Guido Olimpio, Corriere della Sera 06/05/2011, 6 maggio 2011
I SEGRETI DEL COVO DI BIN LADEN: «STUDIAVA UN ALTRO 11 SETTEMBRE» —
Hanno appena iniziato a esaminare la documentazione e i computer sequestrati a Osama ma qualcosa già trapela. Nel febbraio del 2010 Al Qaeda ha ipotizzato di colpire il sistema ferroviario americano per causare un alto numero di vittime. L’idea era di far deragliare un treno nel decimo anniversario dell’ 11 settembre. Magari facendolo precipitare da un ponte dopo aver sabotato i binari. La rivelazione, contenuta in un’informativa di Homeland Security e Fbi, è accompagnata da una precisazione: il piano non era entrato ancora nella fase operativa, non esiste alcuna minaccia specifica e si tratta di uno dei molti scenari considerati dai terroristi. Inoltre, a confermare la vaghezza della segnalazione, non si hanno indicazioni su un luogo geografico particolare, dove organizzare l’attentato. I treni, insieme agli aerei, sono stati sempre tra gli obiettivi preferiti dai qaedisti. Ci sono diverse stragi di grandi proporzioni a confermarlo: Madrid, Londra e un paio di attacchi in India. Centinaia le vittime. E anche durante il massacro negli hotel di Mumbai alcuni membri del commando hanno preso di mira la stazione ferroviaria. Sono bersagli che non hanno valore simbolico, ma permettono a chi attacca di provocare molti morti e di sconvolgere un sistema di trasporto comune. Le indiscrezioni sono comunque solo all’inizio. I tecnici dell’Fbi, chiusi negli uffici di Quantico, devono scardinare i programmi criptati che proteggono i laptop portati via da Abbottabad. Con loro lavorano anche dei traduttori, in quanto i testi non sono in inglese. Dalle memorie — chiavette, hard drive— possono uscire informazioni su vecchi progetti di Al Qaeda e dettagli operativi. Ma quello che fa più gola sono dati riguardanti altri membri dell’organizzazione. O indicazioni per prevenire progetti criminali: un agente dell’Fbi ha affermato che sono stati recuperati schemi e riferimenti a siti dove si considerano diverse opzioni d’attacco. Alcuni esperti hanno però osservato che, a quest’ora, i qaedisti sono consapevoli che parte della loro sicurezza è compromessa. Il vantaggio per chi indaga è che i seguaci di Osama non sanno cosa esattamente è stato scoperto. Nel frattempo le fughe di notizie possono essere anche un tentativo di dissuadere i terroristi. «Guardate che sappiamo quello che avete in mente» , è il messaggio. Questo potrebbe spingere i qaedisti a ripensarci. Ma l’esperienza ha dimostrato che a volte le cellule non demordono e vanno avanti lo stesso. E’ accaduto nel corso di un’indagine su una cellula tedesca. Se dai file di Osama spunteranno risvolti operativi più precisi vorrebbe dire che il leader di Al Qaeda aveva un ruolo attivo e non di pura ispirazione. Una tesi che emersa nelle ore successive alla sua uccisione e probabilmente avvalorata da un esame sommario della documentazione sequestrata. Un Bin Laden che non si limita a distribuire saltuari sermoni via Internet ma che è parte del «fronte» . Non è neppure da escludere che nel computer del fondatore di Al Qaeda ci siano le bozze di possibili operazioni presentate dai suoi uomini. Piani che attendevano l’approvazione dell’Emiro. Nella fase di preparazione dell’attacco all’America, Khaled Sheikh Mohammed aveva esposto almeno un paio di progetti che erano stati respinti da Osama perché ritenuti non fattibili. Dissidi che avevano irritato lo stesso Mohammed convinto del successo.
Guido Olimpio