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 2011  aprile 21 Giovedì calendario

PENNACCHI GUIDA LA «STRANA» ALLEANZA: «NOI FASCIOCOMUNISTI PRENDEREMO LATINA» —

«Scherzi?» , s’era scandalizzato uno dei suoi, un ragazzo dell’Anonima Scrittori. «Alla Camera, durante la conferenza stampa, Pennacchi non ha assolutamente forzato i toni. Guarda che Pennacchi è un tipo tosto per davvero» . Lo aspettiamo in piazza del Popolo, mentre il sole va giù dietro il colonnato razionalista, tutto marmo e angoli retti, queste città costruite dal Duce hanno sempre un’architettura di grande impatto. Pennacchi arriva puntuale, vestito da perfetto «fasciocomunista» , con il cappello leninista e la sciarpa rossa, con l’abito che è nero, con i suoi modi imprevedibili, curioso miscuglio di istinto e diffidenza, tracce di un carattere forgiato da una vita complessa e avventurosa, perché il Pennacchi è stato fascista, comunista, operaio, sindacalista, scrittore di nicchia e infine di reale successo, con il premio Strega, formidabile motore di notorietà, vinto a sorpresa l’anno scorso grazie a un’opera convincente come «Canale Mussolini» (anche se poi il suo capolavoro era e resta «Il fasciocomunista» , un libro autobiografico dal titolo geniale, che gli consente adesso di muoversi come un nuovo, indecifrabile leader politico in questa sua città, ex Littoria, che diventa improvvisamente laboratorio: il Pdl e la Destra di Storace da una parte; dall’altra, Pennacchi e quelli di Futuro e libertà, in una inedita alleanza pronta a sostenere nientemeno che il Pd). Entra nel bar «Poeta» . Ora deve spiegarla qui, agli amici e ai concittadini, la sua lista «Pennacchi per Latina» , che ha come candidato sindaco Filippo Cosignani, «un altro fascista rosso» . Non c’è Italo Bocchino, però è venuto Fabio Granata, che s’è messo addirittura capolista, e poi, dietro, ci sono anche un intellettuale come l’ex direttore editoriale del Secolo d’Italia Luciano Lanna, Filippo Rossi del «Futurista» online, e poi ancora, siccome questo è un listone di ex compagni ed ex camerati, c’è pure il Massimiliano Lanzidei, noto rifondarolo militante. Pennacchi, che significa essere un «fasciocomunista» ? «Io parto da un concetto: i recinti del ’ 900 sono saltati e superati. E, in questa fase, il problema del Paese non è il conflitto tra destra e sinistra, ma tra Stato e anti-Stato, tra noi perbene e i satrapi nati sulle carogne in putrefazione della Prima Repubblica...» . Lei quindi sostiene che... «Aho’! A giornalista! Voi sape’ che penso? Famme di’. Per cominciare, penso che un paragone tra Mussolini e Berlusconi sia impossibile, nel senso che sarebbe offensivo nei confronti di Mussolini... anche perché dico, oh! pure Mussolini andava con le prostitute, ma poi mica le nominava deputate! Detto questo, ti aggiungo che il Duce avrebbe già mandato il Cavaliere al confino da tempo... altro che tre televisioni, quello gli avrebbe fatto dare tante legnate qui, sul collo...» . Senta, però una domanda se la faccia fare: lei ha anche detto di voler riportare i fascisti a sinistra. È così che nasce la sua alleanza con i finiani? «Senti: erano i fascisti che toglievano ai ricchi per dare ai poveri. Qui, nell’Agro Pontino, era tutto del principe Caetani. Fosse dipeso da Berlusconi, bello mio, stavamo ancora con le zanzare e il fango. È per questo che voglio battere il candidato del Pdl. E voglio batterlo alleando me e i finiani con il Pd. So’ stato chiaro?» . Il candidato del Pdl (lacerato dallo scontro che ha abbattuto l’ultima giunta: con il sindaco Zaccheo, ex An, contro il forzista Fassone, a sua volta assai chiacchierato per l’appoggio alla giunta di Fondi, sospettata di collusioni con la camorra) è un avvocato quarantenne, Giovanni Di Giorgi. L’altro giorno è sceso Maurizio Gasparri a fargli un po’ di campagna elettorale: «Batteremo i signorotti che vogliono trasformare Latina in uno snobbissimo e inutile salotto» . Quelli del Pd fanno la loro partita, candidano Claudio Moscardelli (presentazione della lista laggiù, nella piazza, in contemporanea a questa seconda conferenza stampa di Pennacchi) e turandosi il naso ammettono d’esser pronti ad accettare l’aiuto dello scrittore e dei finiani. Pennacchi si volta: «Notizie degli ultimi fascisti viventi?» . Non è una battuta. Francesco Storace sta presentando in un salone dell’hotel Europa il listone con cui appoggerà il candidato sindaco del Pdl. Piccola folla di camerati. Qualche saluto romano. C’è donna Assunta Almirante e poi, soprattutto, c’è lui, Ajmone Finestra detto il comandante, 90 anni portati sempre in camicia nera, ex senatore, ex sindaco (nel ’ 93 e nel ’ 97), ex federale di Antonio Pennacchi negli anni Sessanta, quando Pennacchi era ancora fascista e Ajmone poteva raccontargli di quella volta che, da ufficiale repubblichino, attaccò la Val d’Ossola.
Fabrizio Roncone