Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  maggio 09 Lunedì calendario

Lo scudetto vale 5mila voti Il Milan spinge la Moratti - Che relazione c’è tra una magia di Pato e la riconferma di Letizia Moratti a Palazzo Marino? Semplice: i successi calcistici e di mercato del Mi­lan fanno bene al partito e ai candidati meneghini di Sil­vio Berlusconi

Lo scudetto vale 5mila voti Il Milan spinge la Moratti - Che relazione c’è tra una magia di Pato e la riconferma di Letizia Moratti a Palazzo Marino? Semplice: i successi calcistici e di mercato del Mi­lan fanno bene al partito e ai candidati meneghini di Sil­vio Berlusconi. Ne sa qualcosa il presiden­te della Provincia di Milano, Guido Podestà, che due anni orsono fu «costretto» al ballot­taggio dagli ultrà del Diavolo che annullarono volontaria­mente le proprie schede scri­vendo «Kakà» in segno di pro­testa per la cessione al Real Madrid del campione brasi­liano. Furono circa 5mila a mandare al Cavaliere e al suo plenipotenziario rossonero Adriano Galliani un chiaro se­gnale «politico». Quegli stessi 5mila la prossi­ma s­ettimana potrebbero de­terminare la vittoria di Leti­zia Moratti nel confronto elet­torale. I sondaggi indicano le preferenze verso il sindaco uscente oscillare tra il 47,5 e il 49,5% dei consensi. E 5mila voti corrispondono proprio allo 0,5%dell’elettorato mila­nese. Dunque, un’eventuale vittoria al primo turno del sin­daco porterebbe la firma di Ibrahimovic & compagnia. E così pure il rafforzamento del­la compagine di centrode­stra in consiglio comunale, giacché mezzo consigliere in più potrebbe essere portato a casa (sono circa 10mila i voti necessari a eleggere un candi­dato). La stima è molto prudenzia­le, ma non è un mistero che negli ultimi quindici anni i de­stini delle sfide nel capoluo­go lombardo siano state orientate da ciò che accade­va a Via Turati e a Milanello. Nel 2001, infatti, Gabriele Al­bertini si affermò con il 57% dei voti al primo turno anche grazie alla sontuosa campa­g­na acquisti che il Milan si ap­prestava a realizzare. Certo, l’election day che accorpò po­litiche e amministrative in un unico turno aiutò il centrode­stra e così pure la rinnovata intesa con la Lega Nord, ma se in quella fine di maggio di dieci anni fa il Milan non aves­se fatto sapere ai propri tifosi che ben presto sarebbero po­tuti arrivare Rui Costa e Pip­po Inzaghi di sicuro ne avreb­be risentito negativamente anche Albertini. Analogamente il 52% di Mo­ratti cinque anni fa, per quan­to foriero di un’affermazione al primo turno, era indicativo di un sentimento particolare. Alla delusione per la sconfit­ta «di misura» del centrode­stra alle politiche di qualche settimana prima,c’era anche l’incertezza sul destino di Shevchenko che di lì a poco avrebbe salutato San Siro per intraprendere una sfortuna­ta parentesi nel Chelsea di Ro­man Abramovich. Né si può trascurare che il sogno-Ro­naldinho invogliò molti mila­nisti a recarsi al seggio per le «politiche» del 2008 quando il Pdl risultò primo partito cit­tadino con circa il 37% dei consensi. Ecco perché le magie rosso­nere fanno bene al partito del Cav. Ecco perché, se in setti­mana chissà, arrivasse qual­che notizia positiva di merca­to quei 5mila voti potrebbero diventare molti ma molti di più. Berlusconi conosce mol­to bene anche questa realtà. Non per niente agli elaborati sofismi della politica ad asset­ti variabili ha sempre preferi­to altre geometrie, quelle dei cross e delle traiettorie del ret­tangolo verde.