MARIO CALABRESI, La Stampa 5/5/2011, 5 maggio 2011
“Il futuro è ancora nel gas E l’Italia ha le carte giuste” - Domani mattina Paolo Scaroni verrà riconfermato alla guida dell’Eni per un altro triennio
“Il futuro è ancora nel gas E l’Italia ha le carte giuste” - Domani mattina Paolo Scaroni verrà riconfermato alla guida dell’Eni per un altro triennio. Se gli si chiede se abbia mai avuto dubbi sul rinnovo risponde di ritenerlo «quasi un passaggio scontato», perché non ha «mai registrato tentennamenti» e perché ritiene che dopo sei anni come amministratore delegato del Cane a sei zampe si sia scelto di prediligere «la continuità di gestione». Scaroni in questi giorni è particolarmente ottimista e sorridente, non tanto per la riconferma, quanto per il mutare degli scenari mondiali. Basti pensare alle tensioni che circolavano intorno alle scelte strategiche dell’Eni nei giorni della pubblicazione dei file di Wikileaks, con l’accusa di aver scommesso su una linea eccessivamente filo-russa e di aver troppo puntato sul gas di Putin. Era l’autunno del 2010 e sulle prime pagine dei giornali spiccavano le polemiche e le incomprensioni con gli americani. «Oggi - esordisce - vediamo un futuro migliore rispetto a sei mesi fa: non posso nascondere che quelle che sono state cattive notizie per il mondo sono notizie relativamente buone per l’Eni e lo scenario mondiale completamente cambiato premia proprio le nostre scelte strategiche». La prima delle notizie «buone» per il gigante italiano degli idrocarburi è l’abbandono o il ridimensionamento dei programmi nucleari in molti Paesi dopo l’incidente di Fukushima. «L’utilizzo di gas è destinato ad aumentare nel mondo, lo vediamo già in Giappone dove è nata una nuova domanda pari a 10 miliardi di metri cubi e una quantità simile sarà necessaria alla Germania dopo l’annuncio della cancelliera Merkel di voler spegnere le sette centrali nucleari più vecchie». Lei ritiene così automatica una crescita della richiesta di gas? «La cosa più rilevante sono le aspettative: tutti pensano che nel mondo i programmi atomici verranno rallentati o fermati e io penso che il gas sarà la fonte energetica sostitutiva, perché è più semplice da utilizzare, ha bisogno di minori investimenti ed è più pulita rispetto agli altri idrocarburi. Per questo tutti pensano che il 90 per cento del nucleare che non si farà o verrà dismesso sarà sostituito dal gas». Ma non possiamo pensare che una quota possa essere riempita dalle energie rinnovabili, dall’eolico come dal solare? «L’Europa, nei prossimi dieci anni, si è già data un obiettivo molto ambizioso: il cosiddetto 20-20-20. Coprire con le rinnovabili il 20 per cento del fabbisogno energetico entro il 2020 e ridurre, sempre del 20 per cento, le emissioni di anidride carbonica. Per raggiungerlo è necessario uno sforzo titanico ed è impensabile che oltre a questo si riesca in tempi brevi anche a sostituire il nucleare». Per questo pensa che la sua politica russa oggi risulti azzeccata? «La scelta di continuare un rapporto cinquantennale con Gazprom e Mosca politica iniziata da Mattei e non da me e di portare avanti il progetto del gasdotto South Stream si è rivelata saggia e azzeccata. Il rapporto con i russi è un pilastro per la sicurezza degli approvvigionamenti europei». Proprio questo vi ha creato le note tensioni con gli americani. «Le cose sono cambiate, oggi il clima è idilliaco». Cosa avete dovuto fare per ricucire il rapporto? «Innanzitutto in Iran abbiamo fatto ciò che ci chiedevano sia loro sia il nostro governo: non firmare nuovi contratti petroliferi. Ma siamo anche riusciti a far comprendere che non possiamo lasciare il Paese e abbandonare i due impegni sottoscritti nel 2000 e 2001 finché non abbiamo riportato a casa tutti i soldi che là abbiamo investito». Resta però ancora aperto il problema del South Stream, progetto a lungo avversato dall’altra NORD AFRICA IN FIAMME SPECULAZIONE E PETROLIO SOUTH STREAM La Libia non ci preoccupa Ha portato i prezzi su Il gasdotto progettato Se c’è un cambio al potere di 30 dollari da dicembre con i russi di Gazprom chi subentra ha fretta senza che ci siano stati garantisce all’Europa di ripartire con chi lo sa fare cambiamenti nel rapporto approvvigionamenti sicuri La pipeline arriva in Sicilia tra domanda e offerta Lo sanno anche gli Usa La fiammata del prezzo del