A.F., Novella 2000, 14/04/2011, n. 15, pp. 30-31, 14 aprile 2011
ORA I VIP FANNO LE GARE A CHI RIESCE A RISPARMIARE
Fiorenza Lalatta, moglie di Alberico, marchese e banchiere d’affari scomparso nel 2009, ama comprare quadri e pezzi d’antiquariato alle aste. Poi, dispone i pezzi accanto a mobili by Ikea nella sua casa di Milano, che ospita anche uno dei salotti più riservati e importanti della città.
Maria Concetta Mattei, giornalista del Tg2 e concorrente di Ballando sotto le stelle 6, ha comprato per la figlia Giulia una Dacia, marchio economico del gruppo Renault. Sono solo due nomi che, per dirla con le parole di Monica Fabris (presidente della Gpf e sociologa dei consumi), consumano low cost, perché: «È anche un atto di intelligenza che gratifica chi lo fa: piace a tutti sentirsi bravi nell’aver scovato un’occasione, nello spendere meno per qualcosa a cui si tiene e non si vuole rinunciare».
Al mondo del low cost, visto sia dal versante della produzione sia dei consumi, è dedicato il libro di Filippo Astone e Rossana Lacala “Italia Low Cost. Viaggio in un Paese che tenta di resistere alla crisi”, all’interno del quale oltre all’inchiesta economica su un settore che ha ricavi per 62 miliardi di euro e tassi di crescita incredibili in periodo di crisi, si trovano riflessioni, dritte e indirizzi per acquisti intelligenti in ogni settore, per coniugare neosobrietà al piacere di vivere bene. Perchè prezzo corto non è sinonimo di cheap. Come si scopre anche grazie ai fratelli Elkann, Ginevra e Lapo.
«Una cosa può essere unica per te, indipendentemente dal prezzo d’acquisto. Come una coperta usata, ma particolare, comprata in un mercatino, in una bella giornata di sole trascorsa con qualcuno a cui vuoi bene (…). Inizia così, con un ricordo personale, la riflessione di Ginevra Elkann, regista e vicepresidente della Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, consegnata a “Italia Low Cost” insieme al suo indirizzo del cuore: «Il Balon [si legge Balùn, ndr] di Torino... La cucina per la mia casa di Roma proviene da lì (...). L’ho comprata poco tempo fa, adesso mi sto organizzando per trasportarla. II Balon è un luogo fantastico, una miniera d’oro. Non conosco al mondo nessun altro posto così. Vado spesso al mercato di Portobello a Londra, o al Merché aut puches di Parigi, ma non sono così ricchi e completi come il Balon, che non ha ancora perso la sua anima (…)».
In quanto a Lapo, il “catalogo” dei suoi oggetti e indirizzi low cost è questo: «Sono un vero fan degli Swatch, ne ho qualche decina, anche se poi li metto raramente (...). Da Top Shop, a Londra, penso si trovino cose interessanti. Guardo con attenzione anche ai giapponesi Uniqlo e Muji. E mi piace molto lo svedese The Cheap Monday. Come tutti, in casa o in ufficio ho anch’io qualche pezzo di Ikea. E in guardaroba capi di H&M e Zara».
Ma sui suoi mercatini e i negozi vintage Lapo tiene la bocca sigillata: della camicia chiaramente d’antan indossata per l’intervista per esempio, non ha voluto rivelare la provenienza.