Aldo Grasso, Corriere della Sera 03/05/2011, 3 maggio 2011
IL CINEMA SPARISCE DALLA TV IN CHIARO
Mappe, rappresentazioni, grafici: la tv si può visualizzare anche così. E siccome «vedere» (lo dicevano i greci) è il presupposto per «conoscere» , le scoperte che si fanno sfogliando l’ultimo numero di Link 10. Idee per la televisione (intitolato Decode or die, decodifica o muori) sono moltissime. Prima scoperta: l’Italia, che festeggia i 150 anni dalla sua nascita, è tutt’altro che «unita» . In una serie di tavole di colorata infografica, emerge lo spaccato di un Paese in cui l’appartenenza regionale delle audience è fortissima. Reality, fiction di produzione nazionale, varietà e informazione sono oggi i generi forti della tv generalista, ma il loro consumo si differenzia sensibilmente «per territorio» : l’informazione politica, per esempio (Santoro, Floris, Lerner e gli altri), fa il pieno nelle regioni del Centro e del Nord, mentre resta decisamente sotto media in quelle del Centro-Sud. Se reality e talent show sono più trasversali, la fiction di produzione nazionale (le mini-serie) sono amatissime fra Sud e Isole. I telefilm americani «si salvano» solo al Nord, e al Sud trionfano generi più tradizionali, come il classico varietà. Impressionante è il «grafico a flusso» che ricostruisce il destino storico dei generi. Se ancora negli anni Novanta la tv generalista ha due capisaldi nel cinema e nello sport (il calcio), col nuovo millennio i due generi si assottigliano nelle visioni «in chiaro» . Il cinema, in particolare, a seguito dello sviluppo delle pay, sparisce completamente dalle «top 30» , diventando residuale e lasciando spazio a miniserie e one-man-show d’intrattenimento (Celentano, Benigni, Fiorello, Fazio/Saviano…). Fra le altre scoperte da non perdere, una ricostruzione geografica del pubblico di dieci edizioni di Grande Fratello.
Aldo Grasso
In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.