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 2011  maggio 05 Giovedì calendario

Scatta in bagno il blitz mani pulite su virus e batteri - Lavarsi le mani allunga la vita: dimenticare l’antica, buona abitudine inculcata in famiglia, rischia di avere conseguenze gravi

Scatta in bagno il blitz mani pulite su virus e batteri - Lavarsi le mani allunga la vita: dimenticare l’antica, buona abitudine inculcata in famiglia, rischia di avere conseguenze gravi. Non solo in ospedale e nei luoghi di cura, dove, come registrano i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità, una buona igiene delle mani riduce del 50% le infezioni ospedaliere, ma anche nella vita di tutti i giorni. «Forme influenzali, salmonella, enterovirus, rotavirus che soprattutto nell’infanzia sono veri flagelli, si possono trasmettere attraverso le mani» spiega l’infettivologo dell’istituto pediatrico Gaslini Elio Castagnola, intervenuto ieri all’affollato seminario di aggiornamento dedicato proprio all’igiene delle mani degli operatori come mezzo per evitare complicanze. In Europa oltre 4 milioni di pazienti l’anno sono colpiti da 4 milioni e mezzo di episodi di infezioni legate alla cura, che provocano 37 mila decessi e costano 7 miliardi. Per questo oggi si celebra la giornata mondiale dell’igiene delle mani, una sorta di celebrazione di mani pulite per una volta nel vero senso della parola e non nell’accezione giudiziaria. Ogni centimetro quadrato di pelle è colonizzato da un migliaio di batteri: un esercito stanziale che può diventare di colpo ferocemente aggressivo se non viene tenuto sotto controllo. Il pericolo si annida sul maniglione del carrello della spesa, sui sostegni dei mezzi pubblici, sulle porte dei locali. Per non parlare di starnuti e colpi di tosse soffocati con le dita davanti alla bocca. Lavarsi le mani è l’unico modo per difendersi e salvaguardare gli altri. Ma lavarsele bene, come consigliano gli esperti. Quindi via anelli e orologi, sotto i quali i germi rimangono al sicuro per mesi, sapone passato anche fra le dita, mentre si auspica il ritorno del vecchio spazzolino per le unghie che, pur non più listate a lutto come quelle dei bimbi di una volta, sono ricettacolo di germi quanto più sono lunghe e ricostruite: vi si annidano stafilococchi e alte concentrazioni di batteri. In questo senso anche lo smalto scheggiato è un pericolo. «Per questo le unghie delle infermiere devono essere sotto il mezzo centimetro e le dita senza anelli» dice Ivana Baldelli, caposala responsabile del gruppo operativo di controllo del Gasini. Lavarsi le mani, quindi, ogni volta che si rientra a casa, sempre prima dei pasti, sempre, inutile dirlo, dopo essere stati alla toilette. I bambini, che spesso mettono le dita in bocca, sono i soggetti più a rischio: è bene quindi cominciare l’educazione all’igiene fin da piccoli. E alle mamme la raccomandazione di tenere ancora più d’occhio i figli all’arrivo dell’estate di giochi con terra e sabbia. «In quei paesi in cui la scelta è tra bere o lavarsi, purtroppo le infezioni dilagano» dice il professor Castagnola. Più pericoloso lo sporco «naturale» di un tempo o la sozzura da metropoli? «Pericoli diversi ma equivalenti dal punto di vista delle patologie trasmissibili». Anche se una mano scurita dallo sporco «naturale» non passa inosservata e quindi lavarsi è d’obbligo, mentre una mano esteticamente curata ma «contaminata» può indurre a sottovalutare il problema. E a chi sostiene che lavarsi spesso sciupa la pelle, Castagnola risponde lapidario: «Di troppa pulizia non è mai morto nessuno, di scarsa igiene a milioni».