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 2011  maggio 05 Giovedì calendario

MOVIMENTO D’IMMAGINI

Da quest’anno sono le immagini in movimento il contenuto più richiesto in rete. L’invasione del video si è compiuta, tra tre anni rappresenterà il 90% del traffico Ip. Telegiornali, filmini amatoriali, serie tv, cinema e documentari rimbalzano sulla rete per arrivare ai nostri schermi. Il fenomeno ha radici lontane. Le telecamere digitali, poi Youtube, le rete di distribuzioni dei contenuti e oggi lo streaming video. I padroni del tubo, gli internet provider e gli operatori di tlc hanno previsto che quest’anno si sarebbe consumato il sorpasso del video sul peer-to-peer. Nel 2014, calcola Cisco, la rete Ip (fisso e mobile) sarà quattro più estesa di oggi e parlerà la lingua delle immagini. In byte fanno 64mila petabytes all’anno. Per avere a grandi linee una immagine di questo numero basti pensare che se volessimo racchiudere in un file il video di 70 anni di vita avremmo bisogno di 1 petabytes e mezzo di spazio.

Per ora nessuno è in grado di smentire queste previsioni. Anzi, si rischia di sbagliare per difetto. La comunità di chi "fa uso" di video online ha abbondantemente superato il miliardo di persone. Ma prima ancora dell’audience, sorpende l’offerta. Se oggi qualcuno non volesse perdersi neppure un secondo i video trasmessi sul web dovrebbe passare con gli occhi incollati allo schermo 72 milioni di anni. In Italia, i numeri sono un po’ diversi. Da noi il sorpasso con il peer-to-peer non è ancora avvenuto. Eppure, secondo Nielsen 14 milioni di italiani cliccano video online. Una platea che rappresenta poco meno della metà dei telespettatori ma cresce al ritmo del 30% all’anno e che passa quantitativamente sempre più tempo connessa in streaming. Qualche cosa comincia a scricchiolare nell’ecosistema dei media. Per la prima volta in 20 anni negli Stati Uniti calano gli americani che possiedono un televisore (da 98,9 a 96,7 per cento). Solo due punti percentuali ma bastano a ipnotizzare inserzionisti, pubblicitari ed editori. La dieta mediatica sta cambiando. Tanto che su questi consumi si sta consumando una confronto fra operatori di tlc, istituzioni e over the top (Google, Facebook eccetera). Sul tavolo ci sono gli investimenti per le reti di nuova generazioni, ma anche la net neutrality e le regole per riformare il diritto d’autore. La geografia del potere su internet dipenderà da queste decisioni. E il video sarà, anzi è l’unità di misurare per misurare le forze in campo.