolge. Sento di aver perso qualcosa di importante» (parole di un ragazzo di vent’anni rimasto senza cellulare, internet, musica, televisione per 24 ore).
ESPERIMENTO L’esperimento The world unplugges, condotto qualche giorno fa dall’università del Maryland. È consistito nel lasciare mille giovani di dieci paesi diversi per 24 ore senza alcuna connessione. I ricercatori hanno chiesto loro di annotare le sensazioni in un diario e di aggiornarlo costantemente. Frasi più ricorrenti: «Ero ansioso, irritabile, mi sentivo insicuro», «Avevo bisogno di collegarmi, riuscivo a controllarmi a fatica», «mi sentivo solo», «il silenzio mi stava uccidendo», «avevo l’impressione che mi fosse stato amputato un braccio», «stavo seduto sul letto, non avevo nulla da fare».
SEMPRE L’anno scorso lo stesso test, condotto su un numero ridotto di studenti, aveva dato il medesimo risultato. Spiega Susan Moeller, coordinatrice della ricerca e direttrice dell’International Center for Media all’università del Maryland: «Le relazioni sociali dei giovani oggi viaggiano attraverso la tecnologia. Questi ragazzi sono cresciuti con una connessione sempre disponibile».
CINQUE ANNI Il 100% dei ragazzi coinvolti nell’esperimento ha un telefonino, l’85 un computer proprio e la maggioranza, il 59%, ha mosso i primi passi su internet prima dei dieci anni. Il 18% prima dei cinque.
SOCIALIZZAZIONE Arrivati all’università, nel 42% dei casi questi ragazzi passano fra le tre e le quattro ore al giorno in rete. Uno su quatto ci sta fino a sei ore. Attività preferita: la socializzazione.
SODDISFATTI In media, un giovane su cinque ha però apprezzato la giornata anche se priva di corrente elettrica. Il record dei soddisfatti in Uganda (36%) e in Slovacchia (27%). Incapaci di concentrarsi su una pagina di carta i giovani di Argentina e Hong Kong, dove solo il 16% dei giovani ha definito con parole positive la giornata con la spina staccata.
CELLULARI «Basta analizzare un singolo chip. Un circuito elettronico stampato su un centimetro quadrato di silicio. È formato da blocchi di sistema dentro i quali sono stipati i bit di informazione. Ebbene, le ditte informatiche non realizzano, autarchicamente, un singolo chip. Si limitano a disegnarlo. I vari blocchi di sistema vengono realizzati invece da ditte specializzate. Queste ultima mandano le istruzioni, sotto forma di file, ad altre ditte che materialmente assemblano il blocco. Questo solo per un chip. Il cellulare poi è fatto di plastica. La plastica si ottiene dal petrolio. Quante persone hanno allora collaborato per produrre il cellulare? Quanti geologi hanno cercato la vena petrolifera, quanti ingegneri hanno costruito la piattaforma per l’estrazione? E i programmatori che hanno realizzato il software? Il disegnatore che ha creato il modello?» (Antonio Pascale).
DOMANDA «Tra due mesi mi laureo. Sto cercando lavoro come consulente gestionale e ho ricevuto un’offerta che scade tra due settimane. È un buon lavoro ma sto esitando per vedere se altri mi offrono il posto che cerco veramente. Devo aspettare o accettare?» Anthony da Sydney.
RISPOSTA Risposta di Tim Harford, editorialista del Financial Times: «Complimenti per il tuo successo. Esaminiamo questa strategia dell’offerta con scadenza, applicata da tante aziende. Molti esperti in carriere lavorative ti consiglierebbero di non lavorare per aziende che usano tattiche così aggressive, ma è la cosa giusta da fare? Forse questa tattica ti dà più informazioni sull’ufficio del personale che sull’azienda. Immagina di non rispondere subito all’offerta. Siamo sicuri che è veramente interesse dell’azienda farla scadere? Se sei un buon candidato oggi, lo sarai anche tra un mese. Credo che questa minaccia sia un bluff. E se non lo fosse? In questo caso prova a pensare alla qualità dei candidati che cedono a queste minacce. Chi è sicuro di poter trovare un altro lavoro non accetterà l’offerta. Chi invece non ha fiducia nelle proprie capacità accetterà. Se tu cedi, lavorerai con colleghi che hanno poca fiducia in se stessi. Quindi ti consiglio di rifiutare l’offerta».
