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 2011  aprile 28 Giovedì calendario

Defezioni e lealtà: la mappa dei clan - «A nche noi abbiamo le no­stre armi e le nostre tribù», aveva minacciato Seif al-Islam Gheddafi due mesi fa, men­tre sua sorella Aisha è uscita ieri con una dichiarazione sul New York Times in cui afferma che «senza Muammar Ghedda­fi, le tribù libiche entreranno in guerra tra di loro»

Defezioni e lealtà: la mappa dei clan - «A nche noi abbiamo le no­stre armi e le nostre tribù», aveva minacciato Seif al-Islam Gheddafi due mesi fa, men­tre sua sorella Aisha è uscita ieri con una dichiarazione sul New York Times in cui afferma che «senza Muammar Ghedda­fi, le tribù libiche entreranno in guerra tra di loro». Con 140 fra clan e tribù, la Li­bia è uno dei Paesi arabi più frammenta­ti. Ma le principali tribù, quelle che pos­sono condizionare l’esito della guerra, sono quattro: i Warfalla, gli Zuwayya, i Magarha e i Ghadadfa. Dall’inizio degli scontri, diverse tribù hanno abbando­nato il rais o si sono spaccate al loro in­terno. Le prime defezioni Gheddafi le ha avute dalle tribù di Warfalla (che raccoglie un milione di libici) e di Zuwayya, concen­trate per lo più nella zona orientale del Paese, seguite da numerose altre tribù della Cirenaica (come Awaqir, Abid, Ba­rasa, Majabrah, Awajilah, Minifah, Abay­dat e Fawakhir). Gli Zuwayya hanno per­sino minacciato di ostacolare le esporta­zioni di greggio all’estero. La scelta era stata dettata da numerose considerazio­ni, in particolare la diffusa avversione del­la Cirenaica verso i golpisti del 1969 che hanno messo fine alla monarchia senus­sita di re Idris, che ha consacrato l’ege­monia dei libici “occidentali” sulle sorti del Paese. Diversa la situazione nella Tripolitania. Qui la prima adesione al campo anti Gheddafi è stata l’affare di una tribù prin­cipale, quella degli Zintan, stanziata nel­l’omonima città a sud di Tripoli. Ma que­sto primo dissenso nella zona occiden­tale ha confermato – per ragioni di riva­lità tribali – le altre tribù (come quelle di Rayaina, Siaan, Hawamed e Nawayel) nel campo dei lealisti. Qui i membri della tribù di Warfalla che hanno abbandona­to Gheddafi hanno trasformato Misura­ta nella loro roccaforte. Il ruolo delle tribù potrebbe essere più decisivo dopo l’an­nunciato ritiro delle truppe di Gheddafi da questa città, lasciando proprio alle tribù il compito di trovare una soluzione. Dalla Cirenaica a Misurata, dove si alter­nano da settimane offensive e controf­fensive, le tribù locali risultano fram­mentate sotto leader differenti. Le prin­cipali sono quelle di Kargala, Tawajir e Ramla, accanto alle due tribù che, per lunghissimi anni, hanno diviso tra di lo­ro i benefici del golpe del 1969: i Gha­dadfa e i Magarha. I Ghadadfa, ossia il clan dei Gheddafi, stabilito nella zona di Sirte, è numericamente più piccolo ma è molto potente per il legame con il rais cui rimane ancora legato. Meno sconta­ta la posizione dei Magarha. A questi, in­fatti, appartiene Abdel-Salam Jallud, per lunghi anni braccio destro di Gheddafi, improvvisamente allontanato dalla vita politica. Assai intricata la composizione tribale nel vasto Fezzan, la parte meridionale del Paese. Accanto ai Mahamid arabi, tro­viamo infatti le tribù non arabe dei Tabu, che popolano le zone di Qatrun e Sabha e l’oasi di Kufrah. I Tabu, che hanno su­bite varie discriminazioni sotto Ghedda­fi, hanno aderito alla rivolta sin dalla pri­ma ora e chiuso i confini libici con il Ciad e il Sudan. Lungo il confine con l’Algeria, da Ghadamis a Ghat, la zona è, invece, tutta popolata dai Tuareg che si manten­gono generalmente leali al regime. A que­sto gruppo appartiene il colonnello Ham­mad, capo dei servizi militari e uomo di fiducia di Seif al-Islam.