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 2011  maggio 07 Sabato calendario

«SOCIAL» E IN TEMPO REALE. TU CHIEDI, LA RETE RISPONDE

«Qual è il miglior libro per smettere di fumare?» . Il quesito appena digitato scompare nel box della homepage di Aardvark. com, sotto la scritta «Fai una domanda e troverò qualcuno che risponderà» . Risucchiato da un sistema automatico di tagging che analizza le parole chiave, l’interrogativo verrà smistato in tempo reale a una serie di utenti in carne e ossa, che si siano dichiarati esperti di «fumo» , «tabacco» e simili. Un mix di algoritmi e sapienza umana che sfocia entro pochi minuti in una o più risposte, inviate tramite instant messenger al richiedente. Così, quando su Google Talk compare all’improvviso il consiglio di un John N. da Apopka, Florida, il sistema assume un alone stregonesco. Che diventa surreale se si legge la sua risposta: «Non lo so, ma se lo scopri fammelo sapere. Farei qualsiasi cosa per far smettere la mia fidanzata» .
1Creare un deposito
Benvenuti nel magico mondo del Q&A (questions and answers), ovvero dei siti online di domande e risposte che ultimamente stanno conoscendo una nuova giovinezza. E che sempre di più assomigliano a dei veri social network. A far esplodere il fenomeno, all’inizio di quest’anno, è stato l’improvviso successo di Quora. com, piattaforma lanciata da due ex-dipendenti di Facebook che, novelli alchimisti, hanno mescolato Yahoo! Answers, l’antesignano del settore, con Wikipedia, condendo il tutto con un po’ di Twitter. Il risultato è un sito dove ognuno degli iscritti (si accede ancora su invito) può fare domande, o dare risposte, su qualsiasi cosa; e dove tutto è editabile da tutti, proprio come nella famosa enciclopedia online. Perché quello che conta non è la risposta immediata e tagliata su misura, ma la realizzazione progressiva di un deposito di conoscenza.
2 Quesiti da «seguire»
Uno dei punti di forza di Quora è la capacità di mostrare domande e argomenti correlati al quesito appena digitato, oltre alla possibilità di rimanere sempre aggiornati sugli sviluppi di un interrogativo diventandone un follower, un «seguace» . Ma si possono «seguire» anche gli argomenti e soprattutto le persone, che sono il vero asso nella manica di questo social network del sapere. Perché si tratta di una comunità ancora ristretta, molto tecnologica, dove si possono trovare anche imprenditori della Silicon Valley. Il rischio è, semmai, che con l’espansione della piattaforma si perda questo equilibrio di efficienza e profondità. Nel frattempo, se si conosce bene l’inglese, vale la pena farci un salto.
3 Meccanismo a punti
Di certo, in giro c’è una gran voglia di trovare soluzioni a interrogativi molto più articolati di quelli che si possono digitare su un motore di ricerca. La prima ad averlo capito era stata Yahoo! con il suo Answers, un contenitore trasversale di temi di ogni genere, molto pop, che in Italia può contare su una comunità ricca e partecipata: qui la semplicità d’uso dell’interfaccia e il meccanismo premiante del punteggio (si acquistano punti ogni volta che le proprie risposte sono votate dagli altri utenti) creano un meccanismo ben funzionante. E anche ben indicizzato dai motori di ricerca.
4I link per professionisti
Ma dove deve andare un professionista che cerchi aiuto su questioni lavorative? LinkedIn, il più importante social network a sfondo business, ha aperto una sua sezione di Questions and answers, dove gli iscritti possono avere risposte dai propri collegamenti e dalla loro rete di relazioni. Ci sono varie categorie in cui navigare, da Finanza a Management passando per Amministrazione, e una sezione in italiano che tuttavia appare ancora poco utilizzata.
Anche per questo da noi c’è grande attesa per Facebook Questions, il nuovo strumento del social network di Mark Zuckerberg— in Italia non è ancora attivo ma si può usarlo in parte impostando la lingua in inglese — per sottoporre domande e sondaggi ai propri contatti. Si possono formulare quesiti aperti o a risposta multipla, come un classico quiz. O si possono «seguire» le domande, ricevendo notifiche sugli aggiornamenti. E qualsiasi iscritto può partecipare. Una manna per le aziende, certo. Ma anche un mezzo per interessanti esperimenti sociologici, considerata la massa critica degli utenti del network. «Cosa facevate alle 8 e 46 minuti dell’ 11 settembre 2001?» ha scritto un mese fa Augusta, una utente americana. L’interrogativo ha raccolto 2 milioni e mezzo di voti e 78 mila follower. Ed è solo l’inizio.
Carola Frediani