Alessandro Merli, Il Sole 24 Ore 5/5/2011, 5 maggio 2011
LISBONA CONGELA SALARI E PENSIONI
L’appoggio dell’opposizione portoghese al pacchetto di aiuti internazionali da 78 miliardi di euro ha messo ieri il sigillo al piano che verrà presentato stamane nei dettagli, prima dal Governo di Lisbona, poi dalla "troika" dei negoziatori, composta da Commissione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario.
I mercati finanziari hanno accolto bene l’annuncio dato martedì in serata dal primo ministro José Socrates, anche se operatori e investitori concordano che la concessione dei prestiti internazionali non risolverà i problemi del Portogallo, come dimostra l’esperienza della Grecia, il primo Paese a far ricorso agli aiuti Ue-Fmi, giusto un anno fa, per la quale i mercati continuano a pronosticare una ristrutturazione del debito. Un’asta di titoli a tre mesi a consentito ieri al Tesoro di Lisbona di collocare 1,12 miliardi di euro, oltre il quantitativo previsto di un miliardo, seppure al rendimento crescente del 4,652%, rispetto al 4% del 20 aprile.
L’incognita più pesante che grava sul Portogallo è quella dell’insufficiente crescita dell’economia, asfittica fin dall’inizio del decennio passato. Il piano che verrà annunciato oggi prevede una contrazione del 2% sia nel 2011 sia nel 2012, una drastica correzione al ribasso rispetto alle precedenti stime del Governo. A fronte di questo e del fatto che nelle ultime settimane il deficit per il 2010 è stato ritoccato al rialzo, al 9,1% del prodotto interno lordo, il risanamento dei conti pubblici viene spalmato su un anno in più, con il raggiungimento dell’obiettivo del 3% solo nel 2013. L’aggiustamento per quest’anno resta dell’ordine di un 3% del pil. I salari pubblici e le pensioni verranno congelati fino al 2013. La maggior parte del documento concordato a Lisbona riguarda misure strutturali per migliorare la competitività e il potenziale di crescita, ma queste restano abbastanza indefinite e soprattutto la loro implementazione è affidata al Governo che uscirà dalle elezioni del 5 giugno. È tuttora altamente incerto che si tratti di un esecutivo con la maggioranza necessaria per far passare queste riforme, cui tutti i partiti portoghesi hanno resistito negli ultimi 15 anni.
L’imminenza del voto ha condizionato tutta la partita del negoziato, inducendo il Governo a rinviare di mesi il ricorso agli aiuti, provocando non poca irritazione in Europa. Anche il tono dell’annuncio di Socrates, che ha cercato di presentare l’accordo come un piano che consentirà al Portogallo di uscire dalla crisi senza dover affrontare duri sacrifici, è apparso smaccatamente elettoralistico.
Il programma prevede privatizzazioni per 5,5 miliardi di euro quest’anno, con la messa in vendita delle quote tuttora in mano statale delle società elettriche Edp (produzione e distribuzione) e Ren (rete), e possibilmente la compagnia aerea Tap. Entro il 2012 dovranno andare ai privati altri due grandi gruppi pubblici. Il tabù della politica portoghese, la Cgd, la più grande banca del Paese, non viene toccato, ma dovrà vendere la controllata in campo assicurativo e presumibilmente le attività all’estero.
Dei 78 miliardi di euro, 12 miliardi sono destinati a ricapitalizzare il settore bancario, portando il capitale core tier 1 al 9% quest’anno e al 10 il prossimo. Colpite dai successivi declassamenti del debito pubblico e dall’aumento delle sofferenze a causa della crisi, le banche si sono trovate nei mesi scorsi nell’impossibilità di raccogliere fondi sui mercati, approvvigionandosi quasi esclusivamente presso la Bce. Diversi maggiori istituti però non sono lontani dagli obiettivi imposti dal piano e i loro vertici si sono dichiarati convinti di poterli raggiungere con la dismissione di attività senza dover attingere agli aiuti, parere condiviso ieri dalla Banca centrale.
Il piano dovrà essere approvato all’unanimità a metà maggio dai ministri finanziari europei e successivamente dal board dell’Fmi in modo da consentire l’esborso della prima tranche per far fronte alla scadenza di debito per 4,9 miliardi di euro a metà giugno.