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 2011  aprile 23 Sabato calendario

Il manager del volontariato fa sorridere i bimbi malati - Mille ettari di boschi e pascoli intatti; percorsi natura e aule artistiche all’aperto; daini e caprioli in libertà; musica e giochi

Il manager del volontariato fa sorridere i bimbi malati - Mille ettari di boschi e pascoli intatti; percorsi natura e aule artistiche all’aperto; daini e caprioli in libertà; musica e giochi. Nella stupenda oasi di Limestre, in provincia di Pistoia, sede di «Dynamo Camp», l’unico campo in Italia di terapia ricreativa che ospita gratis bambini dai 7 ai 16 anni con patologie gravi o croniche, ieri sono arrivati 80 ospiti speciali. «Questa settimana di Pasqua è dedicata ai bambini con malattie neuromotorie (Sla, cerebrolesi) e alle loro famiglie. Per alcuni bambini sarà la prima vacanza della vita; alcuni genitori non facevano vacanze da 10 anni», dice Vincenzo Manes, presidente della Fondazione Dynamo. «Mesi in ospedale, cento difficoltà anche economiche: queste famiglie vivono in giardini chiusi che nessuno conosce». Profilo di Vincenzo Manes, 51 anni, sposato con 3 figli, presidente e amministratore delegato di Intek Spa che, tra le varie società controlla il gruppo Kme, leader europeo nella lavorazione del rame (7 mila dipendenti, 14 fabbriche, 3 miliardi di fatturato). Un protagonista di piazza degli Affari che non solo s’interessa dei più deboli ma per descrivere la loro vita cita «Nei Giardini che nessuno sa», una canzone di Renato Zero. «Ti darei gli occhi miei, per vedere ciò che non vedi. L’energia, l’allegria, per strapparti ancora sorrisi. Dirti sì, sempre sì, e riuscire a farti volare, dove vuoi, dove sai, senza più quei pesi sul cuore». Confessa Manes: «Ho scoperto per caso questa canzone, mi ha commosso. Certo, può essere doloroso occuparsi dei bambini che soffrono ma riuscire a farli sorridere è una delle cose più belle al mondo». Non solo parole: in meno di 5 anni, il Dynamo Camp di Limestre che fa parte dell’«Association of Hole in The Wall Camps» fondata nel 1988 dall’attore Paul Newman, è arrivato nel 2010 a ospitare ben 787 bambini che per 7-10 giorni, lontano da casa, vengono seguiti da medici e infermieri, uno staff tecnico di 37 persone e 450 superselezionati volontari. Il tutto senza un solo euro pubblico. «E’ stata una nostra scelta; una buona scelta», sostiene Manes. «Oggi siamo una delle più belle e meglio gestite organizzazioni non profit. Ogni anno raccogliamo tra donazioni di aziende, fondazioni e privati, eventi e contributi del 5 per mille, circa 3 milioni di euro». Nato a Campobasso, laureato in economia alla Luiss di Roma, una fortunata carriera da banchiere d’affari in Citycorp a Londra e New York, Vincenzo Manes sostiene che tra le tante cose che ha imparato ad apprezzare vivendo in Usa c’è: «Quel loro senso di community. Per loro è naturale occuparsi dei problemi che lo Stato non può risolvere. Quest’anno si parla di 280 miliardi di dollari dati in attività filantropiche; e non è solo questione di agevolazioni fiscali ma è un fatto culturale!». Tornato in Italia, nel 1997, Manes cominciò ad avvicinarsi al volontariato acquistando una quota del settimanale «Vita» (ora è azionista di maggioranza). Sempre più attirato da quel mondo e deciso a impegnarsi in prima persona «Non volevo solo dare soldi ma creare una impresa secondo il criterio della venture philantropy, cioè l’applicazione del venture capital alla filantropia» - Vincenzo Manes, grazie a un’amica italo-americana con un figlio malato di tumore, scoprì i Dynamo Camp ideati in America da Paul Newman. Studi di fattibilità; creazione della rete di contatti con gli ospedali e le famiglie. «Come sede del camp i francescani ci avevano offerto un bel terreno in Liguria, ma quando ho acquistato dagli Orlando il gruppo Kme ho trovato tra le varie proprietà anche una magnifica riserva di caccia in Toscana». Trasformata la tenuta in oasi affiliata al Wwf, ristrutturati i casolari, affidata l’impresa a Serena Porcari, una ottima manager, ex Ibm, Vincenzo Manes, si è conquistato la fiducia di Paul Newman: «Era un uomo davvero speciale». Oggi, Limestre è il giardino dei giorni più lieti per tanti bambini. Due anni prima di morire anche Paul Newman ha visitato la più bella impresa di Vincenzo Manes.