GLAUCO MAGGI, La Stampa 3/5/2011, 3 maggio 2011
L’Islam non accetta la sepoltura in mare - Osama bin Laden è stato sepolto in mare, calato nelle acque del North Arabian Sea, il mare dell’Arabia settentrionale, dal ponte della portaerei della marina Usa Carl Vinson, con una cerimonia di un’ora dalle 1,10 alle 2,10 dell’alba americana di lunedì 2 maggio
L’Islam non accetta la sepoltura in mare - Osama bin Laden è stato sepolto in mare, calato nelle acque del North Arabian Sea, il mare dell’Arabia settentrionale, dal ponte della portaerei della marina Usa Carl Vinson, con una cerimonia di un’ora dalle 1,10 alle 2,10 dell’alba americana di lunedì 2 maggio. È stata la norma prevista dalla religione islamica ad accelerare i tempi del funerale, ha cercato di giustificarsi un ufficiale del Pentagono per spiegare la sepoltura a tempo di record dell’uomo più ricercato del mondo. «Quando non ci sono alternative terrene, è la legge islamica che prescrive comunque che la salma sia seppellita entro 24 ore dal decesso», ha detto l’alto funzionario, giustificando la tomba nell’Oceano. Un secondo militare ha aggiunto che non è stato possibile trovare alcun Paese arabo disposto ad accettare il cadavere, e che è quindi è toccato alle forze militari Usa «preoccuparsi che fosse rispettata la procedura religiosa». I riti funebri sono stati celebrati sulla nave in fretta e furia. «Il cadavere è stato lavato e avvolto in un lenzuolo bianco. Un ufficiale militare ha letto le frasi formali del funerale in inglese, che sono state tradotte in arabo da una persona della lingua madre di Osama», ha spiegato il secondo ufficiale. Poter accampare il rispetto della legge islamica ha tolto all’America l’imbarazzo della gestione di un corpo politicamente molto ingombrante e pericoloso. Del resto, il netto rifiuto della stessa Arabia Saudita, il Paese d’origine di Osama, di accogliere i suoi resti, è la prova che nessun Paese voleva creare un luogo di culto per fondamentalisti sulla propria terra ferma. Ma è comunque scoppiata subito una veemente polemica, perché tanti studiosi e clerici musulmani, fondamentalisti e non, hanno condannato la procedura decisa dal Pentagono. Quando l’amministrazione Usa ha poi ufficializzato la procedura effettivamente seguita, si è fatta sentire la voce del più prestigioso centro del pensiero dell’Islam sunnita, l’accademia delle ricerche islamiche di Al Azhar, al Cairo, che tramite il suo consigliere Mahmoud Ashour ha detto all’agenzia Ansa che il corpo di Osama va seppellito nella terra, e che gettarlo in mare rappresenta un «peccato». Ashour è andato oltre nella puntualizzazione dottrinale, sostenendo che anche il corpo di una persona che muore annegata va ripescato e sepolto nella terra. E questo va fatto anche con il cadavere del capo di Al Qaeda. Per il dirigente di Al Azhar si potrebbe, al limite, tenere nascosto il luogo della sepoltura per non farne meta di pellegrinaggi o disordini. Anche il Mufti d’Egitto, l’istituzione religiosa responsabile di interpretare la legge coranica, ha affermato che «la profanazione dei corpi dei morti è proibita della legge islamica della sharia qualsiasi sia il loro credo» e che un defunto deve essere «onorato con la sepoltura». La decisione degli Usa di seppellire in mare il corpo del terrorista responsabile di migliaia di morti, anche islamici, è stata bocciata anche da una delle principali organizzazioni islamiste egiziane, la Gamaa Islamiya. «Il tentativo» degli Usa di seppellire in mare Osama Bin Laden è «una commedia, un oltraggio e una mancanza di rispetto», ha affermato alla tv satellitare al Jazira, Montasser el Zayad, avvocato dell’organizzazione integralista egiziana Gamaa Islamiya. El Zayad ha affermato che l’Arabia Saudita deve chiedere agli Usa di seppellire il corpo del capo di Al Qaeda sul suo territorio secondo «la sharia islamica». «Gli Usa hanno paura che Bin Laden diventi un simbolo, ma è un martire», ha sottolineato il legale. Ma proprio l’Arabia Saudita, insieme al Pakistan, si è espressamente rifiutata di prendere in consegna un corpo così scomodo, nel timore che questo possa attirare seguaci della jihad. E ciò anche se la tradizione wahabita ultra conservatrice, che governa il regno saudita, prevede che non rimanga traccia di una tomba dopo l’inumazione, dato il divieto di venerare i defunti. Gamaa Islamiya è la stessa organizzazione che negli anni passati ha rinunciato alla violenza, ma con la quale ebbe contatti stretti in gioventù quello che oggi potrebbe diventare il nuovo capo di Al Qaeda, il suo attuale numero due, Ayman al Zawahiri.