Varie, 3 maggio 2011
ADOTTARE UN CANE PER VOCE ARANCIO
«Chi non ha mai posseduto un cane, non sa cosa significhi essere amato» (Arthur Schopenhauer).
Secondo i dati del ministero della Salute, in Italia esistono 465 canili municipali e 679 canili rifugio. Queste strutture ospitano circa 150.000 cani.
Se si vuole un amico a quattro zampe, perché non rivolgersi a una di queste strutture? Si può trovare sicuramente l’animale che meglio si adatta alle nostre esigenze di vita, ottenendo in cambio l’amore di un essere desideroso di avere un buon padrone. Adottando un cane al canile si è certi di fare una buona azione, che conviene anche al portafoglio perché il cucciolo di un cane di razza acquistato in allevamento può facilmente arrivare a costare 800 euro.
Il canile municipale dipende dal comune. Qui vengono portati i cani abbandonati. Al loro arrivo gli animali sono registrati, sottoposti a visita, vaccinati e curati (se necessario). Se hanno un tatuaggio o il microchip di riconoscimento vengono restituiti al legittimo proprietario, in caso contrario viene inserito il microchip e tenuti in osservazione per dieci giorni. Solo dopo questo periodo, se il padrone non li reclama, possono essere trasferiti in un canile rifugio, in attesa di essere adottati.
Come funziona l’adozione in canile. Scelta la struttura, si compila una domanda di adozione: si tratta di un questionario che permette agli operatori del canile di capire meglio le esigenze del padrone, il tipo di famiglia in cui il cane dovrebbe andare, se ci sono altri animali o bambini ecc. Le domande servono anche a individuare il cane con il temperamento più adatto per il nuovo padrone.
Compilato il questionario, con l’operatore del canile si fa un giro tra le gabbie. È bene farsi raccontare la storia dei vari cani, per scoprire abitudini, vissuto e indole. Buona idea chiedere di far uscire il cane che ci interessa dalla gabbia per poter interagire con lui e osservare il comportamento. Una volta individuato il cane che potrebbe andare bene, è opportuno incontrarlo qualche volta per due o tre settimane prima di portarlo in famiglia. Tutti i canili in orario predefinito permettono di fare questa attività. Ciò servirà a fare la conoscenza e a creare un rapporto di fiducia. Se si possiedono altri cani o in casa ci sono bambini, non è sbagliato portare anche loro a fare la conoscenza del futuro nuovo ospite.
Se il parere degli operatori è positivo, il cane può essere adottato. È necessario firmare un foglio per dichiarare che si prende il cane e liberare da ogni responsabilità il canile per eventuali danni a terzi. Insieme al cane viene rilasciato il libretto sanitario con le vaccinazioni eseguite, fogli con indicazioni utili sull’alimentazione più adatta (cosa dargli, quanto e con quale frequenza) ed eventuali terapie farmacologiche o controlli periodici ai quali sottoporlo. Prima di prelevare il cane, portare un guinzaglio: è ottima cosa farsi consigliare dagli operatori sul modello da acquistare. Nei canili più organizzati il cane sarà affidato per un periodo di pre-affido per provare la nuova convivenza ed eventualmente, ma solo in caso di gravi e irrisolvibili problemi, restituirlo al canile. Durante questo periodo si può anche essere soggetti a controlli domiciliari da parte del personale del canile per verificare le condizioni in cui viene tenuto il cane e capire come si sta sviluppando il rapporto con il nuovo proprietario.
Bisogna porre molta attenzione all’età dell’animale che si sceglie: in genere i cuccioli sono i più richiesti, perché non presentano grandi problemi caratteriali (timidezza, paura verso l’uomo, diffidenza) e perché la convivenza con loro durerà di più rispetto a un cane già anziano. Però anche l’animale di una certa età ha i suoi pregi: è più maturo, sa già passeggiare al guinzaglio ed è più facile da gestire soprattutto se non si ha molto tempo da dedicare all’educazione, che nei cuccioli è fondamentale e piuttosto impegnativa.
Da un’analisi relativa al 2010 sulle adozioni di cani andate a buon fine condotta dall’Aidaa (Associazione italiana per la difesa di animali e ambiente) nei canili italiani s’è visto che ad adottare di più (35,3%) sono le persone con più di 60 anni. Al secondo posto (34,5%) la fascia d’età compresa tra 25 e 50 anni. I dati rivelano anche che le persone anziane preferiscono prendere cani di età superiore ai 7 anni e di piccola taglia.
Accarezzare un cane o un gatto fa abbassare la pressione sanguigna e rallenta il battito cardiaco.
Una volta portato il cagnolino in casa, come comportarsi? È una buona idea farlo vedere dal veterinario, che potrà dare altri consigli sulle prossime vaccinazioni e visite, ma anche sull’educazione e l’addestramento.
Molto importante è imparare a tenere il giusto comportamento con il nuovo arrivato. Quando un cane viene adottato da un canile, spesso sviluppa un forte attaccamento al nuovo padrone che diventa il suo punto di riferimento. Alcuni soggetti, per le loro caratteristiche individuali o per la loro storia passata, tendono a creare legami particolarmente profondi e lasciarli soli può essere un vero problema. Ecco alcuni consigli della dottoressa Lorella Notari, autrice del libro “Dal canile a casa vostra” (Edagricole, 15 euro).
