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 2011  aprile 27 Mercoledì calendario

L’ultimo volo dell’uomo cannone - Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno, giuro che lo farò/ e oltre l’azzurro della tenda nell’azzurro io volerò»

L’ultimo volo dell’uomo cannone - Butterò questo mio enorme cuore tra le stelle un giorno, giuro che lo farò/ e oltre l’azzurro della tenda nell’azzurro io volerò». Francesco De Gregori, trovando le parole della sua «Donna Cannone», l’aveva capito subito: per fare questo mestiere bisogna essere degli incalliti sognatori. Matt Cranch forse lo era, forse no. Certo a 23 anni era uno delle più giovani «pallottole umane» in circolazione. Non ce ne sono molti, d’altra parte: rischiare la pelle con il circo ha perso da tempo la sua attrattiva. Eppure Matt ci credeva. E il giorno di Pasquetta, davanti a una folla di quasi 2mila persone, tra cui centinaia di bambini, si è fatto «sparare» una volta di più, attrazione di mezzo dello Scott May’s Daredevil Stunt Show - ovvero una compagnia di spericolati in tour per il Regno Unito fin dal 1991. Qualcosa è andato storto. La rete di sicurezza ha ceduto e «Max the Mad Crank» - Max il Matto - si è sfracellato al suolo. In un secondo la festa diventa tragedia. «È stato davvero orrendo - racconta Luke Adams, che era presente insieme ai figli -. L’uomo cannone è atterrato sull’erba di testa, poi ha continuato a rotolare fino a quando non è rimasto immobile sulla schiena». A quel punto sui verdi prati non lontani da Maidstone, paesino del Kent, cala un gelido silenzio. Finzione? Realtà? «Questi prosegue Adams - sono tutti show che sfidano la morte. Prima di lui un uomo si era dato fuoco. Max doveva chiudere la prima metà dello spettacolo: per questo ci si aspettava una sorpresa alla fine». Nel dubbio - e pare impossibile il cinismo prende il sopravvento. Alcuni spettatori credono che quella goffa caduta faccia parte dello show e s’incamminano verso la biglietteria per chiedere indietro i soldi. E sulle prime i commessi glieli rendono pure. Una volta metabolizzato lo shock, dagli altoparlanti arriva però la conferma: «Signori, c’è stato un incidente», annuncia lo speaker. E chiede l’intervento degli uomini dell’ambulanza. Matt si trova in gravissime condizioni. Un altro testimone - una donna, che teneva per mano un bimbo di tre anni - racconta di averlo visto atterrare davanti ai suoi occhi esterrefatti. «Gli usciva il sangue dalla bocca, aveva perso conoscenza», dichiara ai giornalisti. I paramedici a quel punto chiamano subito l’elisoccorso e Matt viene portato di corsa al Maidstone Hospital. Ma non c’è niente da fare. Intanto sulla scena interviene la polizia, che chiama a raccolta tutti gli addetti ai lavori e interrompe la restituzione dei biglietti. «Hanno detto che nessuno poteva fare niente, dire nulla o andare da nessuna parte», dice ancora Peter. L’ispettore Tony Ball della Kent Police più tardi rilascerà le solite dichiarazioni di rito, concedendo solo la costatazione dell’ovvio. E cioè che un uomo è morto. Altri testimoni sembrano però far luce sulla dinamica dell’incidente: la rete di atterraggio, ancorata al camion dove è caricato il cannone, sarebbe stata strattonata dal rinculo dovuto al lancio. L’intera struttura è dunque crollata mentre Matt si trovava ancora in aria. Struttura che non doveva essere poi tanto resistente, visto che sul sito dello show c’è scritto chiaro e tondo: «L’uomo cannone deve scendere dalla rete entro pochi secondi dall’atterraggio, prima che i pali cadano al suolo». Insomma, pare una scemenza questo trucco del cannone, roba d’altri tempi, da impressionabili gonzi d’epoca vittoriana, e invece la morte di Max il Matto ci ricorda che è un’arte spericolata, dove basta un piccolo errore per andare al creatore. Lo storico britannico A.H. Coxe ha infatti calcolato che tra i cinquanta uomini e donne cannone da lui censiti sin dal famoso primo numero del Royal Aquarium di Londra - era il 1877, a volare allora fu Zazel, 14 anni, al secolo Rossa Matilda Richter - oltre 30 hanno fatto una brutta fine. Il cannone a molla inventato dal canadese William Leonard Hunt - The Great Farini - ha dunque sulle sue spalle molte croci. Ma lo spettacolo d’allora è assicurato. *** «Performance pericolosissima: in tutto il mondo la eseguono in 3 o 4» - Sino allo scorso anno tra le attrazioni presentate dal circo Nando Orfei c’era anche quello dell’uomo cannone. Nando Orfei, è davvero un numero così pericoloso? «I rischi si concentrano al momento della caduta e non in quello dello sparo, visto che i cannoni vengono regolarmente controllati dagli ingegneri che li progettano. Purtroppo a volte succede che la rete venga posizionata male, o che qualche cavo ceda all’improvviso». Quanti sono gli uomini proiettile in attività nel mondo? «Non più di tre o quattro, di cui soltanto uno in Europa. Si tratta dello spagnolo Henry Munoz, conosciuto con il nome d’arte di John Taylor, che tra il 2009 e il 2010 ha lavorato nel mio circo». Qual è la distanza massima a cui si può essere lanciati? «Dipende dalla pressione d’aria con cui viene caricata la molla posta all’interno del cannone. Uno stuntman particolarmente coraggioso può accettare di essere “sparato” anche a 70-80 metri, cioè al di fuori del tendone del circo. Ma di solito non si va oltre ai 30-40 metri». MAURIZIO TERNAVASIO