Ettore Livini, la Repubblica 6/5/2011, 6 maggio 2011
LICENZIATI
& CONTENTI -
Lavorare rende, specie ai vertici di una società quotata in Italia. A Piazza Affari, però, la vera strada per far soldi a palate è ormai un´altra: farsi licenziare. L´ultimo fenomeno nella lista dei "cacciati e vincenti" è Fausto Marchionni che per le dimissioni dalla galassia Sai-Fondiaria si metterà in tasca una buonuscita da 10 milioni di euro, cui va aggiunto il Tfr maturato in 45 anni di servizio in casa Ligresti. Un addio d´oro malgrado il manager esca di scena lasciando in ricordo ai soci Fonsai un miliardo di perdite nel 2010 e un titolo che ha perso l´85% del suo valore dal 2007.
Il suo è solo l´ultimo caso. Cesare Geronzi si è appena consolato del tormentato divorzio dalle Generali con un assegno da 16 milioni, qualcosa come 46mila euro al giorno, tanto per elaborare il lutto. Un deja vu nel suo caso, visto che il banchiere di Marino ha già all´attivo del suo conto in banca 20 milioni di gratifica per l´uscita da Unicredit e Capitalia.
Il recordman assoluto in questa ambitissima classifica resta il per ora inarrivabile Cesare Romiti, grazie ai 50 milioni incassati dalla Fiat. Seguito a debita distanza da Alessandro Profumo, uscito dalla solita Unicredit con una dote in contanti da 38 milioni, e da Matteo Arpe che ha mancato l´aggancio per poche centinaia di migliaia di euro, chiudendo la sua breve e brillante carriera in Capitalia (silurato dal solito Geronzi) con un premio di consolazione da 37,4 milioni. L´elenco potrebbe proseguire con un altro bel gruppo di jackpot a due cifre e una certezza: a Piazza Affari (almeno lì) lavorare non è un peso. Male che vada, si è licenziati...