greggio, «Mi auguro che si ritrovi una stabilità al aumentato di 30 dollari tra dicembre più presto e che chi ha deciso l’intervene oggi, è quasi completamente dovuta to in Libia abbia chiaro tutto il percorso. alla speculazione: è la schiuma ad Mi lasci aggiungere che il popolo libico aver portato l’onda del brent al livello va rispettato anche perché noi da quelle dei 120 dollari». parti in un passato remoto non siamo Veniamo alla Libia, dove l’Eni ha tre stati “brava gente”». giacimenti e da cui parte il gasdot- Guardando al futuro dell’Eni, cosa to che arriva in Italia. Quanto siete farete della rete, venderete Snam preoccupati per il futuro dei vostri Rete Gas come vi è stato chiesto dai investimenti? concorrenti? «Noi non temiamo un cambio di gover- «Io sono sempre stato rigidissimo nella no, la cosa che ci preoccupa di più è mia contrarietà all’obbligo di vendere e l’instabilità, è il rischio di una somaliz- soprattutto all’idea di fissare una data zazione della Libia, una situazione in entro cui farlo, perché questo significacui sarebbe impossibile per chiunque va vendere male. Però oggi che l’Ue ha operare». concordato con la nostra linea posso Ma se i ribelli di Bengasi prendesse- guardare con tranquillità all’interesse ro il potere non temete di vedervi so- dei miei azionisti e cercare la soluzione stituiti dai francesi o dagli inglesi? migliore senza fretta». «Abbiamo sentito Da domani l’Eni troppi discorsi sen- avrà un nuovo za costrutto e trop- presidente, Giu- pe chiacchiere da seppe Recchi, co- bar, anche se ci sarà sa pensa della un nuovo governo sostituzione di parte dell’Atlantico. siamo fiduciosi di Roberto Poli? «Tutti quelli che se ne occupano, anche mantenere le nostre «L’entusiasmo e la in America, si sono resi conto che que- posizioni. Prima di freschezza di Recchi sto progetto è il migliore per la sicurez- tutto perché abbia- ci permetteranno di za degli approvvigionamenti futuri del- mo buoni rapporti lavorare bene, così l’Europa e contestualmente è scesa la fi- con il comitato rivo- comemi sono trovaducia nel progetto alternativo del Na- luzionario transito- to molto bene in quebucco per la mancanza tra i partner di rio e poi perché sulla sti anni con l’espeun Paese produttore di gas». base della nostra rienza e la saggezza I prezzi del petrolio e del gas a cau- esperienza storica sappiamo che quan- del professor Poli di cui sono amico da sa di tutti questi scenari, oltre che do c’è un cambio di regime, anche rivo- oltre trent’anni». delle rivolte nel mondo arabo, sono luzionario, chi va al potere vuole riparti- Quanto pesano nelle vostre scelte e cresciuti molto negli ultimi quattro re in fretta con le produzioni e lo fa sem- nelle vostre politiche le pressioni mesi, sono spinti da un reale fabbi- pre con chi è in grado di garantirlo e con del governo? sogno? chi ha i contratti. E poi non dimentichia- «Lei non mi crederà, così come non mi «I sommovimenti nel mondo arabo non mo che il gasdotto che parte dalla Libia credono i giornalisti, ma pressioni dal hanno portato a perdere produzioni se arriva in Sicilia». Tesoro non ne ricevo mai, non succede si eccettuano i 2 milioni di barili che pro- Cosa pensa di questa guerra e del- con Tremonti come non succedeva con duceva ogni giorno la Libia, una cifra l’atteggiamento di europei e ameri- Padoa-Schioppa. In questo l’Italia ha fatnon importante se si pensa che nel mon- cani verso Gheddafi? to dei grandi passi avanti, si è resa conto do se ne consumano 88 milioni al giorno «Io sono stato l’unico italiano che non che abbiamo 300 mila azionisti nel mone che l’Arabia Saudita ha immediata- ha partecipato alla festa delle tende ber- do che non accetterebbero condizionamente coperto quel buco». bere a Roma, ma mi sento di dire che di menti. Non va dimenticato che il mestie- Si tratta quindi solo di speculazio- Gheddafi nel mondo ce ne sono tanti e re dell’Eni non è solo italiano ma è quello ne? che in situazioni analoghe si è scelto di di produrre petrolio in Angola e vender«In questo caso la schiuma, cioè la non intervenire. Certo vedo difficile un lo negli Usa, o di estrarre gas in Egitto speculazione, è più alta dell’onda, che futuro per lui in Libia». per poi portarlo in Spagna e Giappone: è è l’incontro tra la domanda e l’offerta. Come pensa che andrà a finire? questo oltre l’80% del nostro business».