GUIDO NOVARIA, La Stampa 6/5/2011, 6 maggio 2011
Che cosa sono gli alpini? - Domenica a Torino si tiene l’84˚raduno degli alpini. Quando nacquero come corpo dell’esercito? Gli alpini nacquero ufficialmente il 15 ottobre del 1872 come specialità dell’arma di fanteria destinata all’impiego nella difesa dei valichi alpini e nella guerra in montagna
Che cosa sono gli alpini? - Domenica a Torino si tiene l’84˚raduno degli alpini. Quando nacquero come corpo dell’esercito? Gli alpini nacquero ufficialmente il 15 ottobre del 1872 come specialità dell’arma di fanteria destinata all’impiego nella difesa dei valichi alpini e nella guerra in montagna. Pochi mesi prima, il capitano Giuseppe Domenico Perrucchetti, ritenuto il «padre» del corpo, pubblicò uno studio in cui ribadiva come la difesa delle Alpi dovesse essere affidata alla gente di montagna. Quale fu la loro prima missione? Il «battesimo del fuoco» degli alpini avvenne durante la campagna d’Eritrea, quando il presidente del Consiglio Francesco Crispi spedì un contingente nell’inverno 1895/96 dopo gli insuccessi dell’Amba Alagi e di Macallé nel tentativo di riconquistare territori persi. Quanti furono gli alpini impiegati nella Grande Guerra? Il 24 maggio 1915 gli alpini occuparono i più importanti passi alpini, dallo Stelvio alle Alpi Giulie al Pasubio. Durante il conflitto le truppe alpine arrivarono a contare 88 battaglioni con 311 compagnie per un totale che sfiorava gli 88 mila uomini. Vanno aggiunti 67 gruppi di artiglieria da montagna con 175 batterie. Dei 61 battaglioni alpini esistenti nel novembre 1918, ne furono sciolti più della metà alla fine del 1919. Che ruolo ebbero invece nella Seconda guerra mondiale? Dalla battaglia delle Alpi alla ritirata sul Don, la Seconda guerra mondiale vide 315 mila alpini impegnati sul confine francese nella battaglia delle Alpi del giugno 1940. Due anni dopo venne inviato sul fronte russo un Corpo d’armata alpino – inquadrato nell’Armir – composto dalle Divisioni Cuneense, Tridentina e Julia. La poderosa offensiva sovietica dell’inverno 1942/43 ebbe conseguenze tragiche anche per le tre divisioni alpine attestate nella difesa del Don; i soldati italiani dovettero ripiegare con una lunga marcia nella steppa russa, finendo costrette alla resa, mentre i superstiti della divisione Tridentina riuscirono ad aprirsi la strada dopo una serie di disperati combattimenti. In Italia, dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, migliaia di alpini aderirono alle formazioni partigiane, altri entrarono nella neonata Repubblica Sociale Italiana. Come sono organizzate le truppe degli alpini? Verso la metà degli anni Cinquanta le truppe alpine vennero riorganizzate in cinque brigate: Taurinense, con il comando a Torino; Orobica, di stanza nell’Alto Adige occidentale, con il comando a Merano; Tridentina, di stanza in Alto Adige orientale, con il comando a Bressanone e i reparti in val Pusteria e valle Isarco; Cadore, operante in Veneto con il comando a Belluno e i reparti nel Cadore; Julia, di stanza in Friuli con il comando a Udine e i reparti in Carnia (più un battaglione L’Aquila distaccato in Abruzzo); bacino di reclutamento nella provincia di Treviso, in Friuli-Venezia Giulia, in Abruzzo e nella provincia di Isernia. Negli anni Cinquanta nacquero gli alpini paracadutisti Monte Cervino, specialità nella specialità, che tuttora rappresenta l’élite delle truppe alpine. Il reclutamento avveniva ancora su base regionale, così come nel 1872 aveva voluto il generale Perrucchetti. Oggi quante sono le brigate sopravvissute? Soltanto due. La Taurinense e la Julia, brigate formate da soldati professionisti, pronti all’impiego soprattutto nelle numerose missioni all’estero sotto l’egida della Nato e dell’Onu. Qual è l’emblema degli alpini? Senza dubbio il cappello. È composto da elementi che rappresentano il grado, il battaglione e la specialità di appartenenza. Il cappello ultima versione fu introdotto nel 1910. Sul lato sinistro è infilata la penna, leggermente inclinata all’indietro, di corvo nera per la truppa, di aquila marrone per i sottufficiali e gli ufficiali inferiori, di oca bianca per gli ufficiali superiori e i generali. Gli alpini sono impegnati anche in operazioni civili? Sì certo, e parecchi sono stati i riconoscimenti. Si comincia con la medaglia di bronzo al valor civile concessa al Battaglione Valle Stura intervenuto a spegnere un incendio in valle Stura di Demonte nel 1883. Ma gli Alpini si distinsero nelle operazioni di soccorso alle popolazioni colpite dal terremoto di Messina del 1908, nel disastro del Vajont nel 1963, nei terremoti del Friuli, dell’Irpinia e del Molise, nell’alluvione della Valtellina del luglio 1987, e ancora dopo nel sisma in Umbria e delle Marche del 1997 e nel recente terremoto dell’Aquila. Accanto ai militari in servizio, operano sempre di penne nere in congedo inquadrate nella Protezione civile organizzata dall’Ana, l’Associazione nazionale alpini, costituita a Milano l’8 luglio 1919 dagli alpini reduci dalla Grande Guerra.