Alessandra Farkas, Corriere della Sera 28/04/2011, 28 aprile 2011
IL CERTIFICATO DI OBAMA: «BASTA STUPIDAGGINI SONO NATO AMERICANO» —
Dopo averli ripetutamente ignorati, Barack Obama ieri ha istruito la Casa Bianca di accontentare i cosiddetti «birthers» , il movimento convinto che il presidente sia nato in Kenya e non alle Hawaii, facendo diffondere la versione lunga del suo certificato di nascita che attesta come sia nato il 4 agosto 1961 a Honolulu. «Non abbiamo tempo per queste stupidaggini, abbiamo cose ben più importanti da fare, problemi grossi da risolvere» , ha affermato Obama che ha deciso di confutare i teorici del complotto — secondo i quali non è un presidente legittimo proprio in quanto non nato in suolo americano— «per permettere al paese di tornare ad occuparsi dei veri problemi, economici e finanziari, che l’affliggono» . I network tv hanno interrotto la programmazione abituale per mandare in onda la «breaking news» in una diretta da cardiopalma che, oltre a oscurare del tutto il cambio della guardia ai vertici dell’intelligence e della difesa Usa, ha dato di fatto il via, con grande anticipo, alla corsa presidenziale 2012. Cnn e Fox hanno addirittura sdoppiato gli schermi per trasmettere la replica istantanea di Donald Trump, aspirante candidato repubblicano nel 2012, che da settimane cavalca le tesi dei «birthers» e ieri si è detto «orgoglioso di me stesso per essere riuscito a ottenere ciò che altri non sono riusciti a ottenere in tanti anni» . «Spero che il certificato sia autentico» , ha aggiunto Trump, tacciato di «razzismo» dal reverendo afroamericano Jesse Jackson per aver messo in dubbio anche le credenziali accademiche di Obama, affermando di avere le prove che sia stato un pessimo studente, ammesso nel circuito delle esclusive università Ivy League senza meritarselo. «Un attacco personalissimo e senza precedenti» , punta il dito Jackson, candidato alla nomination democratica nel 1984 e 1988, «volto a delegittimare la stessa presidenza Obama» . Oltre a fornire un assaggio dell’atmosfera sempre più tossica che da mesi contrappone democratici e repubblicani, la polemica sul certificato di nascita sembra destinata a permanere. Il mese prossimo arriva in libreria l’atteso libro dello scrittore conservatore Jerome Corsi che dopo anni di indagini sostiene di essere riuscito a dimostrare la tesi dei «birthers» , convinti, tra l’altro, che Obama sia musulmano. Phil Berg, il primo di loro a querelare Obama, è convinto che è stato adottato dal padre indonesiano perdendo così la cittadinanza americana mentre Orly Taitz, soprannominata «la regina dei birthers» , accusa il presidente di aver falsificato il numero del suo social security. A crederci, in un sondaggio svolto di recente da Cbs/New York Times è un quarto degli americani. La diffusione del certificato porrà fine alla controversia? No, è la risposta del 60%degli interpellati in un sondaggio svolto a caldo dalla National Public Radio.
Alessandra Farkas