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 2011  aprile 27 Mercoledì calendario

L´AMORE DEI BABY-CONVIVENTI A CASA DI MAMMA E PAPÀ

Accade giorno dopo giorno, anzi notte dopo notte. Dormono insieme, lei da lui, lui da lei. Fanno l´amore, proprio lì, a casa dei genitori, nelle loro stanzette di adolescenti, tra i libri di scuola, i vecchi peluche mai buttati, i segni dell´infanzia ancora vicina, mamma e papà lo sanno, forse sì, no, fanno finta di non sapere.
In fondo, è il pensiero non confessato di molti adulti, "meglio qui, al sicuro, che altrove, magari in macchina, al parco, in discoteca...". Non solo baby amanti, ma già baby conviventi. Hanno 17, 18, 20 anni, si fidanzano e fanno coppia fissa, e ad un tratto si ritrovano a "fondere" le loro vite. Come fossero adulti, sposati, e invece sono giovanissimi, poco più che bambini. In una casa, nell´altra, a turno, ma sempre insieme, teenager e già "coniugi", mattino, sera, cena, pranzo, feste comandate, in Francia le chiamano bébé couples, alle spalle ci sono famiglie divorziate, monogenitori, e dunque stanze spesso vuote tutto il giorno, silenziose, e dove sembra naturale fare il nido in due...
Il fenomeno è in atto da tempo, accade in tutta Europa, ma adesso una ricerca francese, pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano Libération, Couples ados dans le nid des parents lo ha codificato, ne ha circoscritto i confini, raccontato anche i risvolti problematici. Descrivendo un mondo di ragazzini che cercano di reagire al proprio smarrimento familiare sperimentando fin da giovanissimi la convivenza. Naturalmente a casa dei genitori, con il frigorifero pieno e la lavatrice a disposizione, coabitando in stanze che si trasformano in mini alcove matrimoniali. E un mondo di genitori, più tolleranti o forse più impauriti che mai, che non si oppongono a questa strana confusione di rapporti, né al fatto che i figli facciano sesso con i loro partner al di là della parete accanto. Perché, e il dato è emblematico, il 57% degli adolescenti dichiara, con semplicità, di fare l´amore in casa propria.
Dunque è la casa il luogo d´elezione, conferma lo psichiatra Gustavo Pietropolli Charmet, «e spesso sono le madri, terrorizzate da una possibile promiscuità o dai luoghi pericolosi, ad incoraggiare i figli a vivere la sessualità tra le mura domestiche, favorendo ogni tipo di familiarizzazione con fidanzate e fidanzati, nell´idea che più la situazione è stabile, meno si corrono rischi di malattie o altro». Così accade che forti di questo consenso, dice Charmet, «questi ragazzini inizino delle convivenze in età precoce, del resto fanno parte di una generazione che tende a riscoprire il rapporto di coppia, proprio perché vengono famiglie caratterizzate da divorzi e separazioni, siamo di fronte ad un fenomeno in evoluzione, che ha delle spinte regressive ma nello stesso tempo è indice di tolleranza e di libertà». Ma accanto alla voglia di fare "nido" fin da ragazzini, si somma la difficoltà, spesso insormontabile, di trovare un " posto tutto per sé". Basta guardare le sconfortanti cifre dell´Istat: il 59% dei giovani italiani tra i 18 e i 30 è costretto a vivere a casa con i genitori per motivi economici.
Genitori smarriti. Racconta Marina Bonetti, mamma di Barbara, 19 anni, studentessa di medicina. «Barbara è fidanzata con Paolo da quando aveva 16 anni e mi fa quasi impressione, pensando a come ero io alla sua età. Volevo libertà, esperienze, figuriamoci un legame serio...Invece loro no: sempre insieme, a scuola e fuori. Sapevo che quando ero al lavoro Paolo e Barbara stavano in casa, immaginavo che facessero l´amore. Era tutto un detto e non detto. Ma nel cuore preferivo che fossero lì e non altrove. Poi una sera pioveva, Paolo è rimasto da noi: Barbara ed io viviamo da sole, sono divorziata. Piano piano è diventata un´abitudine: loro sono discreti e anche io. Non so se sia giusto, se durerà, ma non sento di oppormi, sono ragazzi seri, impegnati, di certo non potrebbero permettersi un affitto: che altro potrebbero fare?».
Fortemente critica, invece, la posizione di Massimo Ammaniti, grande esperto di infanzia e di adolescenza. «Sono situazioni dannose, perché non aiutano il distacco e la crescita dei ragazzi. I genitori non possono essere complici della sessualità dei figli, che devono conquistarsi gli spazi dove vivere l´amore, il sesso è un´area privata, segreta. Queste situazioni confuse sono rischiose: meglio addirittura il conflitto e l´opposizione, che sono però spinte ad uscire dal nido. È difficile, lo so, all´estero almeno i giovani vanno nei campus, nelle università, sono liberi. Ma questo strano ringlobamento non è la soluzione, è soltanto lo specchio malsano dei nostri tempi».