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 2011  aprile 26 Martedì calendario

Oro e argento sempre più preziosi - Il mondo è in preda alla febbre dell’oro e alla febbre dell’argento

Oro e argento sempre più preziosi - Il mondo è in preda alla febbre dell’oro e alla febbre dell’argento. Non è normale all’avvio di una ripresa economica, semmai la corsa ai beni rifugio dovrebbe avvenire alla fine di un boom economico (quando esplode l’inflazione e i soldi bruciano in mano), oppure durante una recessione (quando il valore delle azioni va giù e i risparmiatori non sanno dove collocare i loro capitali se non investendoli in beni solidi). Nel 2011 dovremmo trovarci (così si spera) in una fase del tutta diversa, e invece ecco la luce rossa che si accende: ieri durante la giornata di contrattazioni l’oro ha toccato il record di 1.518,32 dollari l’oncia, mentre l’argento non è ancora da record, perché a 49,82 dollari l’oncia gli manca circa mezzo dollaro al massimo storico di 50,35 dollari, ma la sua prestazione è ancora più straordinaria sul medio periodo, perché nei quattro mesi scarsi del 2011 il valore di questo metallo è cresciuto di circa il 60%, e nei dodici mesi scorsi ha fatto addirittura +160%. Gli operatori non dubitano che dietro ci siano fattori speculativi. Per la corsa di oro e argento ci sono cause generali e particolari. Negli ambienti finanziari internazionali circola voce che una grande banca d’investimenti sia «short» sull’argento, cioè sia esposta su questa materia prima, avendone venduta una grande quantità di cui non è in possesso. Si tratta di una ordinaria operazione di mercato, però rischiosa (come tutte le operazioni di mercato). La cifra che si fa è di 3,3 miliardi di once. Voce nella voce, qualcuno indica che l’indiziata sia Jp Morgan. La banca non ha mai confermato niente del genere, e in effetti potrebbe trattarsi di un abbaglio, o persino di una bufala messa in giro ad arte, ma sui mercati finanziari le voci valgono quanto i fatti, se si trova un numero sufficiente di persone che ci crede, e a prescindere dall’eventualità che un grande operatore finanziario sia coinvolto in questo tipo di operazione, e che si tratti o no di JpMorgan, molti investitori si sono convinti che una banca di rilievo internazionale dovrà comprare grandi quantità di argento fisico per onorare gli impegni, e dovrà comprarle a qualunque prezzo, perciò sul mercato si compra senza badare al rincaro, pensando di poter rivendere senza difficoltà. Comunque circolano altre ipotesi sul boom dell’argento (e bisogna ripetere, le voci influenzano i mercati anche se non sono vere); queste voci voci alternative sono compatibili con quella che riguarda JpMorgan (di nuovo, fondata o fasulla che sia): c’è chi dice che stia facendo incetta di argento un miliardario russo, o la Banca popolare cinese, o investitori privati cinesi. Del resto, una materia prima come l’argento, che fra i metalli preziosi non è né carne né pesce (non è un vero bene rifugio come l’oro e non è un metallo industriale come il platino o il palladio) ha una storia di sussulti speculativi, come si è visto negli Anni 80 quando i due fratelli petrolieri Hunt scatenarono una corsa all’argento, o come negli Anni 90 quando fece lo stesso Warren Buffett. Anche l’attuale boom dell’oro si spiega con ragioni speculative, ma alla luce del sole, senza dietrologie: l’enorme liquidità messa in circolo dalla Federal Reserve non trova sufficienti sbocchi produttivi e in parte si indirizza alla speculazione in oro e pure in argento. Il presidente della Fed, Ben Bernanke, ne è consapevole ma accetta il rischio, pur di sostenere i fondi d’investimento, i fondi pensione e le istituzioni finanziarie, e contando sul fatto che l’economia reale seguirà e che i conti torneranno.