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 2011  aprile 24 Domenica calendario

DECAPITATA LA SACRA CORONA UNITA

A suo fratello Antonio ma anche ai capi storici della Sacra corona unita Pino Rogoli e Salvatore Buccarella, di cui aveva preso il posto pur rimanendo loro fedelissimo, scriveva lettere dal carcere citando Orazio Flacco e Seneca. Gli scritti furono intercettati e sequestrati perché ritenuti allusivi. In cella aveva studiato Sociologia del diritto. Ecco perché Francesco Campana, 38 anni, nuovo capo della «quarta mafia», quella pugliese, viene definito «il boss sociologo». Colto, appassionato di letture e autore di pizzini in latino, Campana è stato arrestato all’alba di ieri in un’abitazione di Oria nel Brindisino. Gli uomini della squadra mobile di Brindisi lo hanno sorpreso insieme alla sua fidanzata, Lucia Monteforte, 45 anni. La donna è stata denunciata per favoreggiamento insieme a Angelo Mingolla, proprietario dell’abitazione nel centro storico nella quale il boss si nascondeva. Come fanno i grandi capi mafiosi, ha opposto sorrisi e non resistenza alle manette. E dopo essersi complimentato con i poliziotti autori del blitz, ha commentato con loro la puntata di «Squadra antimafia 3» appena vista in televisione. Era andato a letto tranquillo, abituato ad una latitanza vissuta spostandosi continuamente per evitare di essere localizzato. Nato a Mesagne, epicentro della mafia pugliese, Francesco Campana era ricercato da un paio d’anni, da quando cioè aveva violato gli obblighi di dimora e della sorveglianza speciale. Su di lui pende una condanna definitiva a nove anni di carcere per associazione di stampo mafioso e traffico di sostanze stupefacenti. Un’altra condanna a 14 anni e 8 mesi attende il verdetto finale della Cassazione. Ma il «boss sociologo» è al centro di moltissime altre indagini della Procura antimafia nel Brindisino. Non ultima, l’inchiesta relativa al tentato omicidio di Vincenzo Greco risalente al luglio scorso.
Francesco Campana aveva scelto di spostarsi continuamente non solo per fare la «primula rossa» e sfuggire così alla cattura, ma anche per evitare possibili conflitti con Massimo Pasimeni, ritenuto dagli inquirenti un altro boss emergente della Scu pugliese dopo il tramonto di Rogoli e Buccarella. Il boss viene ritenuto responsabile dei più grandi traffici nella zona del Brindisino e intere comunità alle quali, attraverso i suoi luogotenenti, imponeva la legge della mafia pugliese. Con il suo arresto la procura antimafia guidata da Cataldo Motta ritiene di aver assestato un colpo fondamentale alla riorganizzazione della quarta mafia. «Era un emergente legato al passato - ha spiegato Motta - un boss che anche in carcere non ha mai smesso di pensare». Per Vincenzo Carella, questore di Brindisi, il blitz della polizia che ha fatto finire in carcere Campana è la conferma che le indagini degli ultimi tempi sulla Scu hanno portato nella giusta direzione. C’è aria di festa nella questura brindisina per la cattura messa a segno. Ai protagonisti del blitz di Oria e ai loro capi sono arrivati messaggi di congratulazioni del capo della polizia Antonio Manganelli e dei ministri Roberto Maroni e Gianfranco Rotondi.