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 2011  maggio 08 Domenica calendario

«E ORA L’EUROPA»

«E ORA L’EUROPA» - «Se sono felice per lo scudetto? Certo, ma adesso questo successo deve aiutarci a costruire un nuovo Milan» . Il club rossonero ieri sera ha vinto il campionato dopo sette anni di purgatorio. E Barbara Berlusconi, entrata appena ad aprile nel cda, è contenta per questa coincidenza fortunata: «Diciamo che sono arrivata al momento giusto. Soddisfare le aspettative della comunità milanista e aver riacceso l’entusiasmo dei tifosi sono per il club e per la squadra la maggiore gratificazione di questa stagione vittoriosa» . D’altronde, il nuovo corso della vita di questa ragazza di 26 anni passa anche da via Turati. Dopo la laurea in Filosofia, e l’avvio della galleria Cardi Black box, BB è nel Milan che ha deciso di impegnarsi. Con un obiettivo dichiarato: «È ora di cambiare: voglio una squadra più competitiva in Europa e un calcio più compatibile con le esigenze economiche e sociali» .
Si spieghi meglio.
«Ora dobbiamo cercare di proiettare il Milan nel futuro e vederlo vincere anche tra 25 anni. Questo significa accompagnare l’azienda in un percorso di cambiamento e garantire che nel lungo periodo non perda il titolo di club più titolato del mondo» .
Sul tavolo c’è il nodo-rinnovi. Molti campioni che hanno fatto la storia del Milan come Pirlo, Seedorf e il capitano, Ambrosini, hanno il contratto in scadenza a giugno. Come loro, altri giocatori «over 30» . Come pensate di muovervi?
«Guardi, dai prossimi giorni in avanti so che la società si impegnerà a discutere e a valutare le situazioni contrattuali aperte e a mettere le basi per la prossima stagione. Quello che le posso dire è che per quanto mi riguarda desidero una squadra che punti sui giovani. Credo sia fondamentale investire sulle nuove leve e permettergli di crescere per giocare da protagonisti. Valorizzare i settori giovanili, in previsione futura, permetterebbe alle squadre di far crescere al proprio interno ragazzi che potranno diventare grandi giocatori e portare maggiore sostenibilità alla squadra. Esattamente quello che stanno facendo i grandi club spagnoli, come il Barcellona» .
Da voi a chi pensa?
«Abbiamo ragazzi in gamba: Merkel, Beretta, Strasser... Persone che è bene continuare a valorizzare. Assieme ad altri giovani» .
Tornando al nuovo corso della società e all’esigenza di un calcio compatibile con le esigenze economiche, più o meno un anno fa sua sorella Marina dichiarò che era arrivata l’ora per i club di smetterla «di sottrarsi alle regole della buona gestione, puntando all’equilibrio costi-ricavi ed evitando di fare follie» . E poi si era augurata che «sui bilanci del Milan si potessero trovare margini di miglioramento» . Un annuncio di austerity.
«Una premessa doverosa, ancora di più oggi che stiamo festeggiando un grande successo: la mia famiglia non ha mai smesso di nutrire grande interesse per questa società. Se si guarda agli investimenti di questi ultimi anni, si constata che ci sono sempre stati consistenti immissioni di risorse. Abbiamo avuto sempre grandi campioni. C’è poi da dire una cosa: mio padre il Milan lo ha nel cuore. Non è solo una questione economica, è chiaro» .
Però l’esigenza di tagliare i costi c’è.
«Non si può non essere d’accordo sulla questione di fondo: puntare ad avere una buona gestione. Ma ora si va verso una nuova prospettiva offerta dal Financial fair play, la normativa votata dalla Uefa che impone alle squadre di rispettare regole ferree per tenere i bilanci sotto controllo, pena la possibile esclusione da Champions e Europa League. Una realtà che costringerà tutti i club europei a cambiare pelle. Compreso il Milan» .
Già, ma come?