• Non promettere al cane quello che non si potrà mantenere. Quando si porta a casa per la prima volta il cane, l’istinto è quello di compensarlo delle privazioni affettive subite finora. Rispondere alle sue richieste di attenzione appare come un dovere, ma serve attenzione: non sempre saremo in casa con lui. Quindi è importante fargli capire che ogni tanto deve stare per conto suo. Il modo migliore per abituarlo gradualmente a ciò è di ignorarlo completamente almeno 3 volte al giorno per mezz’ora. Ignorare un cane significa non guardarlo, non parlargli, non parlare di lui, non rispondere a nessuna delle sue richieste di attenzione (grattatine, musate, guaiti). Questa abitudine deve cominciare fin dal primo giorno dell’adozione.
• Cominciare a lasciare solo il cane in maniera graduale. È consigliabile adottare il cane di venerdì o di sabato mattina in modo da abituarlo lentamente a rimanere solo senza sottoporlo bruscamente a un distacco di ore, come accadrebbe in un giorno lavorativo. Il primo giorno dovremo lasciarlo solo per pochi minuti ma, prima di uscire, dovremo ignorarlo completamente per almeno 10 minuti. Al ritorno sarà necessario fare la stessa cosa: ignorare il cane per 10 minuti appena rientrati in casa. Al temine di questo periodo e solo se è tranquillo si potrà chiamarlo e salutarlo. In questo modo eviteremo in futuro che il cane si metta in agitazione in nostra attesa: questo stato emotivo ansioso potrebbe portarlo a distruggere i mobili, ad abbaiare incessantemente o a sporcare in casa. «Non salutare il cane quando si esce e quando si torna può sembrare una crudeltà, ma la vera crudeltà è lasciarlo in uno stato di agitazione quando usciamo e magari punirlo se al ritorno troviamo la casa distrutta o i vicini arrabbiati».
• È indispensabile che il padrone non accetti mai le iniziative di contatto del cane, che invece devono essere iniziate e finite dal padrone. Se il cane viene a cercare le carezze andrà ignorato e, quando avrà smesso di chiedere, si potrà chiamarlo, farlo sedere e poi coccolarlo. Ciò per fargli capire che è il “capo branco” umano a gestire la situazione.
Per chi vuole adottare un cane, Internet è una grande risorsa. Ormai quasi tutti i canili municipali hanno i propri siti con le foto degli ospiti a quattro zampe e un breve racconto delle loro storie. Anche tanti canili rifugio hanno il sito con le richieste di adozione. Già prima di andare nelle strutture si può avere un’idea dell’animale che sembra più adatto alla propria famiglia. Ilcercapadrone.it si propone come «il primo canile online d’Italia»: nato nel 2004, è un’iniziativa di volontariato che permette a tutti gli animali abbandonati di trovare una nuova famiglia. Il portale ha l’elenco con le foto dei cani (ma anche dei gatti) da adottare in tutti i canili italiani. Altri siti utili: Adozionecane, Prontofido, Adottauncane, Randagi ecc.
Quando si prende in casa un cane bisogna sempre riflettere sugli impegni che ciò comporta: si è disposti a farlo passeggiare tutti i giorni, due o tre volte al giorno, anche se piove e fa freddo? Si è disposti a portarlo in vacanza o a cercare una bella pensione per il periodo in cui non si sarà in casa? Si ha il tempo per educarlo? Si è disposti a passare del tempo con lui? Queste domande sono ancora più importanti se si decide di prendere un cane dal canile, perché riportarlo indietro è un trauma troppo grande per un animale che ha già vissuto l’esperienza dell’abbandono.
Per chi non può assumersi una responsabilità così importante, c’è sempre l’adozione a distanza. La propone, per esempio, la Lega nazionale per la difesa del cane. Si sceglie il cucciolo e si versano 15,50 euro. Nel giro di pochi giorni si riceve la foto del trovatello, la sua storia e il certificato che attesta di essere diventati i suoi padroncini. Ogni mese, per tutto il periodo che si desidera sostenere il cucciolo, si versano 15,50 euro. È possibile scegliere anche un’altra formula di adozione: dopo il primo mese (15,50 euro) si offre un contributo di 0,50 centesimi di euro al giorno, per tutto il tempo che si desidera. Tutti questi cani sono accolti nei rifugi della Lega nazionale per la difesa del cane.
Sul sito Prontofido si può trovare l’elenco di canili (e gattili) che permettono l’adozione a distanza. Anche il sito dell’Enpa (Ente nazionale protezione animali) ha una sezione dedicata all’adozione a distanza (si può scegliere tra cani trovatelli ed ex combattenti).
Infine, perché non adottare un cane lavoratore? È il caso per esempio dei cani poliziotto. Sul sito della polizia di Stato vengono messe di tanto in tanto le schede di animali che vanno “in pensione” e che sono in cerca di famiglia. Si compila e spedisce la domanda di adozione, il settore cinofilo della Polizia valuta ed eventualmente accoglie la domanda. Se si viene scelti, c’è da superare un colloquio per valutare la compatibilità caratteriale. C’è da notare che bisogna essere dei padroni molto esperti, perché il temperamento di un cane poliziotto può non essere facile da gestire.
L’abbandono di animali è punito per legge: «Chiunque abbandona animali domestici o che abbiano acquisito abitudini della cattività è punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda da 1.000 a 10.000 euro. Alla stessa pena soggiace chiunque detiene animali in condizioni incompatibili con la loro natura, e produttive di gravi sofferenze».