Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2011  aprile 17 Domenica calendario

IL RISORGIMENTO DELLO SPORT. 6 PUNTATA

L’OTTOCENTO SALUTA CON LA GAZZETTA E I GIOCHI MODERNI -
Tre giorni prima dell’apertura dei primi Giochi olimpici moderni, appare nelle edicole del Nord Italia un foglio in carta verdina, 4 pagine al costo di 5 centesimi, uscita lunedì e giovedì, che si pone l’obbiettivo di raccontare tutto lo sport italiano e mondiale. Non è certo il primo periodico del genere, come racconta Paolo Facchinetti nel suo denso La stampa sportiva in Italia: né al mondo (a Londra nel 1880 vede la luce The Sportsman, l’anno dopo a Parigi Le Vélo), né nel nostro Paese, che dopo tentativi pioneristici e settoriali ha salutato nel 1864 il torinese La Palestra, nel 1866 la nascita del quindicinale livornese La Ginnastica e nel 1870 l’avvento della pubblicazione del Regio Yacht Club Lo Sport. Ma quella data, 3 aprile 1896, vede sbocciare quello che è oggi il quotidiano sportivo di più antica fondazione al mondo, La Gazzetta dello Sport.

Rosa
Lo hanno creato, dalle ceneri dei loro periodici Il Ciclista e La Tripletta, due piemontesi, l’avvocato 31enne Eliso Rivera di Maso delle Roncaglie ((da Ovisio, AL) e il letterato di Torino Eugenio Camillo Costamagna, 32 anni. Le 20.000 copie diffuse vanno a ruba, il giornale cresce, cambia spesso tonalità, fino al giallino, per diventare rosa il 2 gennaio 1899. Sarà quotidiano nel 1913 e definitivamente dopo la pausa bellica nel 1919. Organizzatrice d’eventi All’epoca, la Gazzetta si sarà già distinta nel ruolo di promotrice di società e federazioni (l’Unione Italiana Pedestre, antesignana della Federatletica, viene fondata in redazione), e soprattutto di eventi. Nel solo 1896, il primo organizzato è una sfida di scherma, il secondo una gara di podismo da Monza a Milano; ma seguiranno in breve la Gran Fondo di ciclismo, il Giro di Milano, la Milano-Nizza-Milano di moto e auto, la mitica 100 km di marcia. Ciò che lancia la Gazzetta, tuttavia, è l’organizzazione di tre grandi classiche di ciclismo: il Giro di Lombardia, la Milano-Sanremo, e la sfida impossibile del Giro d’Italia, nati nello spazio di 4 anni, dal 1905 al 1909.

Primo italiano
Quando, tre giorni dopo la nascita del nuovo giornale, si aprono ad Atene i Giochi olimpici voluti da de Coubertin, la futura rosea non ha inviati. E non ci sono italiani in gara, a parte lo sconosciuto Giuseppe Rivabella che si iscrive, subito eliminato, a una gara di tiro a segno. Ad Atene arriva anche un altro italico aspirante, il fondista Carlo Airoldi, cui l’iscrizione alla maratona viene rifiutato in quanto è professionista. Airoldi, che l’anno prima aveva trionfato nella Milano-Marsiglia Barcellona guadagnando 50 lire, è arrivato a piedi ad Atene da Trieste, sponsorizzato da un concorrente della Gazzetta, La Bicicletta, che ne ha ospitato le cronache. «Ieri uccisi tre lupi tra i monti», » , racconterà Airoldi ai suoi lettori: ma la narrazione più attesa, quella di un trionfo italiano nello sport olimpico, dovrà attendere nuovi (e semi-ignorati) protagonisti.