Sandro Trento, il Fatto Quotidiano 16/4/2011, 16 aprile 2011
PARMALAT E LA STRATEGIE (CIECA) DEL GOVERNO
L’economia italiana non cresce, ce lo hanno ricordato nei giorni passati sia l’OCSE sia il Fondo Monetario. Le cause della nostra stagnazione sono strutturali e legate al cattivo funzionamento dei nostri mercati e alle cattive regole che li governano.
Proprio sulle regole è intervenuto il governo nei giorni scorsi, a difesa dell’“italianità” della Parmalat.
Il disegno
dei francesi
IL GRUPPO Parmalat, risanato da Enrico Bondi, è oggetto di interesse da parte di Lactalis (gruppo francese) che nelle settimanepassatehaacquisitounaquotadel28,97 per cento del capitale di Parmalat. Il 30 per cento è la soglia critica al di sopra della quale può scattare l’obbligo di lanciare un’Offerta pubblica d’acquisto su tutto il capitale restante.Inalcunicasiquestasogliasialzafino al33percento.Comunquesia ,conunaquotadicircail29percentoilgruppolattiero-caseario francese aveva i numeri per eleggere la maggioranza dei membri del Consiglio di amministrazione della Parmalat nelle assemblee societarie già convocate per metà aprile.
Il governo italiano però non ha gradito questo possibile trasferimento del controllo a favore dei francesi e ha deciso di cambiare le regole, consentendo alla Parmalat, “società sotto rischio scalata”, di posticipare le assemblee degli azionisti anche se già convocate. Questa riforma delle regole blocca naturalmente i disegni dei francesi.
Il Cda Parmalat in carica infatti ha deciso di far slittare a fine giugno l’assemblea societaria. Nel frattempo si va formando una cordatadipotenzialiacquirentiitalianidelgruppo di Collecchio. Una cordata nella quale un qualche ruolo sembra essere svolto da Banca Intesa Sanpaolo e alla quale sembrano partecipare la Granarolo e forse anche il gruppo alimentare Ferrero. A quanto pare però questa cordata non ha tutti i quattrini necessari per comprare la Parmalat (che vale 5 miliardi di euro). Granarolo infatti ha annunciato che conferirebbe assets e non danaro.Chesifasenonsihannoisoldi?Sivada chi ne ha tanti. Ed ecco allora che il governo decide di cambiare anche lo Statuto della Cassa Depositi e Prestiti (per il 70 percento di proprietà del Tesoro e per il 30 di fondazioni bancarie).
La CdP potrà d’ora in poi costituire un superfondo d’investimento per acquisire partecipazioni strategiche in società d’interesse nazionale. La CdP potrà aiutare la cordata italiana comprando lei stessa una quota rilevantedelleazioniParmalat.Inpratica,l’assembleasocietariaParmalatèstatarinviata, nel frattempo la CdP potrà comprare una quota significativa di capitale del gruppo alimentare in questione, coordinare le proprie azioni con quelle della cordata italiana e bloccare i francesi.
Il super fondo
’
MAnonèquestoiltipodi cambio di regole che ci chiedono l’OCSE e il FMI. L’economia italiana ristagna anche perché da noi permane una morbosa commistionetrapoliticaedeconomiaeilgoverno non fa che accrescere questa commistione. Lo aveva già fatto nel caso Alitalia quando bloccò i francesi di Air France e lo ha fatto più di recente nel caso Edison prorogando un patto di sindacato per ostacolare EDF, interessata all’acquisto di parte delle centrali Edison (la Francia perseguita Tremonti).
Insomma, il governo sistematicamente modifica le regole del gioco mentre la partita è ancora in corso, è come se durante il derby Roma-Lazio si consentisse alla Lazio di restringere la dimensione della propria porta. Ci sono vari aspetti negativi in queste vicende. Si introduce incertezza. L’Italia avrebbe bisogno di molti investimenti esteri permigliorarelapropriaindustria ma se c’è incertezza sulle regole gli investitori esteri staranno alla larga dal nostro Paese. Si introducediscrezionalitàequesto è tanto più grave nel caso di un governo che ha già al suo interno un conflitto di interessi enorme. E se il fondo della CdP intervenisse nel capitale delle Assicurazioni Generali per riportare alla guida Cesare Geronzi? E se intervenisse a difesa di Passera in BancaIntesa? E se il fondo della CdP intervenisse domani a difesa dell’italianità di Mediaset?Come sappiamo il concetto di “impresa di interesse nazionale” è assai vago e indefinito. Se è strategico per il Paese il latte della Parmalat perché non dovrebbero esserlo le assicurazioni o le televisioni?
Il museo economico
e sociale
LA LOGICA dell’operazione è tutta difensiva e “backward looking”, antiquata. Forse, invece di investire soldi pubblici a protezione di settori maturi, sarebbe stato più utile pensare a politiche per far nascere settori nuovi, tecnologicamente avanzati o magari aiutare le piccole imprese ad ammodernarsi, a internazionalizzarsi, a crescere dimensionalmente.
TremontielaLegasonoconservatori,questo è chiaro. Di fronte alle sfide della concorrenza mondiale vorrebbero congelare la struttura produttiva italiana così com’è, trasformare il nostro sistema economico in un Museo economico-sociale, fatto di settori tradizionali a bassa innovazione, di capitalisti senza capitali, di partite iva che per vivere non pagano le tasse e così via. Non si cresce molto però in questo modo.