ATTILIO BOLZONI , Repubblica 29/4/2011, 29 aprile 2011
IL MIRAGGIO DEL PONTE SULLO STRETTO DAGLI ANTICHI ROMANI AI GIORNI NOSTRI
Se la legge per farlo ha quarant´anni proprio in questo 2011, l´idea di non vedere più staccata quell´isola dal resto dell´Italia era già venuta una ventina di secoli fa a qualcuno che voleva portare a Roma qualcosa di molto esotico. Elefanti. Quelli presi dalle legioni romane ad Asdrubale nella Prima guerra punica. Erano da una settimana a Palermo, pronti per attraversare il mare fra Messina e la Calabria. Ma come? Narra lo storico Strabone: «Il console Lucio Cecilio Metello, radunate un gran numero di botti vuote le ha fatte disporre in linea sulle onde, legate a due a due in maniera che non potessero toccarsi o urtarsi.. poi fissarono parapetti di legno ai lati affinché gli elefanti non avessero a cascare in mare...». Era il 250 a. C. e già sognavano il Ponte sullo Stretto. È passato tanto tempo, però ci sono ancora i ferry boat.
Tutto quello che c´è da sapere sulla «meravigliosa opera» e sugli uomini che l´hanno sempre desiderata o quegli altri che ancora oggi fortissimamente la vogliono, è scritto in un libro (Il mitico Ponte sullo Stretto di Messina, Editore Franco Angeli, pagg 270, euro 28) di Aurelio Angelini, un sociologo dell´Ambiente e del Territorio che ricostruisce progetto dopo progetto l´avventura - come sapete mai realizzata - di «un attraversamento stabile fra la Sicilia e il Continente». Dentro ci sono studi di geologi, di ingegneri, di economisti e industriali, poi una dettagliatissima cronologia e - in appendice - un lungo elenco dei più famosi sostenitori del Ponte nella storia e un´altra lista dei suoi più famosi oppositori.
Dalle guerre puniche all´Unità d´Italia, dal Ventennio fascista all´epoca di Berlusconi. Infuocati interventi alla Camera dei deputati, dichiarazioni alla stampa, interviste scoop, in fila tutti i personaggi italiani che hanno «combattuto» per far sì che la Sicilia non fosse destinata a restare un´isola per l´eternità. 1876, Giuseppe Zanardelli, ministro dei Lavori pubblici: «Sopra i flutti o sotto i flutti la Sicilia sia unita al Continente». 1942, il Duce Benito Mussolini: «È tempo che finisca questa storia dell´isola: dopo la guerra, farò costruire un ponte». 1984, Claudio Signorile, ministro per gli Interventi straordinari nel Mezzogiorno: «Il Ponte si farà entro il 1994». 1985, Bettino Craxi, Presidente del Consiglio: «Nel 1989 prenderanno avvio i lavori. Nel 1995, il Ponte sarà pronto e sarà un´opera da primato mondiale». 2001, Nino Calarco, presidente della Società Stretto di Messina: «Se la mafia è in grado di costruire il Ponte sullo Stretto, benvenuta mafia». 2005, Silvio Berlusconi: «Così si potrà andare in Italia dalla Sicilia anche di notte, e se uno ha un grande amore dall´altra parte dello Stretto potrà andarci anche alle 4 del mattino senza aspettare i traghetti».
Dopo le botti del console Lucio Cecilio Metello e dopo i progetti per un tunnel sotto il mare (il primo è del 1870), ecco che nel 1971 - con le legge numero 1158 - nasce ufficialmente a Roma la «Società Pubblica Stretto di Messina». Da quel momento è una frenesia di studi e di spese, 126 chili di schizzi e disegni custoditi in un baule, 150 milioni di euro divorati per costosissime investigazioni anche «sugli uccelli migratori notturni» o «sulla percezione del Ponte presso le popolazioni residenti», polemiche politiche e tecniche, la paura dei terremoti, le velenose dispute fra geologi. Il libro di Aurelio Angelini pagina dopo pagina offre tutti i materiali - valutazioni di impatto ambientale, relazioni di esperti sulla fattibilità economica, bandi di gara, atti di convegni ambientalisti - per discutere ancora e sempre del Ponte. E fra immagini vere o virtuali dello Stretto, planimetrie, fotomontaggi, manifesti elettorali e cartoline illustrate, in mezzo al libro anche una copertina della Walt Disney con una dozzina di vignette datate 1982. Strisce ripubblicate pochi anni dopo in un albo speciale dedicato all´opera. Titolo: «Zio Paperone e il Ponte di Messina».