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 2011  maggio 08 Domenica calendario

FATTURE FALSE E APPALTI. GLI AFFARI DEL MANAGER VICINO A D’ALEMA —

Un giro di false fatturazioni che coinvolge diverse società e potrebbe rivelare il pagamento di tangenti per la concessione degli appalti da parte di alcuni enti pubblici. Al centro delle verifiche disposte dai magistrati romani c’è Vincenzo Morichini, 66 anni, l’ex amministratore delle agenzie di Ina Assitalia, comproprietario di Massimo D’Alema della barca Ikarus, indagato per frode fiscale. Una relazione della Guardia di Finanza consegnata un mese e mezzo fa ricostruisce gli affari gestiti attraverso la sua società Sdb. E svela come oltre ai vertici di Finmeccanica, l’imprenditore abbia mediato per i propri clienti «commesse » con l’Acea, con la Provincia di Roma, con alcune Asl e con altre aziende statali. Rapporti economici sui quali sono in corso nuove verifiche affidate agli investigatori del Nucleo Valutario. L’inchiesta dei pubblici ministeri Paolo Ielo e Giuseppe Cascini arriva a una svolta nel settembre scorso quando Pio Piccini — imprenditore arrestato per la bancarotta dell’Eutelia — comunica di voler collaborare e sostiene di aver stretto un patto proprio con Morichini: «In cambio degli appalti di Finmeccanica sulla gestione delle intercettazioni telefoniche disposte dalle Procure di tutta Italia mi impegnavo a versare il 5 per cento degli incassi. Morichini mi disse che la cifra era destinata, oltre che a lui, al Partito Democratico e alla Fondazione Italianieuropei di D’Alema» . L’uomo dichiara di aver già versato due contributi da 15 mila euro ciascuno all’associazione che fa capo all’attuale presidente del Copasir «che però ho iscritto a bilancio visto che avevo ricevuto regolare ricevuta» . Ammette che l’affare «non si è concluso» , ma aggiunge dettagli su altre operazioni. «Nel contratto di consulenza stipulato con Morichini — spiega Piccini — c’era che lui doveva aiutarmi nei rapporti con le società. Bisognava creare uno schermo» . È il suo avvocato, durante l’interrogatorio, a specificare che «si trattava dello schema più erudito della dazione nuda e cruda» . Tangenti, dunque, perché — come specifica Piccini — «questa attività di rapporto con il mondo delle istituzioni Morichini lo faceva anche per altri. Lui aveva grossi rapporti con Gse, perché lavoravano nell’energia, lavorava in vari campi e aveva società anche sue che si muovevano nel campo dell’energia. Il suo know how erano i rapporti, ovviamente con il mondo legato alla sinistra. Ricordo che quando ci siamo incontrati la prima volta con il presidente di Finmeccanica Guarguaglini, Morichini si premurò immediatamente di porgere i saluti dell’onorevole D’Alema» . Imagistrati delegano verifiche al Nucleo valutario, dispongono perquisizioni. La difesa decide di presentare ricorso al tribunale del Riesame contro i provvedimenti e l’accusa è costretta a depositare alcuni atti processuali come il verbale di interrogatorio di Piccini e la relazione consegnata un mese e mezzo fa per dare conto dei primi risultati investigativi. È scritto nel rapporto: «Gli accertamenti bancari condotti e le interrogazioni alle banche dati effettuate, evidenziano condotte poste in essere da Morichini, attraverso Sdb, nei confronti di alcune società potenzialmente analoghe a quelle condotte in sede di interrogatorio da Piccini. In particolare emergono bonifici ripetuti nel tempo, giustificati dall’emissione di fatture a favore di Sdb e la stipula di appalti, anche per importi rilevanti, con pubbliche amministrazioni da parte dei clienti di quest’ultima» . L’attenzione viene puntata sulla Cler Coop che tra il 2008 e il 2010 si è aggiudicata dodici appalti con la Provincia di Roma, tre con il Comune della Capitale e dodici con l’Acea. Esaminando i contratti siglati dagli altri clienti di Morichini, si scopre che attraverso la sua Sdb hanno ottenuto commesse anche dalla Regione Umbria, dalla Direzione del Genio Militare della Marina, con le Autorità portuali di Napoli e di Olbia, con la Elsag Datamat. Per la Electron Italia il manager avrebbe mediato un contratto con l’Ente per le nuove tecnologie di sette milioni e mezzo di euro. In numerosi casi la Guardia di Finanza ha denunciato l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e adesso sono state disposti altri controlli per verificare se questo sistema sia in realtà il mezzo per creare quello «schermo» di cui ha parlato Piccini che in realtà nasconde la dazione di denaro a funzionari e politici che avrebbero aiutato Morichini a concludere gli affari con le istituzioni pubbliche.
Fiorenza Sarzanini