«Se le squadre italiane non saranno in grado di strutturarsi con una politica di sviluppo delle aree commerciali e di investimenti produttivi, come gli stadi, i loro fatturati rimarranno minori rispetto a quelli delle squadre che faranno questo tipo di operazioni. È proprio in quest’ottica che nasce l’esigenza di definire un nuovo approccio, per non farci cogliere impreparati. Ecco perché questo scudetto non deve avere un valore esclusivamente celebrativo ma deve servire da slancio per pianificare con uno spirito nuovo il percorso dei prossimi anni, non solo calcistico ma del club allargato. Insomma, dobbiamo provare a vincere anche fuori dal campo» .
Mi racconti perché ha deciso di lavorare proprio nella società rossonera.
«Il Milan mi ha sempre appassionata prima come tifosa e oggi da un punto di vista professionale. Questa è una realtà di rilievo per Fininvest ed è importante che ci sia la volontà di interessarsi in modo diretto al suo sviluppo» .
E che dà anche grande visibilità.
«L’esposizione mediatica è del Milan e della squadra, che è al centro dell’interesse dei tifosi» .
Con suo padre quando ne avete parlato la prima volta?
«Da un po’ di tempo si discuteva di questa possibilità e, quando ho terminato gli studi, ho pensato alle parole che spesso mi diceva: ‘‘ Se riesci a comprendere come si gestisce una società di calcio, allora sarai in grado di operare in qualsiasi altro settore’’. Allora ho creduto che il Milan potesse essere una realtà stimolante in cui formarsi» .
Lei però in un primo tempo aveva manifestato interesse per la Mondadori. Ipotesi archiviata?
«No, l’editoria continua a essere un settore che mi appassiona» .
Sua madre che ne pensa di questa scelta?
«Mamma è stata la mia prima sponsor. Lei, che non ha mai messo piede in uno stadio, ora sta cominciando a tifare Milan. Quantomeno si informa sui giorni in cui giochiamo, se non altro perché così sa quando deve tenermi i bambini!» .
Quanto del merito di questo scudetto va al suo allenatore, Allegri?
«Credo che questa vittoria sia la sintesi del lavoro di più componenti del gruppo che, attraverso scelte mirate e valutazioni corrette, hanno reso possibile la conquista di questo titolo. Allegri, grazie alla fiducia datagli dalla società, rappresenta il cardine di questo successo. Capace di essere convincente è divenuto traino della squadra, dando un grande slancio psicologico e tattico. La sua autonomia e indipendenza si sono manifestate da subito, permettendogli di imporsi con decisione in un gruppo di grandi campioni. Insomma, ha messo in campo le migliori strategie per vincere» .
Meglio Allegri o Mourinho?
«Mourinho è un vincente, non c’è dubbio, e per questo lo stimo. Non mi dispiace il suo approccio aggressivo che gli permette di concentrare su di sé l’attenzione dei media, togliendo così possibili pressioni sulla squadra e sui giocatori. Allegri ha un modo differente di offrire sostegno. Il suo atteggiamento equilibrato e sereno ha trasmesso fiducia al gruppo. La squadra infatti è riuscita a esprimere un tipo di gioco concreto, spendendosi anche con sacrificio e dimostrando grande concentrazione. Infatti la difesa è stata la migliore fino ad oggi del campionato: è quella che ha subito meno» .
NelMilan gioca Alexandre Rodrigues da Silva detto Pato, 21 anni. Voi due siete la coppia più paparazzata e seguita del momento.
«Adesso ho conquistato anche il titolo di wag! (le ragazze/mogli dei giocatori, ndr)» .
Pato, però, in un’intervista a Vanity fair, a proposito del vostro rapporto ha ammesso: «Sono felice, ma siamo solo all’inizio» .
«Ribadisco: siamo-solo-all’inizio» .
Posso chiederle se è felice?
