MAURIZIO LUPO, La Stampa 27/4/2011, 27 aprile 2011
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Biografia di Ferdinando Palasciano
Accadeva il 28 aprile 1861 PALASCIANO, CHIRURGO VALOROSO - Iferiti in guerra sono sacri e vanno curati anche se nemici, nel pieno rispetto della vita umana. E’ quanto proclama il medico militare Ferdinando Palasciano domenica 28 aprile 1861 all’« Accademia Pontaniana» di Napoli. «Bisognerebbe - dice - che le potenze belligeranti, nella dichiarazione di guerra, riconoscessero reciprocamente il principio della neutralità dei combattenti, feriti o gravemente malati, per tutto il tempo della cura». Sono parole che fondano con tre anni di anticipo i principi ai quali si ispirerà nel 1864 la «Convenzione di Ginevra» nel dare origine alla «Croce Rossa». Palasciano li sostiene dal 1848, quando, giovane ufficiale dell’esercito borbonico, combatté a Messina nei giorni in cui la città si era sollevata contro i Borboni. Prestò cure mediche anche ai nemici rimasti feriti, in deroga agli ordini ricevuti dal generale borbonico Filangieri. L’insubordinazione gli fece rischiare la fucilazione. Per giustificarsi disse: «I feriti, a qualsiasi esercito appartengano, sono per me sacri e non possono essere considerati come nemici». L’intervento del Re Ferdinando di Borbone fece commutare la pena in un anno di carcere. Fedele alle sue idee, Palasciano diverrà uno dei più insigni chirurghi d’Europa, nonché Senatore del Regno d’Italia. Fra i suoi pazienti avrà anche Giuseppe Garibaldi, quando verrà ferito alla gamba sull’Aspromonte. Sarà lui a salvargliela, meritandosi la grata amicizia del generale. Grosseto. Prima di giudicare la provi: quell’antica cura millenaria è una delle poche cose non taroccate dalla Cina: teniamocela cara.