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 2011  maggio 01 Domenica calendario

Agricoltori, autonomi, medici: ecco l’esercito dei sempre al lavoro - Lavoratori autonomi Confcommercio:«In città come Roma tenere aperti negozi e chioschi serve a qualificare il territorio» Tramvieri e macchinisti Per chi guida autobus, tram , treni e metropolitane il lavoro non si interrompe mai Agricoltori Quando è tempo di raccolta o semina, contadini e allevatori non possono smettere di lavorare C’è persino il gruppo su Facebook, «Io il primo maggio lavoro»

Agricoltori, autonomi, medici: ecco l’esercito dei sempre al lavoro - Lavoratori autonomi Confcommercio:«In città come Roma tenere aperti negozi e chioschi serve a qualificare il territorio» Tramvieri e macchinisti Per chi guida autobus, tram , treni e metropolitane il lavoro non si interrompe mai Agricoltori Quando è tempo di raccolta o semina, contadini e allevatori non possono smettere di lavorare C’è persino il gruppo su Facebook, «Io il primo maggio lavoro». Pochi simpatizzanti, a dire il vero, solo 17, molti anche piuttosto contenti di andare in vacanza invece. Solo l’amministratore, Davide Barberis, di Novara, alla fine ammette: «Era una goliardata per prendere in giro tutti quelli che scambiano il primo maggio per la festa dell’Unità». Nessun orgoglio quindi, ma il primo maggio lui lavora davvero. Fa il commercialista, ha una pratica urgente da terminare, e gli tocca andare in studio. E’ il destino dei lavoratori autonomi, categoria che entra a pieno diritto nell’esercito di persone che oggi festeggerà la festa del lavoro lavorando e senza nemmeno creare polemiche. Perché nel loro caso a decidere sono il cliente e le sue esigenze, non le leggi o i contratti collettivi, meno che mai i sindacati. Lo stesso accade in agricoltura. Provate ad andare a fare un giro in campagna in un giorno di festa quando è tempo di raccolta o di semina. «Noi che abbiamo le mucche non possiamo fermarci - racconta Andrea Maniscalco, allevatore delle colline parmensi, da dove arriva il latte destinato a diventare parmigiano. E provate a fare un giro tra gli spacci dei produttori: forse solo mezza giornata ma li troverete aperti. Lo conferma Mario Guidi, presidente di Confagricoltura: «I ritmi della natura non conoscono primo maggio. I lavoratori autonomi danno il 100% della loro disponibilità sempre, e in particolare in un periodo come questo molto importante per la semina, i trapianti e comunque per garantire un buon raccolto. Sui lavoratori dipendenti non abbiamo cifre, ma c’è una grande disponibilità anche da parte loro perché il lavoro in campagna è questo, si sa». Agricoltori, liberi professionisti, intellettuali, fanno parte dell’esercito di persone che oggi possono scegliere di lavorare e, se necessario, lo faranno anche. In tutto, secondo le stime della Cgia di Mestre, sono ben un milione e mezzo di persone. Che si aggiungono ai 3 milioni di lavoratori dipendenti normalmente occupati occupati la domenica (2 milioni addirittura quelli che lo fanno 2 o più volte in un mese). Gli artigiani, no, gli artigiani saranno in vacanza tranne poche eccezioni (i tassisti, ad esempio). Per loro in genere non si applicano le deroghe previste dalla legge del 1934 che stabilisce il riposo per alcune categorie. Con una sola eccezione, gli ibridi, quelli che hanno la licenza per vendere al dettaglio, come chi fa il pane o la pizza a taglio. Ma sono una percentuale davvero limitata rispetto al totale degli artigiani italiani. E poi ci sono loro, quelli che non conoscono feste perché il loro lavoro non si interrompe mai: macchinisti, tramvieri, edicolanti, medici, infermieri, addetti alla pubblica sicurezza, giornalisti e molti altri ancora. In particolare a Roma quest’anno dove si attende un oceano di pellegrini per la beatificazione di Giovanni Paolo II. Nelle strade battute dai turisti in questi giorni rimarranno aperti la gran parte di bar, ristoranti, negozi di souvenir ma anche di vario tipo. Lo stesso accadrà nelle principali città italiane, da Torino a Milano e Firenze. «Ho scelto il turno del primo maggio perché porterò a casa qualche soldo in più», ammette Marco Balestrieri, cameriere in un albergo del centro di Roma. «Ho una figlia, i soldi non bastano mai soprattutto negli ultimi tempi». Chi può, insomma, non si lascia sfuggire l’occasione per arrotondare lo stipendio posto il l’ultimo contratto del settore commercio-servizi prevede per la giornata odierna una paga pari al 230% di quella ordinaria. Un giorno di lavoro in più non sarà certo questa la soluzione alla crisi, avverte Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio. «La domenica di shopping non risolve certo il problema della domanda debole. Va fatto un uso accorto e responsabile della flessibilità, che deve essere contrattata zona per zona, senza contrapposizioni ideologiche. Di sicuro in alcune occasioni e nei centri storici mantenere aperti i piccoli negozi è un modo per qualificare il territorio e in casi come quello di Roma dove c’è l’evento straordinario per Wojtyla, non possiamo far trovare la città chiusa».