«È un buon momento. Questi per me sono stati mesi faticosi e impegnativi, ma nel lavoro anche gratificanti. Sì, posso dire che sto bene. Sono serena» .
Difetti del mondo del calcio?
«È un settore maschile e complesso. I tifosi soprattutto lo interpretano ancora come uno spazio esclusivamente riservato agli uomini. Posso dire però che le società di calcio sono maschiliste a livello sportivo ma non a livello societario. Il Milan, ad esempio, ha tante donne dirigenti. Infine, un altro difetto è l’eccessiva importanza del risultato sportivo sempre anteposto a quello economico» .
Le interesserebbe diventare presidente della squadra?
«Credo sia prematuro parlare oggi di questo tema. Ho cominciato un percorso che durerà negli anni. Se però mi portasse a diventare presidente, è ovvio che ne sarei onorata» .
I futuri obiettivi del Milan.
«L’obiettivo per l’anno prossimo è quello di strutturarsi per essere vincenti in tutte le competizioni, con un particolare interesse per la Champions. E poi rimanere ai vertici delle classifiche nazionali e internazionali attraverso una campagna acquisti mirata a potenziare la forza della squadra» . Faccia qualche nome. «In questo momento stiamo ragionando sul brasiliano Ganso, ad esempio» .
Problemi della squadra. Suo padre ha lamentato un «inammissibile scarso possesso di palla» .
«Papà ha ragione. Credo infatti ci sia da rafforzare il centrocampo» .
Cosa pensa di Messi?
«È sicuramente un giocatore straordinario. La vincita di due Palloni d’oro è meritata. Va detto però che lui gioca nel calcio spagnolo, che è diverso da quello italiano, è molto più fisico» .
Scusi se insisto, ma è più forte di Pato?
«Pato è un attaccante fortissimo, non farei confronti. Giocano in campionati molto diversi» .
Suo padre ha detto che vedrebbe bene Pato prima punta. È d’accordo?
«È una valutazione che nel Milan spetta ad Allegri» .
E di Cristiano Ronaldo cosa pensa?
«Trovo sia un ottimo giocatore. Mio padre lo adora e lo prenderebbe a scatola chiusa. E io concordo con lui» .
Chi è il calciatore della storia del calcio che l’ha fatta più sognare?
«Il brasiliano Ronaldo, senza dubbio» .
Senta, il fatto che lei adesso lavori in un’azienda così cara a suo padre, in qualche modo vi ha riavvicinati?
«Io sono sempre stata legata a mio padre da un grandissimo affetto. Diciamo (ride) che il calcio sicuramente non ci divide ma ci lega» .
Però lui racconta, scherzando, che lei ha un caratteraccio.
«Sono una persona diretta e metto il rispetto al primo posto: così come rispetto gli altri chiedo anche di essere rispettata. Sono molto esigente, con me stessa in particolare e poco incline a scendere a compromessi» .
Sempre suo padre ha espresso il desiderio di vedersi intestare lo stadio San Siro, citando l’esempio dello stadio Santiago Bernabéu, dedicato appunto allo storico presidente del Real Madrid.
«Guardi, ho ricordi a San Siro con mio papà sin da quando eravamo piccoli noi tre figli. Ogni domenica, come una sorta di rito, ci portava con lui. San Siro è il simbolo del Milan e dell’Inter, è luogo di vittorie, gioie, sentimenti. Io però, essendo da poco in questo mondo e avendo solo 26 anni penso che quello che vorrei vedere intitolato a mio padre sia uno stadio nuovo ed esclusivo del Milan. Ed è a questo che dobbiamo ambire».
Le amministrative sono alle porte. C’è chi dice che il Milan faccia da cassa di risonanza elettorale per il partito di suo padre, il Pdl.
«Il Milan è un’azienda in cui mio padre investe da tanti anni. Mio padre nel settore del calcio è stato ed è un vincente. Dire, però, che questo ancora oggi lo aiuti politicamente, potrebbe essere banale» .
Angela Frenda