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 2011  maggio 09 Lunedì calendario

MESSICO DA RECORD SUI PAGAMENTI

Puntuali e affidabili come i messicani. È questo il nuovo paradigma per chi fa business: avere clienti come le società dello stato latino-americano. In sette casi su dieci nel 2010 il saldo della fattura ha rispettato la scadenza concordata mentre per i restanti casi si è dovuto attendere un ritardo, al massimo, di una trentina di giorni.

Premio alla puntualità anche al 60% delle imprese tedesche, locomotiva Ue anche nel rispetto dei termini di pagamento. Sul fronte opposto si trovano le imprese di Polonia, Portogallo, Italia, Belgio, Francia e Gran Bretagna dove si può definire di routine una dilazione del cliente, extra e non concordata, di un mese.

Questo il mappamondo delle abitudini di pagamento delle imprese realizzato da Cribis D&B, società del gruppo Crif. Domani mattina a Milano, presso la sede del Sole 24 Ore, sarà presentato lo «Studio pagamenti 2011», l’osservatorio che illustra i trend e le performance delle aziende italiane in un confronto con le altre realtà internazionali.

Nel nostro paese la quota di imprese che rispettano la scadenza è al di sotto della media europea (37,5% contro il 40,4%) e l’anno scorso è stato toccato il punto più basso dal 2007, quando la quota di società puntuali era di venti punti superiore. Inoltre dallo studio emerge un notevole incremento dei casi di "lieve ritardo".

In uno scenario 2010 in cui si è registrata una diminuzione della quota di imprese che pagano con grave ritardo, l’Italia si colloca a metà classifica. «Siamo gli ultimi tra i paesi puntuali e i primi del gruppo con ritardi – precisa Marco Preti, amministratore delegato di Cribis D&B –. Nel primo trimestre del 2011 è stato registrato un miglioramento delle abitudini di pagamento, trend che lascia ben sperare per quest’anno».

A brevissima distanza dalle puntualissime aziende messicane ecco le svizzere (68,2%), che precedono quelle tedesche (60,5%) e quelle olandesi (54,6%). «Con i clienti messicani, come alcune catene di supermercati, il saldo al fornitore italiano arriva sempre molto puntuale» conferma Gianluca Brocca, direttore generale della Alquemia Italiana, società che distribuisce in Messico vini italiani, tra gli altri il Prosecco Valdo.

Allarmante il trend dei gravi ritardi, quelli oltre i 90 giorni. Ad aggiudicarsi la maglia nera sono le imprese della penisola iberica e quelle polacche: una su dieci può rivelarsi una grande ritardataria. «Per affrontare meglio il problema con i clienti polacchi chiediamo il 10% all’ordine, il 60-70% alla consegna e il restante a 60 giorni, saldo che poi arriva con il ritardo di almeno un mese» sottolinea Christian Salvador, seconda generazione alla guida della Salvador, Pmi di famiglia che produce macchinari per la lavorazione del legno.

Il fare business con questi clienti ultimamente è diventato ancora più complicato perché «c’è una dilazione dei tempi tra la firma dell’ordine e il primo acconto – continua - e un altro incaglio è tra la data prevista per la consegna e quella dell’effettivo ritiro». La causa che Salvador individua è nella difficoltà, da parte delle aziende clienti, nell’accesso al credito bancario.

In ambito extra-Ue, oltre a quelle di Messico e Taiwan, si rivelano partner puntuali anche le canadesi. Ben diversa la dinamica negli Usa dove, in media, i ritardi oltre i tre mesi riguardano oltre sei aziende su cento.