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 2011  maggio 09 Lunedì calendario

E il Viagra esordisce nel dibattito parlamentare - C’ è voluto qualche anno, ma alla fine il Viagra è riuscito a violare il «sacro» recinto della Camera e a diventare protagonista di un solenne dibattito parlamentare in aula

E il Viagra esordisce nel dibattito parlamentare - C’ è voluto qualche anno, ma alla fine il Viagra è riuscito a violare il «sacro» recinto della Camera e a diventare protagonista di un solenne dibattito parlamentare in aula. E’ successo giovedì mattina, quando, in un emiciclo quasi deserto dopo le fatiche del voto sulla Libia del giorno prima, al sottosegretario alla Salute, la leghista Francesca Martini, è toccato rispondere ad una «interpellanza urgente» di 37 deputati pidielle e Responsabili, guidati dall’azzurro Fabio Gava. Un atto formale in cui si chiama in causa il governo per sapere i suoi orientamenti «circa la rimborsabilità di alcuni farmaci per la cura della disfunzione erettile». Perchè se è noto che «i farmaci in grado di indurre un’erezione sono di due tipi: per soluzione iniettabile (aprostadil, contenuto nel caverjet) e per via orale (sildenafil, vardenafil, tadalafil)», è meno noto che «soltanto il caverjet rientra tra i farmaci di fascia A (rimborsabili) a carico del sistema sanitario nazionale. E soltanto per disfunzione erettile da lesioni permanenti e complete del midollo spinale o del plesso pelvico». E in un fiorire di sorrisini imbarazzati, la bionda e algida Martini ha dovuto spiegare che la prescrizione di farmaci per via orale a carico del SSN «è limitata ai pazienti con disfunzione erettile da danno transitorio o parziale del midollo spinale o del plesso pelvico, secondo un piano terapeutico specialistico». I «buttadentro» Non ce la fa proprio più l’eugubino on.Rocco Girlanda del Pdl a sentirsi apostrofare la sera in Via Veneto da brutti ceffi che lo spingono a entrare nei night limitrofi «con offerte del tipo “dolce vita” e “belle ragazze”». Tanto più se ai suoi rifiuti reiterati questi reagiscono «con l’espressione gergale romanesca, “allora vattene o ti spanzo”, facendo alludere presumibilmente al possesso di armi da taglio». E quindi il giovane deputato ha pensato bene di presentare un’interrogazione nientemeno che al ministro dell’Interno Maroni per chiedere «se non intenda avviare misure che consentano di liberare le strade adiacenti via Veneto da tale fenomeno che rende impossibile per i residenti rientrare presso le loro abitazioni dopo le 21 senza essere più volte fermati da questi procacciatori ad ogni incrocio».