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 2011  aprile 27 Mercoledì calendario

Playstation violata che cosa si rischia? - Che cosa è successo alla Playstation 3, che non funziona da una settimana? La Sony ha lanciato un allarme di sicurezza ed ha chiuso la sua popolare piattaforma per videogiochi in rete, mandando offline i servizi «Psn» (Playstation Network) e «Qriocity» (per video e musica)

Playstation violata che cosa si rischia? - Che cosa è successo alla Playstation 3, che non funziona da una settimana? La Sony ha lanciato un allarme di sicurezza ed ha chiuso la sua popolare piattaforma per videogiochi in rete, mandando offline i servizi «Psn» (Playstation Network) e «Qriocity» (per video e musica). Di che allarme si tratta? Non è chiaro. Secondo la versione della Sony, un non meglio identificato pirata informatico, definito ieri in un comunicato come «persona non autorizzata», sarebbe riuscito a impossessarsi dei dati personali dei clienti registrati alla piattaforma online della Playstation. Ma molti esperti dubitano della versione della multinazionale. Di quali dati personali si tratterebbe? Nomi, date di nascita, indirizzi, codici postali, password, e-mail, storia dei pagamenti delle bollette, e si teme anche i numeri delle carte di credito di chi ha effettuato acquisti online attraverso «Psn» o «Qriocity». Infatti, anche se nella nota inviata ai suoi clienti Sony scrive che «niente al momento permette di affermare che siano stati rubati dati bancari», aggiunge che «non possiamo escluderlo». E’ un problema che riguarda anche le vecchie console Playstation 1 e 2? No, perchè non sono collegate a Internet. Come funziona Playstation Network? Si tratta di una rete di console online che connette milioni di utenti, i quali grazie a Internet possono giocare gratis assieme e chattare tra di loro, ma anche noleggiare film in tv. Quanti sono i clienti registrati a Playstation Network? Sono ben 77 milioni di persone in tutto il mondo. E in Italia? Si stima siano circa un milione e mezzo gli utenti italiani registrati al network, di cui circa il 70 per cento frequentatori abituale. Come è possibile che una sola persona possa portare a termine una violazione di tale portata? E’ la domanda che sta rimbalzando fra gli esperti informatici, secondo cui è più probabile che si tratti o di un attacco criminale organizzato oppure di un difetto di sistema della Sony, che è criticata perché adopera un sistema proprietario chiuso e quindi non permette a nessuno di sapere come funziona e quali siano le sue vulnerabilità. E’ lo stesso problema dei sistemi proprietari di Microsoft e di Apple, a differenza dei software «open source». E’ la prima volta che succede? No. Ma è la prima volta che sono coinvolti così tanti utenti. Soprattutto, è la prima volta che un’azienda è costretta ad ammettere pubblicamente di aver dovuto chiudere i battenti di un servizio per un tempo indefinito per problemi di sicurezza. Quanto è grave? Per la Sony, è un danno di immagine, tutto a vantaggio dei suoi concorrenti. Per gli utenti, se anche fossero stati sottratti i loro numeri di carta di credito, la stessa sorte non dovrebbe toccare necessariamente ai codici di sicurezza stampati sul retro delle carte: quindi la situazione potrebbe non essere irreparabile. C’è un nesso con il recente crollo di Amazon? No. Perché Sony dichiara di essere stata «bucata» (dall’esterno o dall’interno ancora non si sa), mentre ad Amazon era crollata l’infrastruttura di «cloud computing» (su server remoti). Che cosa sta facendo la Sony per correre ai ripari? Ha aperto una pagina web (http://us. playstation.com/news/consumeralerts/) per gestire la crisi e dichiara di lavorare per «ricostruire il sistema e rafforzare l’infrastruttura di rete». La multinazionale si è comportata correttamente? Finché non sarà chiarito l’accaduto, è difficile giudicare. La maggiore critica che le viene mossa è che abbia impiegato troppo tempo prima di informare gli utenti del pericolo associato alla sottrazione di dati sensibili. Che cosa si può fare per non correre rischi? Sospendere presso la propria banca la carta di credito registrata sul network o monitorarne gli addebiti; cambiare la password dell’indirizzo e-mail utilizzato per la registrazione; e fare attenzione a truffe in cui vengono richiesti dati personali. E in caso di furto accertato? Per ottenere il risarcimento dei danni subìti le associazioni dei consumatori non escludono una class action per la mancata protezione dei dati personali e la tardiva comunicazione della grave situazione.