FRANCESCO SEMPRINI, La Stampa 6/5/2011, 6 maggio 2011
Quanto costa la testa di Osama - Navy Seals in azione Uomini delle forze speciali d’élite si calano con una corda dall’elicottero
Quanto costa la testa di Osama - Navy Seals in azione Uomini delle forze speciali d’élite si calano con una corda dall’elicottero. L’unità operativa fondamentale dei Seals è composta da 16 uomini (2 ufficiali e 14 soldati). Il loro motto è «l’unico giorno facile era ieri». Non sono ammesse le donne. All’indomani dell’eliminazione di Osama bin Laden per gli Stati Uniti è il momento di fare un primo bilancio di medio termine nella lotta al terrorismo. Il leader di Al Qaeda è costato un’enormità al Paese in termini di vite umane, sofferenza e ricadute sociali, ma anche dal punto di vista economico il prezzo pagato è assai elevato. A conti fatti il «most wanted» del terrorismo islamico ha costretto gli Usa a spendere almeno 2.000 miliardi di dollari prima di giungere alla sua cattura, quasi il 15% del debito pubblico del Paese. A dirlo è il Congressional Research Service (Crs), l’osservatorio indipendente di Capitol Hill, secondo cui la cifra si riferisce al denaro sborsato dai contribuenti americani per sostenere la lotta al terrore in tutte le sue forme, e non include i cosiddetti «oneri indiretti». Sono tre le principali voci di spesa, ovvero Iraq, Afghanistan e Sicurezza nazionale. Il ragionamento formulato dal Financial Times sulla base dei dati elaborati da Crs è il seguente: «Assumendo che gli attacchi dell’11 settembre non sarebbero avvenuti senza Bin Laden, e che le guerre in Afghanistan e in Iraq non sarebbero state dichiarate senza l’11 settembre, il leader di Al Qaeda è costato agli americani circa 2.000 miliardi di dollari». La seconda missione nel Golfo è costata 806 miliardi di dollari, quella in Asia Centrale 443 miliardi, mentre per il terzo fronte della lotta al terrorismo sono stati stanziati 690 miliardi. Dalle stime del Crs emerge che dal 2001 ad oggi il Congresso ha richiesto 1.283 miliardi di dollari in più in spese militari oltre a quelli regolarmente stanziati. Lo sforzo straordinario toccherà i 1800 miliardi di dollari entro il 2021 secondo l’osservatorio del Congresso che sottolinea come i costi non tengano conto dell’inflazione e del pagamento degli interessi. Nonostante il ritiro dall’Iraq e il previsto calo dei fondi destinati alla missione in Afghanistan, nel complesso la guerra al terrorismo costringerà gli Stati Uniti a far fronte a una serie di impegni straordinari. I costi per la sicurezza interna sono sempre cresciuti dal 2002 ovvero dalla creazione dell’Homeland Security, il primo dipartimento creato dal 1989, quando si diede vita a quello per gli Affari dei veterani. Dopo gli attacchi terroristici al World Trade Center e al Pentagono, la sindrome da attentato ha scatena un bisogno compulsivo di protezione tra gli americani che hanno costretto Capitol Hill a stanziare somme sempre maggiori nell’ambito della finanziaria. Ed anche oggi che governo e opposizione si confrontano sulla riduzione di deficit e debito nessuno sembra intenzionato a ritoccare i fondi destinati alla Homeland Security. Secondo gli esperti oltre ai 690 miliardi di dollari extra (attualizzati) stanziati per il nuovo dipartimento dal 2002 al 2011, ci sono 417 miliardi sostenuti per i ritardi dei passeggeri riconducibili ai controlli supplementari e altri costi indiretti. Per alcuni esperti si tratta per lo più di «denaro sprecato». Facendo un rapporto «costi-benefici» infatti somme del genere avrebbero potuto essere giustificate se prevenivano o sventavano quattro attentati al giorno come quello fallito a Times Square lo scorso maggio. Posto che il fronte più oneroso della lotta al terrorismo è quello dell’Homeland Security e i costi una tantum delle guerre in Afghanistan e in Iraq sono stati più alti del previsto, occorre però anche dire che i danni all’economia globale sono stati minori di quanto si temeva. Bin Laden ha aggiunto costi sulle spalle dei contribuenti americani ma ha in sostanza fallito nel mettere fine al capitalismo come sistema. Diverso è il discorso per gli Stati Uniti che ai tempi degli attacchi alle Torri Gemelle stavano appena uscendo dalla crisi causata dalla bolla Internet. Secondo il premio Nobel, Joseph Stiglitz, Bin Laden ha contribuito a modificare la struttura economica americana. I soldi dei contribuenti destinati a capitoli di spesa «produttivi», come ricerca e sviluppo, sono stati dirottati per anni verso gli stanziamenti bellici, causando la fuga di investimenti privati. Non solo - spiega Stiglitz - perché la guerra in Iraq ha causato un balzo dei prezzi del greggio e ha dato impulso a una politica monetaria espansiva che da sole hanno causato danni all’economia americana per 3.000 miliardi di dollari.