Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 19 Martedì calendario

SE FAR COPPIA DIVENTA UNO STRESS

L’aveva già compreso Darwin, che lo spiegò nella sua opera fondamentale «L’origine dell’uomo e la scelta in rapporto col sesso» : le pressioni selettive che fanno evolvere le specie non si originano solo all’esterno delle specie stesse. Non sono solo cioè la sagacia dei predatori, l’astuzia delle prede, oppure le caratteristiche ambientali a selezionare contro o a favore di certe varianti morfologiche e/o comportamentali. C’è anche una selezione che si origina dalla socialità e, all’interno di questa, ben evidente è l’opera della selezione sessuale. Il fatto cioè che gli animali raramente si accoppiano casualmente, ma competono invece per la scelta del partner aggressivamente, specialmente i maschi, o esercitando scelte mirate, e in questo caso sono soprattutto le femmine. E’appunto di quest’ultimo caso che s’occupa una ricerca, appena pubblicata sui Rendiconti della londinese Royal Society da Simon C. Griffith e collaboratori dell’università Macquarie di Sydney in Australia. In essa si riportano i risultati di uno studio sulle preferenze sessuali delle femmine di uno splendido passeriforme australiano, il Diamante di Gould (Erythrura gouldiae), noto anche da noi nelle sue varietà addomesticate. Lo studio è interessante soprattutto perché documenta cosa succede quando una femmina è costretta ad accoppiarsi con un maschio che non corrisponde alla sua preferenza.
Questi uccellini sono splendidi per la livrea variopinta, con zone del corpo verdi, azzurre e gialle e, nella forma selvatica, con il capo rosso oppure nero. Come spesso avviene nelle specie monogamiche non vi sono sostanziali differenze tra i sessi. Quanto alle preferenze sessuali che, come di norma, sono espresse dalle femmine, risultano in appaiamenti sempre tra simili. Le femmine testa-rossa tendono ad accoppiarsi con maschi testa rossa e, analogamente, le testa-nera mirano a un partner testa-nera. Però— questa è la dura realtà della vita anche per i Diamanti — non sempre ciò è realizzabile perché, nelle piccole popolazioni selvatiche, dopo che le prime coppie si sono formate avanzano sempre o un po’troppi maschi testa-nera, oppure testa rossa. Le femmine hanno allora due possibilità: o rinunciano ad appaiarsi o s’accoppiano con un maschio sgradito.
C’è un motivo importante a giustificare la scelta delle femmine: l’accoppiamento tra diversi produce, per una certa incompatibilità genetica, una progenie meno vitale e meno numerosa. Devo inoltre dar conto del perché, in senso generale, sono quasi sempre le femmine a esercitare le scelte sessuali. Ciò dipende dal fatto che le femmine producono un numero decisamente piccolo di gameti (le uova) raffrontato al numero elevatissimo di quelli prodotti dai maschi (gli spermatozoi). Ciò fa sì che ogni accoppiamento costi proporzionalmente di più, soprattutto in termini energetici, ad una femmina che non a un maschio. L’investimento parentale (questa è la corretta definizione) è quindi sempre decisamente superiore per il sesso femminile che non in quello maschile. Ciò rende ragione della superiore oculatezza e selettività che normalmente caratterizza le femmine quando devono accoppiarsi.
Veniamo ora alle femmine di Diamante di Gould. Risulta dagli esperimenti compiuti che quelle che, per mancanza di un maschio gradito, o s’accoppiano con uno sbagliato oppure nemmeno s’accoppiano, vanno tutte in un profondo stato di stress. Potremmo dire, credo di non sbagliare, che soffrono per una scelta che per loro non corrisponde al meglio. I ricercatori hanno dedotto lo stato di stress delle femmine dall’elevata quantità di cortisone circolante, da essi ritenuto un buon indicatore. Ma c’è di più: quelle femmine insoddisfatte perché, diciamo così, hanno fatto un matrimonio sbagliato, cercano poi di minimizzarne il danno dilazionando la produzione delle uova in attesa (ovviamente inconscia) che si presenti loro un’occasione migliore. Il che, secondo la terminologia etologia, sarebbe (e in effetti è) una «strategia alternativa» ad una stretta monogamia.
Danilo Mainardi