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 2011  maggio 09 Lunedì calendario

«NON SONO IL GREGANTI 2. VOGLIONO COLPIRE D’ALEMA» —

«L’amico di D’Alema, l’uomo di D’Alema, il manager di D’Alema. Basta! Fossi davvero colpevole, allora chissenefrega. Ma io lo vedo il progetto, sa? Come dice Saviano: la macchina del fango... Adesso ci sono le elezioni e allora mi viene un dubbio: forse non sono io da colpire» . Vincenzo Morichini, 66 anni, ex numero uno di Ina-Assitalia, amico da 20 del leader Maximo, a cui vendette pure la celeberrima barca Ikarus, si fa passare direttamente il cellulare dalla compagna della sua vita, la pittrice Patrizia Molinari. Da due giorni sono a Granada («Vacanze rovinate...» ) e al tramonto vedranno l’Alhambra. Stanno insieme da 34 anni, hanno tre figli. «Sì— — dice Morichini con stizza —. E mi morissero tutti, se quella che vi dico non è la verità» . Lei è indagato per fatturazioni false. È vero o no? «Sì, ma alla fine — vedrà— verrà fuori che non ci sono le fatture false. Semplicemente perché non esistono. Io ho 66 anni e non ho mai lavorato con le tangenti. Eppure la Finanza è entrata in casa mia manco fossi uno spacciatore di droga. E sapete qual è l’unica cosa che si son portati via? La documentazione della Fondazione Italianieuropei di D’Alema. Una mira precisa. Ma per fortuna è tutto alla luce del sole. La mia società, la Sdb, Soluzioni di Business, è pulita: pagamenti, fatture. I soldi dei clienti sono in banca...» . Eppure l’imprenditore Pio Piccini ha raccontato ai pm che lei, per la sua attività di consulente, lobbista, mediatore d’affari, gli avrebbe chiesto anche il 5%degli incassi, se fosse andato a buon fine l’appalto di Finmeccanica per la gestione delle intercettazioni. E che quella percentuale — per Piccini — era destinata ad essere spartita tra lei, il Pd e la Fondazione Italianieuropei di D’Alema. Ha capito bene? «Sia chiaro, io non ho mai speso il nome di Massimo D’Alema per procacciare affari ai miei clienti. E la provvigione di cui lei parla, se non erro si trattava del 5,5 per cento sul fatturato, sarebbe andata esclusivamente alla mia società. Né al Pd né alla Fondazione Italianieuropei. L’affare, comunque, non andò in porto» . Piccini ha dichiarato anche di aver fatto due versamenti da 15 mila euro alla Fondazione di D’Alema... «Guardi, il Presidente non sapeva nemmeno chi fossero quelli che davano i contributi. D’Alema non ne sapeva assolutamente nulla. Ero io ad avvicinare gli imprenditori, decine e decine di imprenditori, convincendoli a versare dei contributi alla Fondazione: 10 massimo 20 mila euro ciascuno, a parte i soggetti istituzionali come Finmeccanica o le Poste...» . Sa cosa diranno a questo punto i maligni? Morichini è il nuovo Primo Greganti, il comunista che ai tempi di Mani Pulite non confessò mai di aver preso tangenti. «No, io non sono Greganti. Questa è una barzelletta, anzi una tragedia. Perché io ci credo veramente, anzi ormai credo più nelle fondazioni che nei partiti e Italianieuropei è una cosa seria, fa ricerca da anni, lavora per la formazione di nuovi dirigenti in politica, s’impegna sulle energie rinnovabili. Se un errore ho commesso, questo sì, è quello di aver accettato contributi per la crescita di Italianieuropei anche da quei 5-6 imprenditori a cui la mia Sdb curava le relazioni» . Magari versavano soldi alla Fondazione perché pensavano di poter avere in cambio qualcosa. «Escluso» . Le cito altri suoi clienti: Cler Coop, Electron Italia. La Cler Coop pare abbia avuto appalti milionari dalla Provincia di Roma e dall’Acea, l’Electron dal Porto di Napoli... «Stupidaggini. Alla Provincia di Roma c’è Zingaretti, che era bettiniano e veltroniano, mica dalemiano come me. Perciò lì non mi posso neanche avvicinare. E l’ex senatore Pds Nerli lo conosco, certo, ma non ho mai stretto rapporti con lui neanche quando era presidente del porto di Napoli. Forse come lobbista valgo poco, mi conviene tornare a fare l’assicuratore» . Nelle ultime ore ha sentito D’Alema? «No, non c’è bisogno. Gli voglio molto bene» .
Fabrizio Caccia