Giovanna Gabrielli, il Fatto Quotidiano 7/5/2011, 7 maggio 2011
IL FATTO DI IERI - 7 MAGGIO 2011
Annus horribilis, il 1898. In Italia, a Nord e a Sud, il clima sociale è al calor bianco. Manca il lavoro, tutto è rincarato, dal petrolio per l’illuminazione al sale, ai medicinali, al pane, in primis, aumentato da 40 a 50 centesimi al chilo. L’intero Paese è infiammato da tumulti repressi nel sangue, ma è a Milano, dove una borghesia retriva è agitata dal fantasma di una rivoluzione socialista imminente, che vengono rotti gli indugi. La città è in sommossa. Il 7 maggio gli operai della Pirelli entrano in sciopero e, alla testa di un gran corteo di popolo, invadono le strade, chiedono giustizia e diritti, urlano slogan contro la carestia. La risposta del governo di Rudinì è fulminea. Stato d’assedio e pieni poteri a Fiorenzo Bava Beccaris. Agli ordini del vecchio generale piemontese, contro barricate e folla, entrano in azione 13 squadroni di cavalleria e 20.000 sodati in assetto da guerra. Poi, i cannoni. Si spara a vista e sul campo di battaglia restano 80 morti e 450 feriti. Senza contare gli arresti, tra cui spiccano quelli di Turati e Anna Kuliscioff. E mentre Milano piange i suoi morti “il feroce, monarchico Bava” verrà premiato con la Croce di Grand’Ufficiale dell’Ordine militare di Savoia.