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 2011  aprile 16 Sabato calendario

ATENE NON CE LA FA MA NON PUO’ FALLIRE

Il governo greco si è chiesto cosa può vendere per non fallire, ma è incappato in un ostacolo: i catasti spesso non esistono, perché lo Stato non ha mai steso un registro delle proprietà pubbliche dopo l’indipendenza dall’impero ottomano del 1832. Chi vuol capire come ha fatto la Grecia ad arrivare a questo punto ha un indizio in più, ma la sostanza non cambia: il governo è tecnicamente insolvente. Il solo modo per ripagare gli oltre 320 miliardi di euro di debiti è privatizzare beni dello Stato valutati in 300 miliardi fra imprese, infrastrutture e (plausibile) demanio. Incredibilmente, le resistenze politiche e nei sindacati fanno sì che le cessioni annunciate fin qui non superino i 50 miliardi. È per questo che da mesi in Grecia, a Bruxelles e Francoforte si studiano i modi di una ristrutturazione del debito che di fatto dia luogo a un’insolvenza «morbida» . Lunghe preparazioni hanno però prodotto la certezza che ripagare i debiti è impossibile, ma non ripagarli anche. Sarebbe uno scenario nucleare capace di innescare pagamenti in derivati per 80 miliardi di dollari e portare al collasso il sistema bancario europeo. Le opzioni per Atene si stanno drammaticamente riducendo ogni giorno che passa. O privatizza o l’Europa e l’Fmi finiranno per assorbire nel tempo tutti i suoi debiti, ammesso che ciò sia accettabile per gli elettori degli altri Paesi. Quel giorno, della sovranità della più antica democrazia d’Europa non resterà quasi più nulla.