Carlo Bertini, La Stampa 24/4/2011, 24 aprile 2011
IL CODICE DI PIETRO: «AVVOCATI FUORI DI QUA»
Nello sport in voga in questi giorni di suonarsele a colpi di proposte di legge choc, non poteva mancarne una di Antonio Di Pietro. Che scende in campo da par suo con un cavallo di battaglia che avrà scarsa popolarità nei due rami del Parlamento: proporre l’incompatibilità tra mandato parlamentare e professioni, quella forense innanzitutto, ma anche tutte le altre. Con un affondo in più sui giudici: chi entra in politica non deve poter tornare indietro a fare il magistrato. Depositata e protocollata, la sua proposta 4252 conta un solo articolo: «i membri del Parlamento non possono esercitare la libera professione di avvocato e devono optare fra l’esercizio della libera professione ed il mandato parlamentare. Il libero professionista eletto alla carica di deputato o senatore è sospeso dall’esercizio professionale durante il periodo del mandato parlamentare». Quale sia la ratio lo spiega lo stesso ex pm nella sua relazione: «chi intende assumersi la responsabilità di diventare rappresentante del popolo nelle istituzioni deve potervisi dedicare interamente, a tempo pieno». Per questo e per «garantire piena indipendenza di pensiero e giudizio, sono stati previsti per gli uffici parlamentari benefici economici e previdenziali adeguati all’ impegno richiesto». Come la prenderanno gli avvocati del premier alla Ghedini o le decine di medici e professionisti vari che ingrossano le file di tutti gli schieramenti? Sgranocchiando una mela in una buvette deserta per la settimana di ferie pasquali che si concedono i deputati, il leader Idv sbotta: «E che ci stanno a fare qui? Il doppio lavoro pagato da tutti i cittadini? E poi appena possono scappano fuori di qui a farsi gli affari loro...».
Marocchino? No, moretto Il marocchino è una variante di caffè nato a Torino come evoluzione del Bicerin de Cavour. E gli esperti narrano che prende il nome dal colore di una pelle usata come fascia per cappelli molto in voga negli anni ‘30, il Marocco, che ha appunto una colorazione marronchino chiara. Anche alla buvette del Senato lo preparano con una base di caffè espresso, cioccolata fondente e latte montato a crema. Ma gli hanno dovuto cambiare nome e alla cassa figura come “Moretto”. Qualcuno confessa: «Voi capirete, ci sembrava più adatto per non urtare qualche sensibilità...».