POSSIBILITA’ Le possibilità che il nuovo arrivato in ufficio non sia la persona giusta sono più alte di quanto si possa pensare.
OTTO Uno studio di Heidrick & Struggles condotto in collaborazione con l’università di Harvard dice che a determinare il fallimento di un manager quando cambia lavoro intervengono otto fattori: il tipo di società, il paese in cui si lavora, il livello, l’obiettivo, la struttura della società, la cultura aziendale, la tipologia d’industria, la funzione.
COSTO/1 Mettere un manager in una posizione di grande responsabilità senza un’analisi dettagliata delle sue qualità ha costi diretti e indiretti molto elevati. Fatto conto che lo stipendio medio del manager assunto sia di 300mila euro e che il fallimento può costare quattro anni di blocco, il costo del fallimento potrebbe ammontare a 1,2 milioni di euro.
COSTO/2 Se la scelta, invece, avviene con un approfondimento adeguato e con un accompagnamento della transizione per assicurarsi che il passaggio abbia successo, la possibilità di fallimento è del 15%.
TASSE Pricewaterhousecoopers calcola che il paese dove le tasse sono più basse e semplici sono le Maldive. Qui i residenti devono pagare le imposte solo tre volte l’anno e l’aliquota è del 9,3%. Il Paese peggiore è la Bielorussia, dove si pagano le tasse 82 volte l’anno, si perdono 798 ore per compilare i moduli e l’aliquota è dell’80,4%. l’Italia si trova a metà: paghiamo le imposte 15 volte l’anno (tre per imposte sul reddito e 13 per comunali, canoni, spazzatura, bollo auto ecc.), passiamo 334 ore a compilare moduli e abbiamo aliquote tra il 23 e il 43%.
DOMANDE & RISPOSTE I questions and answers, ovvero i siti di domande e risposte, oggi molto diffusi. Assomigliano sempre più ai social network. Il primo ad aver successo, all’inizio del 2011, è stato Quora.com, piattaforma lanciata da due ex-dipendenti di Facebook che hanno messo insieme un po’ di Yahoo! Answers, un po’ di Wikipedia e un po’ di Twitter. Il risultato: un sito dove ognuno degli iscritti (si accede ancora su invito) può fare domande, o dare risposte, su qualsiasi cosa e dove tutto è editabile da tutti.
FOLLOWER Uno dei punti di forza di Quora è la capacità di mostrare domande e argomenti correlati al quesito appena digitato, oltre alla possibilità di rimanere sempre aggiornati sugli sviluppi di un interrogativo diventandone follower.
LINKEDIN Anche LinkedIn, il più importante social network a sfondo business, ha aperto una sua sezione di questions and answers. Ci sono varie categorie in cui navigare, da “Finanza a Management” ad “amministrazione” (anche in italiano). Da noi c’è grande attesa per Facebook Questions, il nuovo strumento del social network di Mark Zuckerberg che permetterà di porre domande e sondaggi ai propri contatti. Nella versione inglese è già disponibile.
PARLARE Milly Carlucci parla con le sue piante (e i suoi figli la prendono in giro).
BENESSERE Occuparsi di un giardino contribuisce al benessere psicofisico. Una ricerca dell’università La Sapienza di Roma dice che prendersi cura delle piante diminuisce del 70% la tensione fisica e mentale. Spiega la psicoterapeuta Maria Teresa Coglitore: «Le piante vivono assieme a noi e noi partecipiamo al loro ciclo vitale. Sono un elemento di relazione: le persone ci parlano e quelle amate appaiono più belle di quelle meccanicamente accudite. Chi decide di occuparsi del verde vive bene perché crea un rapporto di dedizione e di disponibilità». Chi ripiega su quelle finte «perde l’occasione di relazionarsi con un’entità vivente».
BENEFICI Fare giardinaggio (bastano anche i vasi sul balcone o in casa) per venti minuti al giorno aiuta a non pensare soltanto a se stessi, allenta le tensioni. Altri benefici: aumentano i pensieri positivi e si recupera il controllo sulla propria vita.
GIARDINO «Tutto ciò che può accadere a un giardino può accadere all’anima e alla psiche» (Donne che corrono coi lupi, Clarissa Pinkola Estés).