Guido Olimpio, Corriere della Sera 05/05/2011, 5 maggio 2011
LA FIGLIA DODICENNE: «UCCISO DOPO LA CATTURA» —
La «nebbia di guerra» , le motivazioni politiche, il desiderio di proteggere le fonti e un po’ di confusione hanno fatto emergere verità diverse sugli ultimi 40 minuti di vita di Osama. Con molte contraddizioni. E anche nuove sorprese. Cuciti all’interno della tunica di Bin Laden hanno trovato 500 euro e due numeri telefonici. Un piccolo kit di emergenza nel caso di una fuga precipitosa. Ora quei numeri, insieme ai computer e a 10 telefonini sequestrati, diventano preziosi per le indagini. Sul «tesoro» sta lavorando un team interforze che si avvale anche di «macchine» per decifrare i codici. L’intelligence spera di risalire a personaggi di Al Qaeda rimasti fino ad oggi sconosciuti e magari di individuare il braccio destro di Bin Laden, Ayman Al Zawahiri. A questo proposito i movimenti dei corrieri che vivevano nella casa di Abbottabad possono fornire una traccia. E si riesamina anche il caso di Umar Patek, un terrorista indonesiano catturato in marzo in questa zona. Sviluppi che si intrecciano alla storia più complessa dell’attacco. L’Operazione Geronimo — affermano i bene informati — non ha mai previsto che Bin Laden potesse essere preso vivo. Una missione «find, fix, finish» : trova, sistema, finisci. E la conclusione era la morte. Dopo il blitz le fonti Usa lo hanno ammesso. Poi, preoccupati delle reazioni, hanno corretto: c’era un piano per catturarlo e interrogarlo. Ma i Seals non hanno avuto scelta— si precisa— perché Osama ha cercato di avvicinarsi ad un’arma: «Il nostro è stato un atto di autodifesa. Un’azione assolutamente legale» . Un soldato ha usato la tecnica «double tap» . Due colpi ravvicinati. Il primo al petto, l’altro alla testa. L’inverso di quello che prevede la procedura. La figlia dodicenne del terrorista, invece, ha sostenuto che il padre è stato catturato e poi ucciso. Un’esecuzione smentita dalla Cia. Secondo la prima versione di John Brennan, consigliere del presidente ed ex agente Cia, Bin Laden si è fatto scudo della moglie ed era armato. Martedì gli americani hanno riconosciuto che era disarmato. E la moglie Amal — 29 anni, la preferita— ha cercato di aggredire un soldato che ha risposto ferendola a una gamba. La donna sarebbe ora in Pakistan, quanto alla salma del figlio di Osama girano molte voci. La sorella afferma che è stato portato via dai soldati americani. Sul bilancio finale c’è grande incertezza. Dal Pakistan sostengono che i morti sono 5 e tra questi «anche la moglie» . Come aveva affermato Brennan nel briefing post-attacco. Notizie smentiscono questo quadro: gli americani avrebbero chiesto di poter interrogare la donna incontrando però il no pachistano. Altra domanda: cosa ha visto Obama mentre seguiva la diretta dell’attacco? Fino a 24 ore fa sembrava che avesse seguito l’intera operazione e c’erano le foto ufficiali che mostravano il suo volto teso nella situation room. Ha assistito anche all’uccisione di Osama? Molti pensavano di sì, poi è arrivata la precisazione: c’è stato un black out di 20-25 minuti. Due sono le cose. L’ultima fase non è stata ritrasmessa dalla sede Cia alla Casa Bianca. Oppure opportunità politiche hanno consigliato di «cancellare» una situazione che vedeva il presidente testimone della morte del terrorista. Un interrogativo appassiona i tecnici. L’elicottero è stato colpito o lo ha bloccato un’avaria? La seconda ipotesi sembra la più probabile. Resta la confusione sul numero dei velivoli (2 o 4) e un piccolo giallo. E’ possibile che i Seals abbiano usato un elicottero di nuova concezione, capace di sfuggire ai radar. E nei cieli pachistani avrebbe compiuto numerose incursioni un drone di ultima generazione, noto come la «Bestia di Kandahar» . Un velivolo senza pilota RQ 170 dotato di sofisticati apparati. Cambiano anche i dettagli dell’inchiesta Cia. Nell’immediatezza dell’operazione si è sostenuto che detenuti a Guantánamo e nelle prigioni segrete— quindi sottoposti a torture— hanno fornito dati cruciali. Rivelazione subito cavalcata dai fautori dei sistemi forti e non smentita. Ieri, l’importanza di quelle dritte è stata sminuita. La Casa Bianca ha parlato di un’indagine più ampia, con intercettazioni e voli di aerei spia. Una «raccolta» che però non ha dato alla Cia la sicurezza che l’uomo nell’edificio fosse proprio Bin Laden. In un’occasione, un satellite ha individuato un uomo del cortile che poteva essere il capo di Al Qaeda ma non sono poi riusciti ad avere conferme. E neppure sapevano se Osama portasse una cintura esplosiva o avesse minato il suo rifugio. Quando i commandos sono entrati c’era il timore di una trappola.
Guido Olimpio