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 2011  aprile 29 Venerdì calendario

Pigro, sciatto e insicuro Per colpa del padrone il micio invecchia male - Sebbene si tramandi da secoli che sia imperturbabil­mente magico e che abbia ben sette vite, lemme lemme e prima o dopo anche il gatto­ne di casa diviene nonno- mi­cio

Pigro, sciatto e insicuro Per colpa del padrone il micio invecchia male - Sebbene si tramandi da secoli che sia imperturbabil­mente magico e che abbia ben sette vite, lemme lemme e prima o dopo anche il gatto­ne di casa diviene nonno- mi­cio. Le recenti statistiche rive­lano che i nostri compagni domestici hanno acquisito una maggiore longevità ri­spetto a una volta, raggiun­gendo la media dei quindici anni. Eppure non siamo sem­pre in grado di valutare i se­gni che il tempo incide su di loro. Seppur il pelo non di­venta bianco e se tra le vibris­se non si scavano le rughe o non si scatenano segnali di rimbambimento dovuti alla sordità, anche i felini vanno soggetti a malattie tipiche delle lune che camminano, come la demenza senile. Do­po i sette e soprattutto dopo i dodici anni per i gatti si regi­strano piccoli ma importanti mutazioni dell’energia vita­le. Come accorgersi? Flavio Morchi, medico veterinario e direttore della sezione scientifica di una nota casa di prodotti per l’alimentazio­ne dei quattrozampe, ha ef­fettuato una ricerca sull’argo­mento in grado di aiutare gli appassionati di miao-miao anziani a riconoscerne alcu­ni malesseri, tenendo conto che l’80% dei proprietari di un animale avanti con gli an­ni non vuole ammettere che il suo amico stia invecchian­do e tende a non intervenire nel suo regime di vita. Ecco un test per comprende­re i danni del calendario. Ti sembra che il tuo gatto faccia più fatica di un tempo ad al­zarsi o sdraiarsi? Hai l’im­pressione che si appisoli al­l’improvviso e per un perio­do più lungo del solito? Ti pa­re più dispettoso e più irrita­bile? Se la risposta è «sì» alme­no a una di queste domande, vuol dire che la bestiolina sta incanutendo pur non aven­do nessun pelo più chiaro. Ma ci sono anche altri indizi. Una delle caratteristiche del felino è l’estrema cura che ri­volge alla sua «persona». È va­nitoso e dedica molto alla pu­lizia e alla bellezza del suo aspetto. Se l’attenzione del nostro «suonatore di fusa» al propio corpo si affievolisce, è un segno che ci deve far riflet­tere. Un’altra spia è l’asten­sione dal cibo, sintomo con­seguente al calo del senso più delicato in lui: l’olfatto. Un micione si nutre in media dalle quindici alle diciasette volte al giorno. Se non si avvi­cina alla ciotola con la fre­quenza di prima significa che alcuni disagi sono inter­venuti, come il tartaro e l’irri­tazione gengivale. Già a sette anni lampeggiano i cambiamenti nel comporta­mento del nostro amato, vi­vente peluche che comporta­no una sofferenza. Gioca me­no, perché le sue articolazio­ni si fanno meno duttili, op­pure la sua pelliccia, setosa e soffice, si fa più secca e più ir­suta al tatto. Addirittura, pas­sati i dodici anni, diventa opa­ca. Non c’è quattrozampe più coccolone di lui. Pur es­sendo indipendente e solita­rio, cerca in continuazione il contatto fisico con l’uomo. Il rifiuto alle carezze è un ulte­riore prova del suo invecchia­re. Oggi molti veterinari con­sigliano cure per affrontare questa ultima fase della vita, ma come per noi umani il pri­mo, serio intervento contro i danni del tempo sta nell’ali­mentazione. Per il nostro gat­to valgono le due regole utili anche a noi: molte vitamine soprattutto del gruppo A, E e C, antiossidanti, oligoali­menti, come piattini di riso, carne e verdure, per mante­nere vi­gili le sue facoltà cogni­tive e soprattutto l’inesauribi­le vitalità, perché non c’è Sil­vestro, anche se avanti con gli anni, che non riesca a far fronte ad attacchi di mici più piccoli. Se ben alimentato e seguito un gattino casalingo può arrivare comodamente ai vent’anni in salute e felici­tà.