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 2011  aprile 27 Mercoledì calendario

France Tèlècom, suicido numero 48 - UN DIPENDENTE di France Télécom si è ucciso dandosi fuoco, ieri mattina, nel parcheggio degli uffici aziendali a Mérignac, vicino a Bordeaux

France Tèlècom, suicido numero 48 - UN DIPENDENTE di France Télécom si è ucciso dandosi fuoco, ieri mattina, nel parcheggio degli uffici aziendali a Mérignac, vicino a Bordeaux. È il secondo suicidio in France Télécom dall’inizio dell’anno, il 48esimo dal 2009. L’uomo, 57 anni, sposato e con quattro figli, era un manager della compagnia telefonica francese, dove aveva lavorato tutta la vita. Negli ultimi sei-sette anni la mobilità interna all’azienda lo aveva costretto a cambiare luogo di lavoro con cadenza pressoché annuale. Da sei mesi era in un’agenzia di Bordeaux come “préventeur”, cioè responsabile delle condizioni di lavoro, igieniche e di sicurezza dei suoi colleghi. L’agenzia di Mérignac di fronte a cui si è consumata la tragedia è quella in cui l’uomo aveva lavorato fino all’anno scorso. «La scelta del luogo del suicidio non è casuale, secondo noi è un simbolo», sostiene Philippe Méric, delegato del sindacato Sud-Ptt e membro dell’Osservatorio sullo stress e le mobilità forzate di France Télécom, creato nel 2008 dai sindacati Sud-Ptt e Cfe-Cgc. «C’è un’esasperata parcellizzazione del lavoro, con impiegati costretti a eseguire meccanicamente gli ordini mentre prima avevano molta più autonomia». È questa la causa dell’enorme aumento di suicidi: 48, dal 2009, nella sola France Télécom, secondo i dati dell’Osservatorio. «Un tempo, e non parlo di secoli fa ma degli anni ’80 e ’90, ai dipendenti si dava un obiettivo da raggiungere lasciando loro discreta libertà di manovra su come raggiungerlo. Oggi invece gli si dice anche, dettagliatamente, come raggiungerlo. Ognuno riceve istruzioni sempre più precise, cui deve attenersi. In questo modo siamo diventati tutti facilmente sostituibili. Siamo numeri, non persone». Secondo Méric, il problema «riguarda moltissime aziende. Casi come quello di oggi sono clamorosi e finiscono sui giornali, ma molte altre volte i suicidi passano inosservati». La vittima, che era anche sindacalista della Cfdt, doveva occuparsi dei problemi dei suoi colleghi. «Lavorava sulla sofferenza degli impiegati», dice Bernard Benquet, delegato del sindacato Cfdt in France Télécom. «Un incarico molto duro, psicologicamente faticoso». «Siamo sconvolti nell’apprendere del decesso di un dipendente... che ha messo fine ai suoi giorni immolandosi con il fuoco», ha annunciato ieri mattina la direzione di France Télécom, subito allestendo due task force di psicologi, a Bordeaux e Mérignac, e inviando sul posto la direttrice esecutiva di France Télécom, Delphine Ernotte, e il direttore delle risorse umane, Bruno Mettling, per testimoniare «il dolore e la solidarietà di tutta l’azienda». «Non è il momento di fare analisi, lo faremo a tempo debito con i sindacati, ci sarà un’inchiesta», ha dichiarato all’Agence France Presse Delphine Ernotte che si è detta «emozionata» dopo avere incontrato i colleghi che hanno «vissuto da vicino questo dramma atroce». «In un’impresa di 100mila dipendenti, si può essere infallibili? Purtroppo no», ha ammesso Ernotte, affermando che «faremo tutto il possibile per chiarire questo caso».