ANNA ZAFESOVA, La Stampa 21/4/2011, 21 aprile 2011
E Putin dice: russi, moltiplicatevi - Almeno 1,5 trilioni di rubli, 37,5 miliardi di euro, per avere più russi per il 2015: è uno degli obiettivi posti dal premier Vladimir Putin nel discorso annuale alla Duma che più di un resoconto è sembrato ieri a molti un programma elettorale
E Putin dice: russi, moltiplicatevi - Almeno 1,5 trilioni di rubli, 37,5 miliardi di euro, per avere più russi per il 2015: è uno degli obiettivi posti dal premier Vladimir Putin nel discorso annuale alla Duma che più di un resoconto è sembrato ieri a molti un programma elettorale. Tra le mete ambiziose elencate dal premier che ha parlato come se la Russia fosse stata governata da lui anche negli ultimi quattro anni in cui l’inquilino del Cremlino è stato Dmitry Medvedev - c’è l’entrata nella Top 5 delle maggiori economie mondiali e il «progetto demografia». Il tasso di natalità deve aumentare del 25-30% e l’aspettativa di vita alzarsi a 71 anni, rispetto agli attuali 69. «La questione demografica riflette gli aspetti della qualità della vita, il clima etico-morale e il benessere di importanti settori della società», ha sentenziato Putin. Non sono stati specificati gli strumenti con i quali il governo spingerà i russi a moltiplicarsi. Forse verrà proseguita la politica dell’aumento dei sussidi, che hanno già raggiunto i 10 mila dollari per il secondo figlio. Diverse regioni hanno sperimentato programmi di incentivi che includevano auto e bonus vacanze per chi contribuiva alla crescita demografica. Ma la vera medicina si chiama ripresa economica: nel 2009, per la prima volta in decenni, la Russia ha registrato un saldo positivo di nascite rispetto alle morti (10.500 nuovi cittadini su una popolazione di 143 milioni). Il declino demografico, iniziato ai tempi del socialismo, è diventato vertiginoso negli Anni 90 con la sparizione quasi totale del welfare, l’impoverimento della gran parte della popolazione e l’affermarsi di un modello famigliare meno patriarcale. I russi hanno cominciato ad avere un comportamento riproduttivo da Paese sviluppato, mantenendo una mortalità da Terzo Mondo: l’aspettativa di vita per i maschi è scesa a 58 anni (per le donne è rimasta a 73), mentre le cause principali di morte tra gli uomini in età lavorativa erano i cosiddetti «decessi non naturali»: incidenti, criminalità, e soprattutto alcolismo. Una situazione che ha fatto predire all’Onu la riduzione dei russi a 100 milioni in pochi decenni, e ossessionato l’opinione pubblica, man mano che diventava sempre più nazionalista. L’idea dell’«estinzione» dei russi e della loro «resa» ai popoli «non bianchi» (caucasici e asiatici dei Paesi dell’ex Urss, ma negli ultimi anni la fobia si è estesa anche ai cinesi) da tormentone dell’estrema destra è diventata politica nazionale. E ora sarà una delle carte che Putin si giocherà in campagna elettorale per riconquistare il Cremlino.