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 2011  aprile 27 Mercoledì calendario

Il clan Assad si divide sulla crisi C’è chi punta sulla moglie del raìs - Fin dalla sua ascesa al potere, nel 2000, il raìs siriano Bashar El Assad ha voluto presentarsi in casa e all’estero come un giovane presidente dinamico, aper­to, riformatore, un leader di­verso dai vecchi dittatori al potere nel vicinato medio­rientale

Il clan Assad si divide sulla crisi C’è chi punta sulla moglie del raìs - Fin dalla sua ascesa al potere, nel 2000, il raìs siriano Bashar El Assad ha voluto presentarsi in casa e all’estero come un giovane presidente dinamico, aper­to, riformatore, un leader di­verso dai vecchi dittatori al potere nel vicinato medio­rientale. Con il passare degli anni e il susseguirsi delle crisi regionali - dalla guerra in Irak alla questione del nuclea­re iraniano fino alla recente ondata di dissenso regionale - il presidente Assad ha fatto molto per deludere le aspetta­tive della comunità interna­zionale. In cinque settimane di manifestazioni contro il suo regime la brutalità usata nei confronti dei civili dalle sue forze di sicurezza e da lu­nedì anche dall’esercito ha portato il bilancio delle vitti­me a quasi 400, secondo l’Os­servatorio per i diritti umani siriano. Dopo la sanguinosa irruzio­ne dei militari nella cittadina meridionale di Daraa, dome­nica, la repressione non si è fermata. In città si contiuna a sparare, hanno raccontanto testimoni, e nelle ultime ore nei sobborghi di Damasco e nella cittadina costiera di Ja­blah sarebbero state arresta­te 500 persone. In alcune zo­ne manca ancora l’elettricità, i telefoni non funzionano. I giornalisti stranieri sono stati banditi dal Paese. Dall’estero arrivano unani­mi le condanne della comuni­tà internazionale: il premier turco Recep Tayyip Erdogan ha telefonato per chiedere moderazione; Silvio Berlu­sconi e Nicolas Sarkozy, assie­me a Roma, hanno definito «inaccettabile»’ la situazio­ne in Siria; il ministro degli Esteri britannico William Ha­gue ha detto che dopo gli Sta­ti Uniti anche la Gran Breta­gna, assieme ai partner euro­pei, potrebbe pensare a san­zioni contro Damasco. Fino a quache settimana fa, sia Washington sia Bruxelles ten­tavano ancora la via del dialo­go con il raìs. Quando alla morte del pa­dre - Hafez El Assad - Bashar è salito al potere aveva soltan­to 34 anni. Non era stato desti­nato a un futuro da presiden­te. Il trono familiare sarebbe infatti dovuto passare al fra­tello maggiore Basel, morto però nel 1994 in un incidente automobilistico. È per que­sto che Bashar ha tagliato cor­to i suoi studi da oftalmologo a Londra per tornare a Dama­sco e prepararsi alla succes­sione. Giovane, educato all’ estero, in grado di parlare l’in­glese e il francese, sposato con una giovane siriana cre­sciuta in Gran Bretagna, il del­fino aveva tutti i connotati per far pensare a una nuova era di aperture, durata però pochi mesi. In casa, il suo regi­me non lascia spazio ad al­cun dissenso e sul piano re­gionale sceglie l’antagoni­smo verso gli Stati Uniti e Isra­ele e l’amicizia con l’Iran e gruppi armati come Hezbol­lah in Libano e Hamas nella Striscia di Gaza. In undici anni di regno, molte sono state le voci di ri­valità interne al regime. Le fle­bili inclinazioni riformiste del raìs sarebbero state soffo­cate dai membri del suo clan familiare, spiegano alcuni analisti. Bushra, la sorella maggiore, ha molta influen­za a palazzo e non andrebbe d’accordo con la bella moglie Asmaa, finita poche settima­ne fa sulla copertina di Vogue e per alcuni unica figura capa­ce di cambiare oggi il corso degli eventi grazie alle sue ve­dute li­berali e alla sua influen­za sul marito. Il fratello mino­re di Assad, Maher, conside­rato più duro di Bashar, è al comando della potente IV di­visione dell’esercito, che sa­rebbe scesa in strada a Da­raa. Nel 2001 si oppose stre­nuamente alla nomina del co­gnato Assef Shawkat, marito di Bushra e uomo forte del re­gime, alla testa dell’intelligen­ce militare. Nel 2008 la stam­pa tedesca rivelò che Shawkat sarebbe stato all’ori­gine di un tentato coup con­tro Bashar.