Roberto Angelino, Novella 2000, n. 17, 28/04/2011, pp. 40-41, 28 aprile 2011
Salvatore Giannella, direttore di Bbc History: «[…] Di Giuseppe Garibaldi tutti conoscono le gesta, forse meno note sono le tantissime donne che costellarono la sua vita
Salvatore Giannella, direttore di Bbc History: «[…] Di Giuseppe Garibaldi tutti conoscono le gesta, forse meno note sono le tantissime donne che costellarono la sua vita. […] Ma a ferire il cuore di quell’amante "orso, ruvido e maldestro" (la definizione è di Luca Goldoni) fu una giovanissima aristocratica brianzola, Giuseppina Raimondi, di Fino Mornasco […]. A Fino Mornasco,il 24 gennaio 1860 fu celebrato nella cappella di Villa Raimondi un matrimonio destinato a restare nei libri di storia, ovvero quello tra la diciottenne marchesina Giuseppina e il generale Garibaldi, da lei incontrato sei mesi prima, mentre con i suoi Cacciatori delle Alpi fronteggiava gli austriaci. "Mi offro a voi, mio soave, con tutto il cuore", gli sussurrò alla fine della cerimonia. E lui, con la voce appannata da 52 anni bruciati in tante avventure e battaglie: "Moglie mia, il nostro destino si compirà insieme... Vi avrò al mio fianco sui campi di battaglia e in tutte le vicende che ci riserverà la vita"». Quelle furono le sue penultime parole. «Le ultime le pronunciò pochi minuti più tardi, appena letto il dispaccio consegnatogli da un garibaldino a cavallo. Colpì la marchesina con un ceffone al viso e le urlò: "Onorata di appartenermi? Una puttana siete!". La missiva aveva rivelato al generale che lei era già incinta del suo amante, il tenente bergamasco Flavio Caroli, detto Gigio, che poi morirà in Siberia, prigioniero dello zar. Garibaldi fu ferito... Fuggì e da allora non la rivide più. Per anni tenterà di divorziare, ricorrendo ai più bravi matrimonialisti: in una lettera al Cesare Rimini dell’800, Francesco Crispi, scriverà addirittura: "Sarei pronto a farmi protestante o turco pur di avere il divorzio...". L’otterrà, ma solo vent’anni dopo, nel gennaio del 1880, due anni e mezzo prima di morire a Caprera».