LOREDANA LIPPERINI, Repubblica 23/4/2011, 23 aprile 2011
QUELLA QUERELLE SULLA LETTERATURA TUTTA FORMA E NIENTE SOSTANZA
Decalogo per lettori. Lo rende pubblico sul suo sito l´American Library Association, elencando i dieci titoli che, nel corso del 2010, genitori o associazioni americane hanno cercato di censurare, con ben 348 richieste mirate alla rimozione dei titoli dagli scaffali. Primo della lista, E con Tango siamo in tre di Justin Richardson e Peter Parnell, storia (splendida) di due pinguini maschi che covano un uovo da cui nasce una piccola pinguina. Accusato, com´è ovvio, di omosessualità. Seguono: Diario assolutamente sincero di un indiano part-time di Sherman Alexie (sessualmente esplicito, linguaggio offensivo), Il mondo nuovo di Huxley (più o meno per gli stessi motivi, e non è uno scherzo), Crank di Ellen Hopkins (esce anche in Italia per Fazi, è la storia della madre di una tossicodipendente, ne è stata chiesta la censura perché parla di droga), Hunger games di Suzanne Collins (violenza), e poi Lush di Natasha Friend, What My Mother Doesn´t Know di Sonya Sones, Nickel and Dimed: On (Not) Getting By In America della straordinaria Barbara Ehrenreich (quella de Una paga da fame), Revolutionary Voices: A Multicultural Queer Youth Anthology di Amy Sonnie e persino Twilight di Stephenie Meyer (offesa alla religione, violenza).Decalogo per venditori. Lo hanno stilato due professioniste della comunicazione, Francesca Sanzo e Giorgia Vezzoli, destinandolo alle aziende e al marketing. E´ leggibile sul sito zerostereotipi.it e propone in dieci mosse una comunicazione "gender friendly". Da mandare a memoria il punto due: "non basta coprire le donne, occorre prima di tutto non svilirle".