Fabrizio Roncone, Corriere della Sera 06/05/2011, 6 maggio 2011
IL RITORNO DI VILLARI: «MA NON MI HANNO COMPRATO» —
Sottosegretario ai Beni Culturali, senatore Riccardo Villari... Però, suona bene, eh? «Senta: ci conosciamo da qualche tempo, e sa che sono dotato di ironia. Ma stavolta non mi va di stare al gioco e...» . Non è un gioco. Comunque, va bene: passiamo alle domande serie. Numerosi osservatori sostengono che lei, senatore, sia andato all’incasso. «All’incasso? Io?» . Sì, lei. Con Silvio Berlusconi. «No, guardi: lei sta intervistando il sottosegretario sbagliato» . E perché? «Per il semplice motivo che il governo, dal sottoscritto, non ha tratto, tecnicamente, alcun vantaggio. A Palazzo Madama, i numeri del premier sono sempre stati perfetti, per governare. E quindi...» . Quindi? «Beh, con me non c’era alcun mercato da fare» . Mercato. «Sì sì, usiamo le parole, i termini giusti... A me, nessuno mi si doveva comprare. Sarebbero arrivati alla fine della legislatura anche senza il sottoscritto» . Ma qualcuno che aveva un prezzo, forse, c’è stato. «Vede, una certa logica mercantile, se ha interessato qualcuno, e probabilmente lo ha interessato, è stata fisiologica e marginale» . Qualcuno che ha fatto il salto della quaglia in cambio di... «C’è sempre. E, sì, è evidente: qualcuno c’è stato anche stavolta» . Va bene, senatore: ci sono quelli che saltano come quaglie in cambio di qualcosa, e però c’è anche lei, che pure fu tra i fondatori del Pd. «Allora, mi ascolti: io non solo fui tra i fondatori del Partito democratico, ma fui tra quelli che manifestarono forse maggior entusiasmo per l’idea di quel nuovo partito che fondeva il solidarismo cattolico e il riformismo che arrivava da sinistra... poi, però, cos’è successo?» . Lo dica lei cos’è successo. «Sono cambiati tre segretari: nell’ordine Veltroni, Franceschini e Bersani; uno dei fondatori, Rutelli, se ne è andato, e dietro di lui se ne sono andati altri trenta parlamentari, e tanti ancora, come si sa, sono lì, minacciosi, con le valigie pronte, non appena si affronta un tema etico che non sia di loro gradimento...» . Lei fu espulso dal Pd dopo la sua esperienza alla presidenza della Commissione di vigilanza Rai, che ottenne grazie ai voti del Pdl. «Vicenda consumata. Dove io, probabilmente, commisi degli errori: ma subendo calunnie e insolenze, accusato di essermi venduto al nemico politico, protagonista di chissà quali trame... un vergognoso tiro al piccione dal quale, francamente, pensavo mi avrebbero difeso i vertici del mio partito di allora, appunto il Pd. Invece, solo un silenzio ammiccante. Per questo, a settembre...» . Settembre di quale anno? «Lo scorso settembre, il settembre del 2010, due anni dopo la mia espulsione, due anni trascorsi nel gruppo misto, quindi del tutto marginalizzato, isolato, ignorato dai mezzi di informazione e, per essere cinico fino in fondo, senza neppure un partito di riferimento in caso di elezioni...» . Cosa fece nel settembre scorso? «Non se lo ricorda?» . È lei ad essere intervistato, senatore. «Embé mi alzai e dissi: io sono un politico di territorio, ho i miei amici in Campania, ho amministratori che mi chiedono cosa fare... e io sapete cosa gli ho risposto alle ultime regionali? Gli ho detto: non votate per De Luca, il sindaco diessino di Salerno, ma per Caldoro, il candidato del Pdl, un socialista riformista che conosco da tempo...» . Continui. «Aggiunsi: è vero, il Pd mi ha espulso, ma sono io, ora, che me ne andrei, prendendo atto del fallimento di un partito che, di fatto, non esiste più» . Fu un discorso che non portò numeri, il governo non ne aveva bisogno al Senato, ma certo segnò una tendenza forte. «Tendenza? Amico mio, io faccio politica. E dopo due anni e mezzo aprii un dialogo politico con la maggioranza. Tutto qui» . Cosa le offrì il Cavaliere? «Non si permetta di...» . Mi perdoni, insisto: cosa le offrì Berlusconi in cambio di quel suo discorso che fu oggettivamente affascinante? «Non mi offrì niente. E lei, guardi, a questo punto, può anche non credermi. L’importante è che io, stasera, mi addormenterò sereno» . (È un medico epatologo di 55 anni, a differenza di altri è una persona colta, elegante. Con un carattere imprevedibile, curioso miscuglio tra rigore e istinto. Napoletano, tifoso del Napoli. Ieri indossava una cravatta verde molto chic).
Fabrizio Roncone