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 2011  maggio 07 Sabato calendario

DER SPIEGEL: «ATENE TORNA ALLA DRACMA»

Una giornata rocambolesca per la tormentata vicenda dei debiti sovrani europei tornati prepotentemente alla ribalta in un meeting straordinario tenuto ieri sera a Lussemburgo da alcuni ministri dell’Eurogruppo. All’ordine del giorno della riunione informale c’era il salvataggio della Grecia, che aveva minacciato secondo lo Spiegel di abbandonare l’euro e tornare alla dracma, proprio mentre si era deciso di salvare il Portogallo con 78 miliardi di euro nonostante i malumori, non ancora completamente superati dei finlandesi (occorre l’unanimità per il via libera dei prestiti del fondo salva-stati Efsf) e dopo gli aiuti appena concessi all’Irlanda per 85 miliardi di euro.

A mettere di nuovo tutto in forse dopo un anno dal primo piano di aiuti da 110 miliardi di euro ad Atene, da restituire in 7,5 anni al tasso del 4,2%, stanziato nel vertice straordinario Ue del 7 maggio 2010, è stato un titolo dell’edizione online del settimanale tedesco Der Spiegel, «Atene torna alla dracma», che ha fatto precipitare l’euro al punto più basso da due settimane a 1,4314.

«Il Governo greco sta valutando un’eventuale uscita dall’euro» ha proseguito il settimanale tedesco solitamente molto ben informato citando fonti vicine all’esecutivo di Atene. Poi secondo il giornale la Commissione europea allarmata dalle intenzioni di Atene, avrebbe convocato per ieri sera a Lussemburgo un «vertice di emergenza», con alcuni ministri dell’Eurozona (e quindi non un vertice ufficiale Ecofin o dell’area euro), durante il quale si sarebbe dovuto parlare anche del debito greco da 327 miliardi di euro oltre che di successione al posto di Jean-Claude Trichet alla Bce.

Per la Germania, al vertice ha partecipato il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, il quale - sempre secondo lo Spiegel - avrebbe cercato di fare il possibile per convincere Atene a non abbandonare l’euro oltre al suo vice Joerg Asmussen.

A quel punto sono iniziate le smentite sull’uscita della Grecia dalla moneta unica. «Tutto falso», ha detto una fonte riconducibile al premier greco George Papandreou da Atene. «Le notizie di una imminente uscita dall’euro non sono vere», ha rincarato un comunicato del ministero delle Finanze greco, aggiungendo che «alla base di tutto c’è la speculazione che vuole danneggiare gli sforzi di Atene per risanare i conti e indebolire l’euro».

Poi sono fioccate le smentite da Berlino da parte del portavoce della Merkel, seguito da Parigi («notizie totalmente fantasiose») con le parole del ministro delle Finanze francese Christine Lagarde e infine Vienna.

Nulla di vero, stando ai vari portavoce governativi che si sono rapidamente alternati a condurre il logorante gioco difensivo.

Oltre che della situazione greca si è parlato anche della successione a Jean-Claude Trichet alla Bce che lascia dal prossimo 31 ottobre. La Germania però non ci starebbe ad abdicare al suo ruolo di controllore dell’economia del Vecchio continente e secondo le indiscrezioni riportate sempre da Der Spiegel, la Merkel starebbe ancora valutando la possibilità di non sostenere Mario Draghi. Il cancelliere, riporta la Reuters, starebbe prendendo in considerazione l’idea di sostituire il francese Dominique Strauss-Kahn proprio con Draghi alla guida dell’Fmi. L’attuale numero uno del Fondo potrebbe presto dimettersi per correre alle primarie socialiste per le elezioni presidenziali del 2012 in Francia e in caso di vittoria affrontare proprio Nicolas Sarkozy, che nei giorni scorsi si è detto «felice di appoggiare un italiano alla Bce» (e lasciare quindi Strauss-Kahn all’Fmi). Il mandato di Strauss-Kahn scade a ottobre 2012 e lo vincola a non fare politica finché occupa il posto di direttore generale dell’istituto.

Senza contare che il valzer di poltrone non riguarda solo la presidenza dell’Eurotower e dell’Fmi. L’eventuale elezione di Draghi comporterebbe l’addio di Lorenzo Bini Smaghi al comitato esecutivo della Bce.