LIANA MILELLA , Repubblica 29/4/2011, 29 aprile 2011
CONSULTA, PARTITA A SCACCHI SUL PRESIDENTE TRA PROCESSO RUBY E MOSSE DEL PDL - ROMA
Un appuntamento in calendario, che pesa, prima di andarsene. Ce ne sarebbe potuto essere pure un secondo, ma i berlusconiani si sono guardati bene dal mettere nelle mani del presidente della Consulta Ugo De Siervo questa chance. L´hanno voluta conservare per il successore. Soprattutto hanno voluto sfruttare tutti i possibili scampoli di tempo. Ben due conflitti d´attribuzioni, per Mediaset e per Ruby, scandiranno i prossimi mesi in cui la Consulta metterà ancora mano sul destino giudiziario, e quindi politico, del Cavaliere, e fisserà regole per il suo stesso futuro, scegliendo un presidente "breve" (Paolo Maddalena) o un presidente "lungo" (Alfonso Quaranta). Grandi giochi, nei quali sarà protagonista anche il Parlamento, chiamato a scegliere, in uno scontro durissimo tra destra e sinistra, chi prenderà il posto di De Siervo. Partita appassionante che si giocherà dal 5 maggio (prossimo voto alla Camera per l´alto giudice) all´autunno.
Entriamo nella partita di scacchi, a partire dalla prima casella. Oggi, alla Corte, è l´ultimo giorno per De Siervo. Quattro mesi di presidenza. Grande attivismo e forte protagonismo mediatico. Sul rispetto che si deve a un´istituzione spesso delegittimata dal Cavaliere. Ventiquattr´ore prima di lasciare il palazzo, De Siervo prende in mano il conflitto proposto da palazzo Chigi su Mediaset e fissa per il 5 ottobre la camera di consiglio sull´ammissibilità. Se avesse avuto sul tavolo pure il conflitto della Camera per Ruby avrebbe fatto altrettanto. Ma, come raccontano a Montecitorio, i berluscones hanno "lavorato" per evitarlo. Di quel conflitto, votato in aula il 5 aprile, si sono perse le tracce. Ma tant´è: le stesse voci del Pdl, garantiscono che il ritardo serve per aspettare il nuovo presidente della Consulta, il giudice che prenderà il posto «di quel comunista di De Siervo», come lo chiamano gli uomini del Cavaliere. Più tempo serve per far approvare la legge sul processo lungo che contiene la norma per trasformare i conflitti in altrettanti blocca-processi.
E siamo alla seconda casella. Chi sarà il nuovo presidente della Consulta? La Corte ha davanti a sé uno snodo epocale. Un alto giudice lo spiega così: «L´alternativa è secca. Un principio o l´altro. O l´anzianità seguita finora o l´innovazione di una presidenza lunga». La soluzione? «O c´incontriamo, discutiamo e troviamo un consenso ampio sulla presidenza lunga o prevale l´anzianità». Lo spettro? Una polemica astiosa su una presidenza breve o addirittura brevissima, con un corollario di attacchi alla Corte spendacciona. Anche se, fa notare lo stesso giudice, «non è affatto così visto che il presidente non guadagna una sola lira in più dei suoi colleghi».
Le due alternative "vestono" due candidati. Entrambi, per certo, non di sinistra. Il presidente "breve" è Paolo Maddalena, giudice della Corte dei conti, in uscita il 30 luglio. Sarebbe, la sua, una presidenza brevissima, visto che l´elezione non avverrà prima dell´inizio di giugno, poiché la Corte deve aspettare 30 l´eventuale elezione del nuovo giudice. L´estate gioca contro Maddalena, perché la Corte va in vacanza a metà di luglio. Ma la storia della Corte dimostra che Caianiello fu presidente dal 9 settembre al 23 ottobre ´95. E brevi furono le presidenze di Vassalli (tre mesi), di Flick e Onida (quattro). Breve sarebbe la presidenza di Alfio Finocchiaro, giudice della Cassazione, che arriverebbe a novembre. Per aggiudicarsi una presidenza "lunga" bisogna saltare ad Alfonso Quaranta, in arrivo dal Consiglio di Stato, che coprirebbe il posto fino al gennaio 2013. Quando, a dicembre, fu eletto De Siervo con otto voti Quaranta ne prese sette, quelli dell´ala conservatrice e moderata della Corte. Lui, per certo giurista tecnicamente preparato, è sponsorizzato dalla destra. Su Panorama Vespa ne dà per sicura l´elezione. Ne vanta l´essere stato capo di gabinetto dell´ex ministro Gaspari quando la burocrazia contava. L´Unità, il 23 luglio 2009, gli scopre una presunta macchia, il figlio Alessio nominato da palazzo Chigi alla direzione dell´Enac, su proposta di Matteoli, giusto alla vigilia della decisione sul conflitto di Matteoli medesimo.
Maddalena o Quaranta? La bilancia è in bilico. Se prevalesse l´anzianità di Maddalena, e dopo di lui quella di Finocchiaro, a novembre si arriverebbe comunque a Quaranta. Con i conflitti per Ruby e Mediaset incombenti su una Corte a 14 anziché a 15 giudici. Perché il centrodestra su una cosa non ha dubbi: vuole a tutti i costi "far suo" il sostituto di De Siervo che spetta alla sinistra. Tenterà l´inciucio di un candidato che vada bene ad entrambi, bocciato a prescindere dalla sinistra. Ma cercherà soprattutto di tirarla per le lunghe.