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 2011  aprile 15 Venerdì calendario

TUTTI I MIEI SGARBI

Il tono di voce viaggia su montagne russe: medio, basso, altissimo. Vittorio Sgarbi smentisce, conferma, poi ritratta le notizie pubblicate sul Fatto Quotidiano.
Professa la televisione improvvisata, direttori artistici che tornano a casa, ospiti e autori che cambiano. Restano i costi (1,4 milioni di euro a puntata) e il suo contratto (1 milione) per un programma su Rai1 che sale e scende, che forse inizia il 2 maggio, e forse chissà. Il sindaco di Salemi è poco istituzionale, esibisce un repertorio di insulti e parolacce che vi risparmiamo.
Sgarbi, discutiamo con calma.
(urla) Non sono incazzato! Voi non sapete nulla di quel che faccio per la mia trasmissione.
Almeno lei lo saprà?
Non lo so nemmeno io. Per me la televisione è imprevisto, irruzione. Non avrò argomenti che vi appassionano, parlerò di Michelangelo, Dante, Bernini. Michele Santoro è buono, io sono il cattivo. I soldi di Fabio Fazio vanno bene, i miei sono troppi. Basta! E non scrivete più il nome di Sabrina Colle, chiaro?
È nei documenti che la società esterna Ballandi ha inviato ai dirigenti Rai.
Pensavo a una cosa graziosa, Raimondo e Sandra. Ma lei si oppone perché odia la televisione. Gliel’ho chiesto tremila volte. E non è nello spirito di Fini e Tulliani, l’idea di un uomo che si fa coartare da una donna e regala una casa al cognato.
La sua è un’ispirazione artistica.
Niente di scandaloso. La Colle è un’attrice e una professionista bravissima, non solo perché legata affettivamente a me. E i 40 mila euro sono un’ipotesi fatta dai produttori, io non vedo i contratti di Ballandi.
Nemmeno quelli di Filippo Martinez, padre e Matteo Martinez, figlio.
Con me non si parla, sono peggio di Fidel Castro e detesto le riunioni. Io ho posto una questione, l’unico nome era Filippo, direttore artistico. Non mi sono impegnato per le cifre, lui mi ha chiesto di portarsi il figlio. Le botteghe degli artisti prevedono che padre e figlio lavorino insieme, mi comporto sempre rispetto alla mia cultura di arte figurativa.
E com’è finita con i Martinez ?
Ballandi ha negato quei soldi al figlio [58 mila euro più spese, ndr], e il padre mercoledì ha preso un aereo e non farà ritorno finché non ci sarà un accordo. E io gli ho detto: te ne puoi andare per sempre, perché non ti voglio più.
E quanti siete ora?
Io e le due volpi: Diego Volpe Pasini e Carlo Vulpio. Sul secondo avete scritto il giusto, mi sono imposto per lui perché di fatto è il numero due del programma, vuole fare un’opera di verità su Clementina Forleo; e Maurizio Gasparri non lo voleva! Ma ha trattato per sé, sul netto e sul lordo, lui ha il 43 per cento di aliquota, non ha la partita Iva. [220 mila euro lordi, per il doppio ruolo di capo progetto e autore più spese, c’è scritto nel documento, ndr]). Sulle altre proposte di contratto non sono al corrente, perché Ballandi le ha fatte vedere a voi e non a me. [sostiene lui, ndr].
Ma siete pronti per l’esordio?
Sempre. Noi siamo fatti così. Al settimo piano di viale Mazzini, dov’è l’ufficio del direttore generale Masi, c’erano Vulpio e Martinez che si scazzottavano su Bernini. Io ho consigliato a tutti di disertare le riunioni, loro non mi hanno ascoltato e Ballandi ha formulato una proposta.
È ancora in cerca di conduttori?
Ne cercavo uno con aria delicata come quella di Fabio Fazio, e così ho invitato il Fazio originale, ma lui mi ha respinto perché in estate preferisce le vacanze. Io ho rifiutato i vari Giletti e Sposini che mi diceva Ballandi. Se dovessi decidere un Fazio per me, prenderei Masi. Con il direttore generale ho un ottimo rapporto. La mia trasmissione è aperta ai suoi interventi, in studio e non al telefono come per Annozero. Mi auguro la sua presenza, e gliel’ho detto. Una cosa è evidente: non verrà pagato.
Il primo maggio si dimette
da sindaco di Salemi?
Non è detto. Sto riflettendo. Aspetto il parere di Corrado Calabrò, presidente dell’Autorità di garanzia nelle comunicazioni. Io sono sindaco di un comune di una regione a statuto speciale dove non si vota. La legge sulla par condicio è contro il buon senso.
E allora: “Il mio canto libero” parte o non parte il 2
maggio?
Il programma parte quando lo decido io con le mie modalità. Io andrò sul palco e deciderò sul momento cosa dire. Non avrò testi come Roberto Benigni, io parlerò di Dante o Michelangelo senza prepararmi. Ha ragione il Vescovo di Noto: fra il pensarlo e il farlo, non c’è nessuna differenza. Quindi lo faccio.